00 19/12/2007 15:21
Cari amici,

In questi ultimi tempi sto raccogliendo molti dati sulla mia tourette.
Piano piano sto facendo mente locale di tutti i tourettismi che ho anche da una vita ma che li prendevo come scontati.

In questo post cerco di raccoglierli tutti per poterne discutere con voi...
Tuttavia e' molto difficile da fare...sono molti e tutti ben fusi con gli automatismi. In più credo di avere problemi con la memoria a breve termine, per cui quando mi viene in mente di parlarvi di una certa cosa se non me la scrivo (e non so perchè ma a volte odio farlo..) me la dimentico.
Sto aggiornando il file costantemente...cercando di mettere le nuove parti in accordo con la sezione originale. Spero di risultare sempre chiaro e semplice.
Il problema più grosso è decidermi di postarlo...sto tentennando perchè temo manchino punti importanti, o non siano chiare delle cose chiave.
So anche già che appena lo posterò, per quanto lavoro possa fare ora, mi verranno in mente nuovi spunti e modifiche da fare.
Non lo considero quindi un lavoro finito, ma un laboratorio in funzione.
Anche se in una certa misura mi sta sfuggendo di mano. Sto andando sull'analisi psicologica e spero di non essere troppo fuori argomento TS..

Infatti può anche essere che varie di queste cose non siano tourette...o le siano collegate in modo minore...in questo magari mi aiuterete voi, se avrete voglia.


Vado per argomenti...scrivo qui sotto un indice:

-MOVIMENTI OSSESSIVI E SENSAZIONI DI FASTIDIO
-"FILOSOFIA" DEI TIC
-TIC MOTORI
-ECOLALIA INTERNA?
-MEMORIA E BREVE TERMINE
-PROBLEMI DI CONCENTRAZIONE E DIFFICOLTÀ DA BAMBINO A SCUOLA
-PRIMO APPRENDIMENTO RAPIDO...POI NOIA
-DIALOGHI IMMAGINARI E MENTE CHE ELABORA
-PENSIERI OSSESSIVI e forse DAP
-DIFFICOLTÀ A CAMBIARE PARADIGMA
-UMORE FLUTTUANTE
-RICORDI, SENSAZIONI E IPERSENSIBILITÀ
-PERCEZIONI
-IL TEMPO
-RAPPORTI UMANI
-COSA MI MOTIVA DAVVERO
-UNA SCELTA SBAGLIATA
-RECIRARE UNA PARTE NELLA VITA

Devo precisare una cosa. La mia attuale situazione di vita è dipesa da vari fattori fusi assieme. Da un lato credo che la sindrome giochi un ruolo importante nel determinare la condizione in cui sono.
Dall'altro è la condizione stessa che determina sintomi e caratteristiche. E' un circolo vizioso...uscirne non mi è facile e per spiegare questo dovrei addentrarmi nei meandri del rapporto con i miei..
Credo che alcuni lati di me, che sono quasi sicuramente tourette, sarebbero molto meno evidenti in situazioni diverse e fuori da un contesto che per certi versi mi imprigiona.
Oddio..è così difficile spiegare tutto nella maniera più fedele possibile...

Altra cosuccia..il fatto che ho suddiviso a capitoletti non dimostra un mio essere ordinato e preciso. Diciamo che a volte mi sforzo di trovare rigore e ordine, soprattutto in un caso come questo nel quale sarebbe da panico senza un minimo di pulizia. In questo modo potrete leggere un pò per volta senza diventare matti..
Devo ammettere però che quando cerco l'ordine divento perfezionista. (se fate caso, le lineette prima e dopo i titoli delle sezioni sono sempre 8... *__*)
Questa cosa del file che ogni tanto aggiorno, e dell'ordine a capitoli, mi ha preso bene. Ho suddiviso in questo modo perchè li per li avevo il "ritmo giusto"..un pò come diceva Morciano sul tempo che hanno in testa i tourettici e che "fanno" quand'è il momento giusto.



--------MOVIMENTI OSSESSIVI E SENSAZIONI DI FASTIDIO--------

Molti movimenti che faccio sono in un certo senso ossessivi, e spesso sono loro stessi a trasformarsi e fondersi con tic..
Vi faccio un esempio: anche se non da sempre, in bagno devo "cancellare" assolutamente in maniera quasi ritmica tutte le gocce che vedo. In realtà non tutte tutte...ma quelle su cui mi fisso e che decido che vanno cancellate...in pratica ci passo un dito sopra.. Qualsiasi cosa stia facendo, mentre penso a tutt'altro cancello qualche goccia.

Una cosa simile la faccio sulla tastiera...avete presente che alcune (o forse tutte) hanno sulla "j" e sulla "f" una righetta in rilievo sul lato inferiore del tasto? Ecco...DEVO passare il dito sopra quella righetta molto spesso, e lo faccio così automaticamente che ormai è normale e non ci penso neppure..nella mia mente è quasi come un consenso alle percezioni che ricevo.

Poi sempre sulla "j" con la righetta, devo premere il tasto e subito cancellare la lettera che ho digitato...anche questo molto spesso...
Non lo faccio solo con la j, lo faccio quasi sempre con molte parole che scrivo...cancello e riscrivo...

Da una vita invece ho l'ossessione di non posare lo sguardo a filo o sopra alle "linee" o ai bordi degli oggetti.
Questa è difficile da spiegare...
Sperando di essere chiaro: Poso lo sguardo solo all'interno delle aree (anche se molto piccole) degli oggetti e mai vicino o sopra ai bordi. Ma neppure al centro esatto però, perchè immaginando che venga disegnata una croce e segnato il centro, metterei lo sguardo su un punto o una linea. Infatti su aree abbastanza grandi poso lo sguardo sempre su una zona abbastanza lontana dal bordo a non al centro. Immaginando di dividere un foglio di carta in quattro con una matita, e che questo foglio simuli un oggetto e come lo guardo, poso lo sguardo quasi sicuramente sulla metà di sinistra (quadrato sopra o sotto...spesso quello sotto...), quindi lontano dal centro, lontano dai bordi...e potendo lontano dal centro anche di quel quarto di foglio.
Se guardo una linea, o un punto troppo piccolo da trovarne un centro, e fare il discorso del folgio mi crea un gran fastidio...

Questa cosa la faccio anche usando come "mirino" il bordo del naso che vedo con l'occhio destro. Non è che strizzo gli occhi, guardo con entrambi ma pongo l'attenzione alla zona tra fronte e naso e con quella mi poso come dicevo prima negli oggetti.
Questa cosa è continua, e qualche volte lo faccio anche con l'occhio sinistro guardando verso destra...ma prediligo la sinistra.
Per molto tempo (e questo l'ho letto anche nel forum canadese..) usavo "nascondere" quello che guardavo coprendolo col bordo del naso chiudendo un occhio...
Questa caratteristica mi condiziona molto nella vista..non sono quasi mai rilassato, di sottofondo mi da "fastidio" quasi qualunque cosa guardo. Tutto sommato con le persone non mi provoca grossi tic, anzi dato che mi controllo molto bene spesso quasi nulla. Però sento che non sono rilassato soprattutto parlando con una persona. Sto cominciando ora a collegare che forse alcuni stati di insofferenza che provo a volte possano essere collegati al trattenermi.
Ci sono casi in cui per vari motivi non mi devo trattenere ma sono davvero rilassato, in quei casi tutto scorre meglio ed è più fluido e non sento disagi.

[Preciso una cosa: sono ambidestro. Scrivo con la sinistra, uso il mouse con la destra (da alcuni anni causa tic sulla destra uso la sinistra...) sulla batteria sono destro, giocavo a tennis da destro...In pratica un pò e un pò..anche se in quel discorso di guardare gli oggetti prevale la sinistra...]

La caratteristica di cui sopra la metto anche nei movimenti...mi danno fastidio i casi in cui sfioro col corpo un oggetto, o cmq quando ci sono così vicino da quasi sfiorarlo...in pratica va bene se lo tocco o ci sto abbastanza distante.
Questa cosa influenza spessi i miei movimenti, in pratica mi immagino il punto (o i contorni) che traccia una parte del mio corpo nell'aria e su quella creo in un certo senso quel gioco di non toccare le linee.
Per esempio immaginate che il mio gomito lasci un segno della sua posizione nell'aria. Se sto immobile (o non ci penso) tutto ok, se muovo il braccio e la posizione cambia il gomito attuale nella nuova posizione crea dei nuovi contorni che sono spostati rispetto a quelli precedenti.. Se sono troppo vicini mi da fastidio, e devo muoverlo di nuovo...e mi trovo presto a cercare posizioni in cui non vado a toccare linee di contorni precedenti. Mamma che casino, spero si capisca.
Anche nella lettura mi da dei problemi. Essendo le righe e le lettere molto piccole, leggendo si è di continuo nei bordi delle lettere o tra riga e riga. Mi trovo quindi di continuo a sballottare gli occhi.
Ho raccontato questo perchè, leggendo il post di presentazione di Giglio, Morciano si riferiva all'iper-controllo dei movimenti nel tempo e nello spazio dei tourettici...e credo sia consono con quello che faccio io.

In pratica si instaura una specie di loop tra pensiero ossessivo e tic...mi vien voglia di fare un movimento..lo faccio e da un lato mi soddisfa..ma dall'altro devo rifarlo perchè facendolo mi ha innescato per esempio i fastidi di cui sopra..quindi si palleggiano la cosa entrambi..

A volte mi danno un gran fastidio le cose lampeggianti. Se sono abbastanza veloci e restano di sottofondo nel mio campo visivo possono darmi fastidio...Per esempio certi banner piccolini nei siti...

Altro iper-controllo (almeno così mi pare Morciano stesso lo abbia definito) è il caso dei coltelli o oggetti appuntiti.
A volte non posso fare a meno di puntarmelo in un occhio, e nel desiderio morboso di avvicinarlo sempre di più faccio come degli scattini (volontari) in cui vado un pò più vicino e un pò più lontano...
La stessa sensazione la provo anche vedendo gli altri con in mano oggetti appuntiti o coltelli...faccio la stessa cosa solo che immaginandomela...



--------"FILOSOFIA" DEI TIC--------

Mi è venuta in mente ora una spiegazione migliore di cosa provo quando faccio i tic. E' come se volessi "scrollarmi" qualcosa di dosso...è come se quel movimento mi desse l'impressione di essere benefico fatto in un certo modo..è un pò come quando giri una chiave difettosa nella serratura sperando di trovare il punto giusto a forza di provare...In realtà so bene che il beneficio è nel non farlo..infatti se mi concentro e mi spingo a rilassarmi trovo il benessere che cercavo...almeno finchè poi non perdo la concentrazione e torno istintivo e quindi ricomincio (anche se dopo il rilassamento con una soglia più bassa..). In effetti può sembrare in disaccordo con quello che si dice..cioè che è benefico il tic in se perchè scarica la tensione. Beh comunque provo anche questo...ne ho bisogno e quindi li faccio ma spesso uno tira l'altro e fa più male che bene. Se riesco a impormi un certo rilassamento abbasso la soglia e mi basta qualche leggero movimento per "soddisfarmi"...
Per esempio in questi giorni (oggi è il 9/12/2007) sono molto nervoso...non so perchè dato che i motivi che potrebbero esserci sono gli stessi di tempo fa in cui ero più tranquillo e controllabile.
Come ho detto di solito se mi fermo e mi concentro riesco a fermare i tic..ma in questi giorni il livello è piuttosto alto e non ho la forza per rilassarmi...come se sentissi che devo "espellere" qualcosa..
Cmq da quando vi scrivo e ho portato a galla il discorso tutto è diversissimo da prima. Per esempio (non oggi però...) per fermare quasi tutto mi basta riflettere su cos'è un tic e quale sarebbe la naturale condizione umana (cioè se farli o no...)...pensando a ciò mi è molto più facile smettere...anche se per non molto tempo (diciamo che abbasso molto il livello...).
Fino a qualche anno fa (e prima di pensare alla tourette) quando cercavo di trattenere tutto rilassandomi, spesso neppure ci provaro davvero..avevo una specie di superstizione...
Temevo che se fossi stato davvero rilassato e senza neppure un tic sarebbe successo qualcosa di brutto alla mia famiglia...e anche per questo lasciavo perdere..

C'è una cosa che noto...quando faccio un tic è come se in quel momento fossi distratto dalla realtà...è come se fossi meno presente. Non so spiegarlo bene sto elaborando quest'idea in questi giorni. In un certo senso sento che faccio i tic come per distrarmi dalla realtà che "è troppo" per me e non la sopporto e/o non la accetto. E' come se il mondo li fuori mi entrasse dentro e non potendo sopportarlo abbia bisogno di distrarmi...e qui ci si collega sul discorso del ritmo e di seguire una linea..(ma questo lo leggerete qui sotto..)..
La cosa interessante comunque è che i tic (seppur magari molto meno..) mi seguono ovunque..anche in ambienti lontani dalla famiglia, amici e condizionamenti quotidiani. Anche quindi in posti nuovi e che mi piacciono e mi fanno sentire bene. Son parte di me e del mio interpretare il mondo. Magari non si notano però di sicuro li faccio.

Se sto fermo riesco a rilassarmi molto facilmente...
Più mi muovo, e più complessi sono i movimenti più mi viene voglia di "rovinarli" con qualche tic. Dico rovinarli perchè parlando quella sera con Giglio è emersa una cosa interessante.
Gli raccontavo dei miei problemi nello studio della batteria, quando si tratta di stare anche 20 min su una tecnica ripetitiva e con la massima concentrazione. In quesi casi raramente riesco a non contrarre qualche muscolo e restare completamente rilassato nello studio.
In un certo senso mi da fastidio che sia tutto così normale e preciso...(sembra assurdo...essendo un batterista appunto..)..mi annoia seguire il tempo perfettamente...mi annoia al punto da innervosirmi e aver bisogno di "sporcare" quella pulizia...
La mia amica a questo punto ha detto: "Sarebbe come seguire una linea"...direi geniale! Non c'avevo pensato..la sensazione a volte è quella...

Cmq vi faccio un esempio, a volte mi irrita fuori dai modi sentire il ticchettio degli orologi da muro...un pò per deformazione professionale un pò per tourette vorrei che quel tic tac "asincopasse" ogni tanto..o cmq cambiasse ritmo..e sentirlo li fisso e preciso mi da i nervi.
Al contrario però se suono in maniera istintiva e libera seguendo le emozioni (beh suonando comunque con un senso logico...) non ho nessun problema...è quando penso a essere preciso, e che studio al massimo i movimenti che quello stare attento mi annoia e mi innervosisce.
Ovvio che questo mi ha limitato molto finora nello studio della batteria.



--------TIC MOTORI--------

Negli anni ne ho avuto di tutti i tipi...derivanti da pensieri, idee, curiosità ecc... o più istintivi tipo quelli agli occhi testa e viso..
Potrei stare qua ore a pensare e descrivere ogni tic, come è nato (se me lo ricordo) come si è evoluto ecc..
Cercherò di tirar fuori il succo...

Il peggiore da piccolo era uno alla testa: in pratica tiravo una frustata col collo, e la testa era come se fosse la parte finale di una frusta.

In generale, spesso i movimenti che faccio nascono da un "cassarsi" il reale movimento che volevo provare.
Vi faccio un esempio, prima parlando del tic alla testa come una frusta, per ricordarmi come facevo l'ho semi-provato..
Ovviamente quell'ansia interna ha subito trovato un nuovo sfogo e mi veniva da rifarlo, non sono riuscito a bloccarlo subito ma solo a renderlo un "accenno di tic"..
In pratica faccio per partire ma mi fermo e storpio il tutto, ciò che resta è solo un "leggero" movimento del collo..
Poi ho ridato "fiducia" ai movimenti classici che preferisco dato che molto meno pesanti per il collo.

Altro esempio: correndo e allenandomi non so perchè ma una volta mi era venuta voglia di imitare col braccio destro il sistema di biella-manovella delle ruote delle vecchie locomotive..in pratica dei movimenti circolari in avanti del braccio..
Solo che cassandomelo già dall'inizio (anche perchè so che non mi basterebbe, lo dovrei fare più veloce, più lento ecc...) resta solo una contrazione della mano e dell'avambraccio..
Questo per dire che spesso i tic (nel mio caso..poi non so) nascono da un desiderio di fare un certo movimento...

Ancora un altro esempio: camminando ogni tanto, vorrei fare dei passi diversi in quanto a ritmo e distanza tra i piedi. Per esempio due o tre passi con ritmo doppio, o anche solo un passo ma asincopato rispetto agli altri. Solo che anche qui evito, sia per non dare spazio a quei movimenti sia perchè in mezzo alla gente.
Ciò che ne deriva è una tensione sulla gamba destra che ogni tanto vorrebbe accelerare o frenare. La sensazione è un pò come l'orologio, vorrei cambiare il ritmo e variarlo..qui il ritmo dei passi appunto..
All'esterno forse non si nota, però spesso ho avuto affaticamenti sul ginocchio o caviglia destra..

Alcuni movimenti nati dal cassarsi qualcosa restano per molto e diventano abituali. Per esempio quello del camminare, lo avverto quasi sempre mentre cammino.

Cosa curiosa invece, da un movimento che facevo con la gamba destra da seduto molti anni fa, ho "guadagnato" l'abilità di muovere il muscolo in una parte che con la sinistra non so muovere...

Sempre nel camminare, molti anni fa, ogni tanto dovevo staccare entrambe i piedi dal suolo, seppur per un istante..

Questo fatto dei movimenti da "provare" porta al fatto che meno cose faccio e più sto fermo, meglio riesco a rilassarmi. Più movimenti complessi faccio (come dicevo un pò sopra) più sono le possibilità che mi venga qualche strana idea. In generale quindi non devo dare corda a certi impulsi e devo mantenere un certo rilassamento.

Molti tourettici dicono che questo trattenere spesso causa attacchi di panico. Può essere che in qualche modo mi faccia "male" trattenermi..il punto è che sarebbe peggio se non lo facessi...si andrebbe dal possibile malessere nel trattenere al circolo vizioso che si innesca e quindi l'aumento della soglia totale e quindi anche al farsi male fisicamente.

Una possibile risposta al trattenere l'ho sperimentata qualche tempo fa..
Ho provato durante tutto il giorno a rilassarmi più che potevo abbassando e tenendo basso il livello delle manifestazioni...
Sentivo però dentro una tensione aumentare...avevo voglia di saltare e di sfogarmi...e infatti quella sera ad allenamento avevo un'energia pazzesca...tanto che la gente l'ha notato e mi chiedeva (per scherzo) se ero passato per qualche spacciatore...

In generale in pubblico la maggior parte dei tic sono abbastanza nascosti. O con gli addominali (caso migliore..) o con i muscoli del collo o con il braccio destro...
Ho notato che con le persone con le quali ho parlato della sindrome tendo a trattenermi più di prima...è come se non volessi ostentare questa cosa..per certi versi è meglio.
Non soffro molto i tic, sono parte di me. Però vorrei anche imparare a rilassarmi più che posso quando voglio (oggi sono tranquillo per esempio..ma nn sempre) e il fatto che con quelle persone sarei tranquillo di farli ma preferisco non farli mi aiuta a rilassarmi.
Ciò che vorrei sarebbe essere rilassato e avere una mente chiara e limpida.
I tic a volte seguono e quasi aiutano il pensiero...altre invece lo "bloccano" lo distraggono...cmq anche questo non è mi ancora del tutto chiaro..ci tornerò sopra.



--------ECOLALIA INTERNA?--------

Credo di avere una specie di ecolalia, ma interna.
Mi ritrovo spesso a ripetermi in maniera quasi compulsiva alcune parole o pezzi di frase di chi parla...e lo faccio associandolo a dei tic prevalentemente del viso o del collo e/o del respiro.
Lo sto facendo anche ora, rileggendo le mie frasi.

Non so se sia giusto in questa sezione...
Ma notavo prima che mentre rileggevo frasi di questo documento, la mia testa assieme cantava la sigla di Goldrake che avevo appena ascoltato. Riuscivo a fare entrambi ma è un pò un caos. E' come se avessi due tracce in testa, una della voce interna che rilegge, l'altra della canzone che va..


--------MEMORIA A BREVE TERMINE--------

Un'altro post di Morciano che mi ha fatto pensare è dove (tempo fa) descrive la sua rovinosa caduta in bici causa lucchetto entrato nella ruota.
Io ho davvero spesso problemi con la memoria a breve termine..
Con gli amici ormai per scherzare dico che ho l'alzheimer...ma mi dimentico spesso un sacco di cose. Creo pensieri, propositi e liste di azioni che poi appena cambia il "paradigma" nel quale sono mi dimentico spesso del tutto. E' come se le cose che penso restassero in quel frangente di consapevolezza..e quando pongo la mia presenza su dell'altro le dimentico quasi del tutto. Mi resta spesso la sicurezza di aver scordato qualcosa che dovevo fare o pensare..
L'altro giorno uscendo di casa sono riuscito a scordare tutto. Dovevo caricare il cellulare tra il pranzo e la partenza e non l'ho fatto..sono andato in camera per prendere dei vestiti, e mentre prendevo i pantaloni ho spostato una cosa un secondo e questo mi ha fatto dimenticare di prendere anche la maglia...infatti sceso di sotto mi son ricordato della maglia...e poi uscito di casa mi son reso conto che non avevo preso il ricambio per la palestra...cosa che avevo in lista.
Per esempio prima ero in bagno a lavarmi le mani e pensavo alle cose da scrivere su questo file...mi era venuta in mente una cosa e avevo il proposito di notarmela sul cell in cucina 20 secondi più tardi..
Arrivato in cucina la mia testa aveva già galoppato abbastanza da farmelo scordare...c'ho messo 2 minuti per farmelo tornare in mente...a volte questa cosa mi fa sentire un pò perso..non è piacevole.
Ho notato anche che in momenti di stress ed emozione (magari in esibizioni o altro) se una certa sequenza non l'ho studiata bene è molto probabile che mi dimentico pezzi anche importanti e quasi ovvi.
Sento la testa come leggera e faccio fatica a concentrarmi...a volte scordo anche cose che so benissimo.

Durante il militare, come anche nella subacqeua (piena di attrezzature da ricordare e contollare) avevo superato benissimo questo problema crendomi uno schema immaginario e andando con un preciso ordine. Però nella vita normale non sempre si può ragionare così...e spesso molti dati li perdo.



--------PROBLEMI DI CONCENTRAZIONE E DIFFICOLTÀ DA BAMBINO A SCUOLA--------

Ecco un esempio di banalizzare il passato...l'altro giorno ho cercato di ricordare i veri motivi delle mie difficoltà a scuola.
Ho ricordato che verso la 4 5 elementare i miei avevno fatto un accordo con la maestra. Quando mi comportavo bene e seguivo bene la lezione mi dava un bigliettino con una nota positiva da portare ai miei. Al contrario non mi dava nulla o addirittura una negativa. Ricordo che la sensazione di portare a casa sto bigliettino era mondiale, tutta la famiglia era felice e la giornata scorreva bene. Senza contare qualche cosuccia che mia mamma mi comprava...tipo ovetto kinder e altro...
Però ricordo anche che ogni giorno mi ripromettevo che sarei stato bravo e mi sarei guadagnato quel bigliettino, ma mi chiedevo cosa avrei dovuto fare...nel senso che quando capitava era una caso...per chissà che motivi ero attento e rispondevo bene, ma raramente riuscivo a farlo di mia spontanea volontà. Non ricordo bene la sensazione, forse era fatica a stare concentrato..a trovare interesse in quello che diceva la maestra. Di sicuro la mia attenzione veniva catturata da milioni di fattori, sia a scuola che a casa.

Sempre come difficoltà a scuola soffrivo molto l'imposizione di non andare in bagno quando mi scappava.
Ben presto mi era nata la fobia di non poter resistere e di dover andare subito...tanto che se anche non era così urgente solo l'idea di dover resistere mi gettava nel panico più totale...quasi da non ragionare più e farla sul posto. Addirittura per anni non ho più bevuto latte o thè alla mattina per paura di aver necessità poi.

Un caso in cui la mia attenzione viene catturata è mentre ascolto canzoni che conosco e che mi piacciono. Per esempio prima ho dovuto fermare una canzone perchè non riuscivo a concentrarmi nello scrivere questo post.



--------PRIMO APPRENDIMENTO RAPIDO...POI NOIA--------

In tutte le cose che ho fatto negli ultimi anni mi son sempre sentito dire che son molto portato.
Come guida sub son portato...
Ho anche fatto un'anno di salsa cubana...già dalle prime lezioni sapendo che non avevo mai ballato prima mi dicevano che c'ero portato...
Come ufficiale avevo dei buoni valori e volendo una bella forza..
Credo sarei portato per pilotare velivoli...
E molte altre cose, soprattutto pratiche che comincio a razzo.

Insomma in molti ambiti all'inizio imparo subito. Spesso mi concentro molto e fisso la mia mente su quello per imparare meglio possibile.
Poi però subentra la noia...arriva il bisogno di studiare e di andare sul tenico per approfondire..
E li mi blocco..quando la cosa diventa rigida schematica e rigorosa non ce la faccio. Duro fino alla parte istintiva...solo che in tutte le cose ce l'approfondimento.
E qui penso che il problema nasca da un insieme di cose. La mia percezione del tempo e il "dolore" che mi provoca. Forse la paura di non riuscire e di sbattare contro i miei limiti.
Forse per un eccessivo perfezionismo evito proprio di provarci..dato che so che non mi accontenterei e forse raggiungerei il mio limite.
A volte ho anche ipotizzato di "aver paura di essere felice"...forse mi sono abituato a provare malinconia e tristezza che quando sono felice ho paura che finisca subito e di non essere più abituato a sopportarne la mancanza. Quest'ultimo pensiero credo abbia un fondo di verità. Mi son trovato spesso a rinunciare a delle cose per paura di riuscirci davvero..
E' come se attribuissi troppa importanza a quella meta...e una volta raggiunta temessi di non trovare ciò che cercavo, per cui evito proprio di partire.



--------DIALOGHI IMMAGINARI E MENTE CHE ELABORA--------

Spesso mi creo dialoghi immaginari con una certa persona. E in questi spiego molte cose del mio pensiero, risolvo questioni in sospeso ecc..
Spesso uso questi dialoghi come "copione" da usare in un dialogo vero, pena però sentirmi un pò finto e recitato...anche se sono comunque cose che penso davvero e che sento dentro.
Ma non solo dialoghi, anche situazioni o sensazioni. Molto spesso sensazioni, ho la fissazione di simulare in mente determinate situazioni o cose.
Per esempio quando sopra vi dicevo dei pensieri che mi sfuggono e non ricordo anche solo dopo 20 secondi; ecco scrivendo cercavo di rivivere in mente il momento in cui non ricordavo più le informazioni perse. Si crea quindi una scatola cinese di pensieri. Mi rivivo il momento in cui statvo tentando di ricordare in cucina, e in quella "simulazione" mi rivivo io che sono in bagno e penso all'idea da scrivere qui. Esattamente non smetto e non sono appagato, finchè la simulazione non è così reale da farmi rivivere "il flusso di coscienza" che avevo in quel momento.
Molto spesso faccio sti casini..raggiungo conclusioni e soluzioni a idee totalmente astratte e le scordo subito.. E poco dopo tento di rivivermi quei momenti e riprodurre il pensiero...
Spesso è più forte di me e devo fermare tutto e creare queste scatole cinesi.
In realtà sento che avrei bisogno di dieci cervelli per mettere tutto assieme e cogliere il succo. Spesso lavoro freneticamente per "equalizzare" tutte le variabili e le idee...e spesso me ne esco con soluzioni e conclusioni equilibrate. Solo che a volte da quante variabili uso e da quanto relativizzo tutto, arrivo a soluzioni assolute. Filosofiche ed esistenziali, tanto da dire: "beh ora che lo so, ho comunque il quotidiano da vivermi..."
A volte comunque credo che dovrei annotarmi alcune evoluzioni mentali e le soluzioni che trovo...solo che poi quando mi metto a scrivere mi sembrano stupidaggini e mi sento scemo.
In generale faccio fatica a scrivere per me, di me. Infatti in questo caso dovendo spiegare a voi la cosa è diversa.

Poi credo di essere ipercritico con me stesso...non sono mai soddisfatto del tutto e mi sento sempre scarso, penalizzando spesso ciò che so veramente invece di usarlo e dimostrarlo.

Faccio un banale esempio di evoluzione mentale: come dicevo mi appasiona moltissimo il volo. Da morire, tanto che ho sofferto moltissimo una situazione in cui volevo provare a entrare in aeronautica ma per vari motivi non ho potuto. Da quella volta (ma anche prima in effetti...) mi immagino spesso come sarebbe la sensazione di volare, di essere pilota...Ma anche ai contorni di questo...per esempio gli amici che chiedono cosa si provi, o che "invidiano" quello che faccio. Cerco di immaginare più realmente possibile tanto da provare a volte per pochi istanti delle sensazioni reali collegate a quel pensiero.
E questo in mille diversi ambiti..diciamo che vivo una mia vita parallela in testa...

Tuttavia forse, grazie a questo continuo allenamento, ho lo capacità di immedesimarmi in situazioni mai provate e anche comprendere le persone..
Spesso mi capita anche di "vivere la vita degli altri"..un pò come risultato di insoddisdazione della mia, e/o forse un pò di invidia anche se so che in genere tutti hanno le loro croci e nella soggettività di ognuno non si può banalizzare nulla. (Tra l'altro torna il fatto che guardando bene non dovrei essere poi così insoddisfatto..)
Ecco forse dovrò elaborare il discorso invidia che faceva Morciano. Non pensavo di centrare con l'invidia, anche perchè la collegavo a sentimenti negativi e non di apertura..però forse la provo anch'io e mi condizione più di quel che creda.

Riesco a vedere ogni singolo lato (conosciuto..) della mia vita e della mia mente in maniera distaccata ed equilibrata, e inserita nel mio contesto e nella mia storia.
Quando mi analizzo e ammetto a me stesso difetti, dubbi, paure, limiti ecc.. riesco a vederli per quello che sono realmente. Tuttavia ci sono cose che ancora non ho affrontato e non so di certo quando lo farò, ma vedo cmq come interagiscono in me e con gli altri.
Quando ho avuto più volte occasione di parlare con mia mamma (non di tourette o tic...) di molte cose che mi bloccano o delle motivazioni reali nella mia vita..la cosa che più la stupiva dopo ore di conversaione era la mia estrema lucidità ed equilibrio nel mettere tutto al giusto posto. Infatti ci voleva davvero molto per analizzare tutti i lati e pian piano li svisceravo non lasciando nulla al caso o scontato. Se considero una cosa prendo in esame anche l'opposto o la visione alternativa..
Dice spesso che, la gente di norma va dagli psicologi per scoprire lati oscuri e blocchi da sistemare, mentre io so già tantissimo di cosa succede nella mia testa..il passo ora sarebbe affrontare.
E infatti in questo periodo lo sto facendo. Non nego comunque l'importanza di un aiutino. E' per questo infatti che, agganciandomi alla tourette, mi piacerebbe aver modo di parlare con Morciano di molte cose. Anche se in questo documento sto dicendo molto (quasi tutto di ciò che sono..o almeno ciò che so finora..) parlarne dal vivo e di persona sarebbe un'altro mondo..senza paragoni.

Non ho mai avuto simpatie per psicologi e compagnia bella..sono fortemente convinto che non abbia senso guidare una persona su qualcosa che non si è vissuto prima sulla propria pelle. Basarsi solo su teorie e statistiche annulla il lato umano e crea un "caso clinico", ne più ne meno. Beh poi dipende dai casi per carità..
Cambia tutto invece nel caso di una persona con profonde basi teoriche, mente aperta e che vive lo stesso problema del paziente e magari l'ha anche superato.
Sono molto orgoglioso e difficilmente ammetto un problema o una debolezza. Almeno questo fino a poco tempo fa, ora sto scoprendo il gusto di ammettere con forza e determinazione i propri difetti.
Un pò come dicevo che a volte riesco a cambiare certi miei punti di vista, e infatti così ho fatto.
E qui mi devo ricredere, più in basso dicevo che per ora non riesco ad agire molto sulle emozioni perchè le vivo intensamente. In questo caso sto dimostrando il contrario, l'orgoglio di salute fisica e mentale lo sto superando e me ne sto estraneando. E come ho appena detto quasi ci provo gusto ad ammettere una debolezza a testa alta e superarla se è possibile.
La scoperta della tourette mi sta aiutando molto, ha messo assieme molti pezzi che non comprendevo. Mi sta per certi versi scagionando da vecchi sensi di colpa. E mi sta dando modo di affrontare molti lati che temevo di tirare fuori.



--------PENSIERI OSSESSIVI e forse DAP--------

A volte riesco a crearmi dei pensieri ossessivi che potrebbero trasformarsi in fobie.
Per esempio il discorso che facevo sull'andare in bagno a scuola spesso nasceva perchè lo alimentavo con pensieri ossessivi.
Succede tuttora se ho urgenza e sono per esempio in macchina con qualcuno. So che posso resistere però mi creo il pensiero martellante che devo liberarmi subito, e non smetto finchè non mi viene un "mini attacco di panico"..cioè mi sento sudare freddo e la testa va in panne fino al rischio di farla sul posto. Ora ho imparato a non dare corda a questi pensieri, oppure a ristabilire un equilibrio mentale quando già sento il sudore freddo..però a scuola in alcune occasioni mi è costato mooolto caro.
Ora comunque succede molto raramente. Però per esempio ho preso grazie a questo l'abitudine di non bere prima di viaggi o situazioni in cui non posso sentirmi libero di andare in bagno.
Lo stesso tipo di pensieri l'ho fatto in diversi ambiti.
Una volta l'ho fatto sul "respirare"..Ho cominciato a pensare al fatto che se non respiri muori e ho portato l'attenzione al respiro. Ho spinto così tanto questo pensiero che ad un tratto mi è venuto il panico per l'idea di dover respirare per tutta la vita incessantemente.
(*__* ...Ehm...azz pensandoci mi è quasi venuto anche ora...per un attimo ho sentito la mente vacillare... @__@)

Forse DAP: Quella sensazione di terrore, di sudore freddo e la mente che vacilla...a occhio credo possa essere una specie di attacco di panico..magari non in stadio avanzato perchè mantengo un minimo di controllo e mi rendo conto di quel che sta succedendo. In effetti le sensazioni di inevitabilità di ciò che sta accadendo sono simili sia nel caso dell'andare in bagno, sia nel caso del respiro, sia nel caso di contatto interiore di cui vi ho parlato e che mi portava all'estrema consapevolezza di me. E' come se il tempo si rallentasse e ogni istante fosse densissimo..

DAP causata da blocco tic?: In effetti non ho notato per ora se il bloccare i tic porti ad attacchi di panico. E' da poco che conosco la natura di tali movimenti, e quindi non ho mai speso molto tempo a bloccare del tutto. Ci sto provando ultimamente, ma spesso piccoli movimenti o contarazioni sono così normali li per li che mi è difficile stare sempre attento.
Tuttavia ho il sentore che in me scatti quella sensazione di paura quando vado troppo in introspezione..e bloccare i tic porta ad un'aumento della percezione del proprio corpo e di se stessi per cui potrebbe essere collegato in qualche modo. Ci lavorerò e vi dirò.

In conclusione questo condizionare i pensieri a volte è stato utile, mi sono imposto di cambiare un mio "gusto" o una mia opinione su qualcosa e ci sono riuscito.



--------DIFFICOLTÀ A CAMBIARE PARADIGMA--------

Ho fatto caso che una mia difficoltà è cambiare il paradigma nel quale mi trovo..
Devo precisare che sono molto pigro nel momento iniziale..spesso vorrei starmene libero da tutto e tutti a pensare e lasciare galoppare la mente libera...beh poi di sicuro avrei bisogno anche di altro...ma a volte la sensazione è quella.. Per cui il momento iniziale, anche di cose che so che mi piacciono, faccio fatica a passarlo...
Esempio banale, al mare anche d'estate prima di tuffarmi ci metto 15 minuti minimo...per pigrizia...perchè ho freddo..ma tanto so che quando mi tuffo non uscirei più e mi assale una forza e una vitalità che troppo spesso dimentico.
E non posso neppure dire che soffro il freddo...ho fatto immrsioni in lago con 4°...anche se appunto..in quei casi mi spingeva una carica e motivazioni immense...
Ecco...anche questo mi turba..quando provo (soprattutto in cose fisiche e pratiche) quella sensazione di forza ogni volta mi chiedo come mai esitassi pur conoscendola..solo che ogni volta "uscire" dal momento porta via anche la fiducia in quelle sensazioni. E' per questo che spesso ho pensato anche a diventare un incursore..fisicamente avrei potuto farlo...però come al solito è una scelta estrema...
In particolare faccio una gran fatica a uscire ed entrare negli stati mentali..un buon esempio sono le canzoni..quando una canzone mi da tanto e mi provoca forti emozioni la devo ascoltare all'infinito...finchè non decifro quelle sensazioni...finchè non arrivo (spesso) a piangere e svuotare tutto su quella canzone..
Ma anche in casi normali, passare da una canzone ad un'altra spesso è un dura...faccio fatica perchè le mie sensazioni da una all'altra cambiano di brutto, cambio paradigma appunto.
E anche nella vita quotidiana trovo difficile passare tra un impegno e l'altro, tra una cosa e l'altra..
E' come se cambiando anche solo posizione nello spazio, anche solo muovendomi la percezione di me e delle cose cambiasse...
Spesso sono quello che parla di cambiare, di muoversi nella vita..ma devo ammettere che spesso faccio fatica. Per esempio anche nei piccoli eventi, quando si organizza qualcosa con gli amici...se poi per necessità si cambiano le cose, va tutto a rotoli..o anche solo cambiano obiettivi mi da un gran fastidio..non riesco ad accettarlo perchè mi ero fatto quell'idea e la coltivavo in mente.

Una cosa che mi mette sempre in crisi è la gestione della mia mente. Faccio troppi progetti, troppe idee...e tendo sempre a volerle gestire assieme in contemporanea...col risultato che non ne faccio davvero bene neppure una.
Un pò perchè ho sempre il senso di colpa di aver perso molto tempo, un pò perchè mi gasa l'idea di fare mille cose e saperle gestire anche se poi non ci riesco.
Il bello è che spesso la mia mente "stacca" l'attenzione e si porta in quella condizione di vagare libera e in attesa di qualcosa. In pratica va in automatico, in istintivo..
Poco fa infatti mi son messo a suonare la batteria...c'ho messo un energia e una motivazione che era da tempo che non sentivo..
Se ogni giorno potessi suonare così motivato e così bene in poco tempo risolverei i miei problemi.

Forse questo influenza proprio il meccanismo dell'apprendimento e del progredire a lungo termine.
Anche se a volte so essere molto paziente, in altri casi non lo sono e rovino tutto in trend positivo.
Esempio: anni fa facevo palestra, mi piaceva e vedevo che il mio corpo rispondeva bene. Però portare avanti nel lungo termine un allenamento, in cui si vedano risultati grossi e duraturi proprio non mi riesce. Un pò mi viene l'ansia di dover aspettare troppo per vedere risultati. Un pò non ho la costanza di continuare. E pur sapendo che sarei felice dei risultati che di sicuro ci sarebbero, li per li quasi non ci credo..tanto da farmi rinunciare. In questo periodo mi sto allenando duramente, tra capoeira e ginnastica artistica. Sto vedendo cambiamenti mai visti prima, e pensando alla "facilità" con la quale li ho raggiunti mi viene rabbia a pensare di non averlo fatto prima.

Dovrei restare per sempre nel momento del trend positivo. Ma come si fa? Tra l'altro in questo i miei sono sempre riusciti (soprattutto mio padre) a rendermi la vita difficile con condizionamenti anche e spesso indiretti. La sola presenza crea un paradigma nel quale ci sono e anche non volendo vengono influenzati da qualunque cosa faccio. Quando non ci sono, o sono via io torno libero in quel senso.



--------UMORE FLUTTUANTE--------

Poi sono molto lunatico...ho momenti di assoluta energia in cui spaccherei le montagne...e poco dopo, anche manciate di secondi, cado in paranoia e sento una certa ansia e insoddisfazione. Di certo posso procurarmi i momenti di energia. Per esempio con lo sport o con la musica...e in quei momenti fioriscono i buoni propositi e trovo soddisfazine...che però sparisce poco dopo quando cambio paradigma.
A volte sento l'ispirazione giusta e la spinta giusta...e vorrei durasse almeno qualche giorno...



--------RICORDI, SENSAZIONI E IPERSENSIBILITÀ--------

Un'altro punto che vorrei capire sono le evocazioni che mi provocano odori e situazioni e canzoni.
Si dice che un tourettico sia davvero molto sensibile...forse si può notare anche in questo?
So che un pò tutti vengono rapiti a volte da un odore o un profumo che ricorda qualcosa di specifico..
Ma a me a volte fa proprio male...sento un odore che mi evoca una situazione o un periodo del quale percepisco le sfumature...il senso..l'atmosfera che respiravo..e sto delle ore bloccato a tentare di afferrare quelle sensazioni e tradurle..è come se tentassi di rivivere quei momenti con più coscienza..
La stessa cosa mi succede con la musica..anche solo una canzone che ascoltavo 3 mesi fa ma che mi ha scavato molto mi evoca le sensazioni che provavo allora. E' come se mentre vivo quel momento non riuscissi a capirlo e mi scorresse via, quando ne sono fuori anche solo per poco, evocandolo lo vedo nella sua interezza.
In pratica mi fisso molto e spesso sulle sensazioni che mi provoca la vita quotidiana...situazioni, momenti...un sacco di informazioni che elaboro rendendo "densi" quei momenti...e non si può sempre vivere così.
E per farcire il tutto mi viene a far compagnia quella malinconia profonda di cui vi parlavo..complice il clima, qualche odore, una musica e un ricordo. Quando viaggio e vado in un'altra città, i primi giorni mi sento morire dalla malinconia...vedo posti nuovi,persone nuove e provo quello che diceva Novecento sul romanzo di Baricco...mi viene il panico perchè mi immedesimo in chiunque vedo e mi chiedo, potrei essere lui...o lui...o l'altro e vivere li fare quel lavoro...ma potrei anche diventare un barbone o vivere momenti tragici...e via così. E' come se mi sentissi in colpa all'idea di essere me stesso, e mi sentissi in dovere di "essere anche un pò gli altri"... E sento una gran paura di scegliere una cosa e solo quella...e diventare solo quello...

Per esempio la musica, certe canzoni...quelle che toccano le mie corde (e sono davvero molte...) mi danno una forza enorme...ora per esempio sto ascoltando "Talkin about a revolution" di Tracy Chapman, ecco ora mi metterei a mandare messaggi in giro con scritto "ti voglio bene" ecc... mi prende un empatia travolgente, vorrei raccontare a tutti le emozioni che provo...e infatti spesso faccio ste cose, mi metto a smessaggiare in giro in modo empatico..
Oppure anche solo una nota..degli accordi..mi fanno venire voglia di libertà, di partire..di volare via.

Mi commuovo molto facilmente. Anche solo leggendo un messaggio e pensando ad una risposta di amicizia di affetto. Ogni tanto mi prendo dei momenti la sera al buio, nella mia saletta con la batteria. Ascolto pezzi e canzoni che mi evocano ricordi e sensazioni e mi lascio andare facendo un bel pianto. E' curioso perchè raramente piango per il motivo per cui sono triste...anche perchè la maggior parte delle volte lo faccio senza un preciso e pressante motivo. Ma se anche fosse causato da un preciso evento, appena parto non ci penso più. Penso a qualsiasi cosa, nella mia mente credo si annulli il giudizio. Cioè non giudico più, mi sento empatico verso tutto e tutti e piangendo penso ad amici, eventi situazioni..ma anche alle persone che conoscerò e a tutte le emozioni e sensazione delle altre persone..e via via vado sempre più sul filosofico e relativo, espando il pensiero..finchè giungo a piangere quasi di gioia e comprensione che tutto scorre e tutto ha un senso anche le cose peggiori.

A volte non riesco a contenere tutta la gioia che sento...
Altre il contrario...vengo sopraffato e attirato dalla malinconia, dal dolore che a volte mi da la vita anche solo per le forti emozioni e sensazioni. La profonda frustrazione di sentirmi solo e confinato in questa mente..in questo corpo e in questa vita. La frustrazione di sapere che non sono certo l'unico a provare tutto ciò e che quindi devo accettarlo. Si ma allora..perchè gli altri non ne parlano? Come posso dare importanza a ciò che sento e allo stesso tempo capire gli altri e dire che siamo sulla stessa barca.
Ho sempre e cmq la mia individualità e in questa provo e percepisco..e come diceva jovanotti su "non c'è libertà":

"mi sono svegliato e ho visto sofferenza intorno a me
e poi mi sono tagliato col rasoio mentre mi radevo
e tutta la sofferenza intorno a me è sparita
ero da solo con la mia ferita"

A volte mentre affogo nella mia malinconia mi annullo...vorrei solo morire...forse non nel vero senso del termine...o forse si. Vorrei sparire lentamente e sprofondare nell'inconsapevolezza totale..

Ho questi estremi che vivono assieme e di continuo in me. Posso attirarli a piacere...solo che la malinconia è più facile della gioia...è più facile navigare nel mare della tristezza che reagire e spaccare le montagne.
A volte le emozioni si confondono e si compenetrano così tanto da diventare un tuttuno.. Ora per esempio sto ascoltando "Mad World" di Gary Jules..come dire volersi far del male :)
Sta canzone mi tira fuori le viscere...e mentre scrivevo due righe sopra "reagire e spaccare le montagne" ho sentito la fiamma pilota divenire vampata...accompagnata da un magone di commozione...e tutto si è mescolato fino a non capire più se sono triste o contento.



--------PERCEZIONI--------

Mi diverto a volte a giocare con le percezioni.
Per esempio (boh magari è normalissimo) riesco volendo a estendere l'attenzione percettiva a tutto il corpo nello stesso momento. Pongo l'attenzione su tutto il corpo e ascolto le sensazioni che ricevo. Se lo faccio bene sento di essere un tuttuno..un blocco di materia definita che si sposta nello spazio. (descrizione orribile...) E' come prendere qualcosa in mano e stringerlo delicatamente...se ne avvertono la forma e i confini..ecco una cosa simile solo che fatta con il pensiero e sul proprio corpo.

Poi tempo fa (anche ultimamente) motivato dall'esperienza del militare usavo andare in giro in pieno inverno con una misera felpa..
Mi piaceva provare a gestire le sensazioni che provavo a livello corporeo. Semplicemente me ne estraneavo.
Stando con quasi zero gradi delle ore solo con una felpa pian piano attraversavo varie fasi di freddo. Prima miseria, poi brividi e tremori e pian piano freddo con reazione corporea. Quest'ultima era la fase migliore, potevo stare così senza soffrire delle ore dato che il mio corpo reagiva perfettamente. Non avevo nessuna traccia di brividi o tremori, ma solo dopo un certo ambientamento e dopo aver allontanato il desiderio di un posto caldo. Ovviamente il mio corpo era freddo, ma in una fase di equilibrio mentale e fisico da poter resistere senza sforzo.
In un certo senso affrontare qualcosa che non da piacere (nel caso fisico ma anche psicologico..), buttarcisi a capofitto e immergersi a volte può essere un'ottima terapia. Un pò come entrare in acqua quando si ha miseria, non entri un poco alla volta...fa peggio.. Ti devi buttare del tutto! E quando sei dentro affronti ciò che avviene senza dubbi e con forza. (Mi riferisco anche al mio aver fatto outing sulla sindrome..)
Anche in casi minori mi piace ascoltare le sensazioni che ricevo dal corpo. Per esempio quando entro in un locale caldo dopo aver provato miseria fuori anche se per pochi secondi. La sensazione di compattezza del corpo data da una diffusa percezione grazie al calore, e la prontezza del fisico è molto piacevole.

Facevo e faccio tuttora la stesso per il dolore, lo scruto lo analizzo e non mi ci identifico. Lo provo e lo guardo "da fuori". Non so se questo possa centrare con la tourette, di sicuro è una cosa che credo facciano in pochi.

Altro ambito in cui ho provato il controllo delle percezioni è la fame. Per molti aspetti (anche di arti marziali..) mi son trovato a fare un breve digiuno di 24 ore.. Mi è piaciuta molto l'esperienza, tanto che ho voluto ripeterla e con una durata più lunga. Mi sono anche informato sul lato scientifico dei digiuni, anche per sapere a cosa andavo incontro e come gestirli per il meglio.
L'ultimo che ho fatto è stato di 3 giorni e mezzo a sola acqua (tanta acqua..). Anche in quel caso ho lavorato sull'estranearmi dalla sensazione di fame.

Poi mi diverte associare gusti ed odori a cose completamente differenti...
Vi faccio un esempio di una cosa che ho notato da poco.. l'altra sera mi son fatto un tost col brie...mangiandolo e soffiando aria nel naso (in questo modo i gusti vengono enfatizzati molto...provate!) il pungente profumo mi ricorda molto l'acqua salata di mare quando ti entra nel naso...e non solo, mi ricorda anche il profumo e il gusto che si sentono mangiando una caramella gommosa di liquirizia salata..
E questo con molte altre cose..

Credo che un'altro ambito in cui sia davvero utile estranearsi da qualcosa sia nelle emozioni. Li c'ho provato poco, ne sono schiavo e per ora non me la sento di privarmene. Però credo che potrebbe essere un buon lavoro anche nel caso della tourette.. Studiare a mente calma e da "estraneo" le proprie emozioni e sensazioni può essere uno strumento efficace per studiare su se stessi la sindrome e molti altri aspetti dell'essere umano.



--------IL TEMPO--------

Devo dire che sono un pò fissato col passato. Lo scorrere del tempo mi ammazza, a volte prendo come riferimento un evento bello o brutto...e vedo che è già passato un mese..questo mi fa pensare e mi blocco li a ragionarci su. E' anche il motivo per cui spesso mi blocco nei progetti..l'idea che l'impegnarmi farebbe volare quel tempo mi blocca..
Oppure il contrario, non riesco ad avere costanza in quello che faccio..devo essere istintivo..credo sia un pò come diceva Morciano riguardo al ritmo dei tourettici che fanno qualcosa solo quando sentono il ritmo giusto. Se mi organizzo e faccio tutto regolare e con costanza la mia mente si ribella..mi inganna, mi dice che non mi piace più ciò che sto facendo...e finisco con smettere di farlo.
In effetti il modo migliore per vivere sarebbe stare ben centrati nel presente. Nel qui ed ora. Senza tuttavia perdere lo sguardo al passato e al futuro.

Sempre legato al tempo, credo di avere la tendenza a "banalizzare" il passato..ad appiattire tutto. Per esempio i momenti brutti e le considerazioni che in quei momenti facevo...se ci ripenso mi semnbra tutto più piatto. Poi però come al solito una canzone, un profumo o una situazione mi fanno tornare in mente le vere emozioni provate, e vedo che realmente avevo sofferto...oppure al contrario ero stato davvero forte e bene.



--------RAPPORTI UMANI--------

Analizzavo il mio rapporto con le persone. E ripensando anche a un post di Eddie sulla rabbia mi sono ricordato che a volte provo un forte senso di sadismo e vittimismo nei confronti degli altri.
A volte, per quanto mi sforzi di ragionare, ci sono cose degli altri (persone care comunque..) che mi danno fastidio (non sulla sindrome..)..Non sono cose così ecclatanti anzi, ma non riesco a superarle e mi devo incacchiare.
Li per li non ne parlo subito a quella persona, lo tiro fuori alla 2° o 3° occasione simile... E poi li lo faccio pesare. Poi riesco a trattenermi, ma sentirei una gran voglia di umiliare quella persona, di farla pesare da morire...come una specie di sadismo e non so neppure io dove vorrei arrivare. Se penso a cosa vorrei ottenere non lo so..sento solo che vorrei lanciare questa spirale di autodistruzione in un certo senso.
Poi a volte faccio strani pensieri riguardo ai rapporti con certe persone...cioè immagino di prendermela per stupidaggini o di rovinare tutto per nulla...in pratica sempre pensieri estremisti...
Oppure ho semplicemente paura di gestire un momento stupendo...tipo paura di rovinarlo o ansia al pensiero di non "prendere" tutto ciò che può darmi...

Con le persone sono quasi sempre allegro e scherzoso. Se vengo apprezzato e ho il via libera divento un vulcano, specialmente distorgendo parole o frasi miei o degli altri e rendendole ironiche o ridicole..
Poi però sono anche famoso per battutaccie assurde e demenziali..
In alcune situazioni invce (dipende dalle persone) mi sento in imbarazzo, mi chiudo a riccio e a volte divento quasi irritabile.. beh mooolto raramente però..

Però ho anche momenti opposti..a volte mi "spengo" e il mio umore cala a picco e mi sento insofferente..vorrei fare dell'altro, spesso cose fisiche e adrenaliniche..
Anni fa (ma capita anche ora) gli amici mi "rimproveravano" che ogni tanto "sparivo" da questa terra, mentre si parlava e si scherzava...ogni tanto io mi assentavo e guardavo come nel vuoto..
Li per li non ci facevo caso, venivo catturato da pensieri, preoccupazioni, idee, disagio e quant'altro e la mente si perdeva...

Come dicevo nella mia presentazione, dagli anni di sofferenze a causa della mia troppa dipendenza dall'amicizia e la troppa sensibilità, ne ho ricavato qualcosa di buono (almeno io lo vedo così).
Cerco spesso momenti di profonda connessione con le persone...a volte li spingo ad aprirsi aprendomi io per primo. Molte volte mi è capitato che le persone si aprissero perchè mi sentivano disponibile.
Posso dire di aver vissuto momento magici in molte occasioni, che già questi bastano a darmi motivo e gioia di esistere.

Con i miei genitori spesso nascevano litigi per la mia incapacità di lasciar perdere un discorso che non era stato ben compreso.
C'era per esempio un malinteso...dovevo assolutamente spiegarlo, spiegarne le responsabitlià e la dinamica.
Solo che i miei (mio papà) mi zittiva dicendo che ero polemico, e siccome non riuscivo a mollare ma cercavo di spiegare le mie ragioni nascevano litigi furibondi.
Mio padre quando si scalda è terribile, va fuori di testa...per carità non rompe nulla e non fa male ma fa paura questo si.
A volte è capitato questo meccanismo anche con gli amici...nasceva un piccolo malinteso che dovevo spiegare (e spesso magari avevo ragione davvero...) ma molto velocemente la cosa degenerava e venivo visto come permaloso, logorroico e pesante.

Il problema attuale più spinoso è la mia convivenza con i miei.
In realtà non è un problema attuale. Esiste da sempre, ma è venuto a galla subito dopo il militare.
La loro presenza (principalmente quella di mio padre) mi blocca, mi irrigidisce. Mi condiziona da morire lui e il suo umore.
Una bella giornata venire minata se lui è di cattivo umore. Al contrario posso essere io giù e lui allegro e tutto gira meglio anche per me.

La loro presenza a casa modifica il funzionamento della mia mente. Mi sento dipendere dalle loro idee e dal fatto che qualunque cosa faccio, anche involontariamente arriva alla loro coscienza.
Questo mi distrugge. Quando sono fuori casa (mooolto raramente e per massimo due ore..) o quando sono via io la mia testa è libera. Funziona da tourettico certo, ma è rilassata e elabora liberamente ciò che deve elaborare. Quando i miei sono a casa invece è tutto diverso.
Qui non è un discorso di libertà che mi lasciano più o meno...sono libero di scegliere e non ho particolari vincoli. Qui è un discorso nella mia testa..motivato certo da antichi comportamenti da parte loro e da una tuttora mentalità contrastante tra me e mio padre in certe cose.
Il motivo principale in questi ultimi anni, per cui sono rimasto a casa, era lo studio della batteria. Ce l'ho a casa e ho una saletta insonorizzata. Al di la dei soldi che ho speso, è davvero una comodità che pochi hanno.
E come spiegavo, non mancava anche la paura di uscire di casa, facendo qualcosa che non sia consono con quella forza che sentivo di dover sfruttare al meglio.



--------COSA MI MOTIVA DAVVERO--------

Mi è venuto in mente ora un collegamento all'azzeccato concetto della VITA VERA...ci sono delle situazioni in cui NON mi sento in colpa...in cui NON mi importa del giudizio degli altri...in cui HA DAVVERO SENSO vivere... e sono le situazioni in cui sento che sto progredendo...in cui sento che sto vivendo sul filo del rasoio, sui miei limiti e vedo che li sto spingendo millimetro dopo millimetro avanti...
Questo è in assoluto la vita che vogio fare...
L'effetto maggiore ce l'ho nel lato fisico, per esempio nello sport. In pratica vivo la vita stessa come uno sport.
Non sopporto l'idea di vivere una vita mediocre nella media...devo vedere che non butto via ciò che ho...e significa capire le mie doti e usarle, spremerle bene.

E' nella pratica che sento di potermi esprimere meglio...faccio un esempio banale..
Mi sarebbe piaciuto fare il pilota proprio per il piacere che provo nel "pilotare" qualcosa.
Infatto mi piace molto guidare. In questi ultimi anni sono nella fase "salotto"...mentre guido riesco a fare un sacco di cose...mando un messaggio, smanetto col lettore minidisc, smanetto col riscaldamento per disappannare il parabrezza ecc...spesso infatti guido con le ginocchia se devo fare altre cose...e lo faccio lo stesso anche se devo solo guidare...in pratica me ne sto tranquillo a braccia conserte a parte in curve strette e quando devo cambiare marcia. Mi piace molto la sensazione di essere attivo e operativo in una cosa che non prevede errori o distrazioni.
A volte può capitare che sono in macchina con altri e non guido io, e capita che il pilota debba per esempio soffiarsi il naso. Allora comincia in maniera buffa e impacciata a dividere l'uso delle mani tra il fazzoletto e il volante, tenendo il volante a colpettini quindi impreciso e pericoloso. Io mi chiedo ogni volta perchè non pensino alla gamba...è li che non fa nulla...perchè non usarla?
Lo dico anche, ma vengo spento in modo annoiato con un "non ci arrivo"...e te credo devi mettere il piede in punta e magari alzare tutta gamba in blocco...sarà mica difficle.
Il mio controllo con la gamba è forte e sicuro, valido sostituto momentaneo della mano che appena serve è li che arriva.

Questo è solo un esempio, per dire due cose:

-Una che trovo davvero soddisfazione nel pilotare o nel fare cose pratiche con un risultato istantaneo assicurato. (e questo torna nel fatto che faccio fatica a pianificare e ad aspettarmi risultati a lungo termine..e anche a causa del dover "surfare l'onda" quando come si diceva sento il ritmo giusto..)

-Due che spesso in molte cose vedo particolari che "escono dal coro" ma che la gente non coglie e non ha voglia di sperimentare e ciò mi irrita da morire a volte.

Una cosa che spinge da morire e prima poi cederò è il volo. Ho bisogno di vivere quella dimensione. La sogno ovunque...dai modellini radiocomandati al paracadutismo al pilotare qualche velivolo...
Una situazione di adrenalina, ma anche di scoperta e magia come il volo, metterebbe in moto tutto me stesso senza rimpianti o dubbi. Sarebbe un caso in cui al 100% non potrei volere altro e mi sentirei totalmente appagato.


--------UNA SCELTA SBAGLIATA--------

Verso fine agosto ho fatto una scelta sbagliata...dettata dal panico.
Ma prima premetto alcune cose:
Dovete sapere che prima di fare il militare...dal '98 mi ero iscritto all'uni...ingegneria informatica.
L'ho scelta perchè fin da piccolissimo ho sempre usato smontato giocato con i computer.
Alle superiori ne sapevo più dei prof, e questo mi causava una gran soddisfazione.
Va da se che nella scelta dell'uni ho pensato subito a questo immaginando che avrebbe pensato la struttura a darmi modo di tirar fuori la mia passione e le mie capacità di comprendere e usare un computer.
Non è stato così...mi son trovato di fronte un mondo di studio, di tempi e di organizzazione che non sapevo e non volevo affrontare.
Come dicevo a scula sono sempre stato difficoltoso..mio padre (ingegnere elettronico...) mi ha sempre spinto dandomi una mano a studiare. Non ho mai perso anni "grazie" a lui.
Alle superiori per vari motivi ho scelto di andare a scuola di mio padre...la conoscevo, ero già di casa e si studiava elettronica.
Il professionale era la scelta migliore, sia per la minor mole di teoria (sese...in teoria..negli ultimi anni erano solo elucubrazioni...) sia per l'aspetto di darti volendo un lavoro anche senza laurea.
Ovviamente la scelta è stata terribile...per anni sono stato sfottuto (oltre che per i tic..) perchè ero il figlio del prof (cmq non sono mai stato nella sua classe..) e dicevano che ero raccomandato.
Per questo dovevo studiare più degli altri per dimostrare a professori e compagni che non era vero.
Anzi, era arrivato il punto in cui mio padre mi correggeva tutto a casa e spesso non potevo fare da solo i miei errori...e anche le cose che venivano bene non le lasciava intatte perchè voleva che facessi meglio.
Conseguenza...non ho imparato a camminare con le mie gambe per davvero.
Dopo il militare, gasato dalle nuove energie che avevo smosso ho pensato di riprendere l'uni. Con nessun risultato perchè mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Son passati vari anni..era il 2003. Ho fatto i brevetti di sub, son diventato guida e ho fatto varie esperienze. Ho studiato la batteria e ho cominciato capoeira...(in mezzo a tutto questo il mio studio sul mistero dell'esistere...mia fissa mai assente).

Poi la cazzata..da manuale. Perfetta e terribile allo stesso tempo.

A settembre vedendomi ormai 29enne (a tratti me ne frega a tratti no..però qui torna il concetto del tempo che spiegavo..) con mille hobbies..mille propensioni...mille capacità ma nessuna davvero assodata...mi è venuto il panico.
Pensa e ripensa..ho ripreso l'uni a Treviso. E come direbbe il miglior Homer Simpson..: "DOOH!!!"
Ho ancora crediti da quella volta..in pratica ho cominciato al secondo anno...si però...Con che testa??
La sensazione era come quella che ha spinto all'outing..."Bene ora affronto tutti i mostri e i fantasmi...e mi libero"..però non è così semplice e per ora la barca sta affondando.
Ora in pratica non faccio bene ne batteria ne uni...

N.B. L'ultima sezione "RECITARE UNA PARTE NELLA VITA" la metto nel secondo post dato che diceva che tutto intero era oltre i 65535 caratteri...