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Avevte risvegliato la mia vena artistica :-)

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2008 12:13
09/02/2008 02:46
 
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Difetti o Turettismi ??
Leggere tutte queste storie, tutte queste pagine mi ha fatto venir voglia di scrivere. Immergermi nel vostro quotidiano, nei vostri dubbi, mi ha dato, almeno per ora, l'ordine e la lucidità necessaria per scrivere quello che sento.... A volte passo intere ore a cercare di capire se quello che sono esiste veramente, non so se riesco a spiegarmi al meglio, ma.... ci sono giorni in cui non so sinceramente se sono così come realmente mi vedo o sono semplicemente vittima di me stesso, delle situazioni. E' veramente fondamentale per me avere questi abominevoli tic ? Tutte le mie ossessioni, compulsioni sono veramente parte di me o è solo un modo di fare che mi aiuta a liberarmi ma potrei farne a meno ? E gli altri ? Avranno tutti dei disturbi del genere ma non ci pensano e riescono a prenderli per le corna ...? forse in fondo siamo tutti uguali, forse tutti abbiamo la non voglia, l'incertezza la confusione, la compulsione .. forse si ma quand'è che tutto questo diventa “malattia”, chi dice che non siano semplici difetti ? La mia pigrizia mentale, generale , interna.... è parte della malattia o è un mio difetto ? .. no non può essere un mio difetto ...no non lo è .. è troppo forte per esserlo , è troppo viva, non è un semplice effimero aggettivo , è qualcosa che riesco a sentire, riesco a toccare, mi possiede . A volte ci penso .. lasciami!!! devo alzarmi ,devo lavarmi ,mettermi in ordine, devo uscire, so che se vado alla fine mi divertirò, ma lei mi trattiene, posso farne a meno non devo per forza andare, magari la prossima domenica, un altra scusa andrà bene, loro non ci pensano mi crederanno... no ma devo farlo, lo voglio fare.... tutto questo sino a quando l'ansia l'ha da padrone, qual' è la cosa che realmente devo fare ??? Lo so, se vinco questa forza che mi trattiene ,che mi blocca, che alla fine mi farebbe restare coricato sul letto riuscirò a fare la cosa giusta, basta un po di sforzo 5 minuti, mi alzo, mi lavo, mi vesto esco e tra dieci minuti maledico i momenti in cui ho dubitato, in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto. Cavolo è inutile, il disagio riesce addirittura a farmi piangere.. non si può vedere... ho 25 anni e non riesco a impormi una cosa che muoio dalla voglia di fare... è tutta la settimana che ci penso, non vedevo l'ora di farla, com'è possibile che tutto il mio entusiasmo, la mia gioia, adesso che sono sveglio sono spariti ????
Questo E' uno dei miei tanti “difetti” che a quanto ho capito è comune a un po di voi o no? Spero almeno che non mi abbiate preso per pazzo....... e se si, alla fine chi ha ragione ......? :-)
09/02/2008 10:57
 
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giornata impegnativa
CARO PALANDRI
in questo momento é in corso il Consiglio Direttivo di ASTsit e molti posters sono impegnati, il pomeriggio avremo due gruppi di incontro in contemporanea, uno per tourettici doc e l'altro tra familiari...e qui diverse altre persone che vengono sul forum saranno impegnate.
Questo tuo post é molto interessante e delicato e ti annuncio che ti risponderò presto...ora scappo perchjé ho approfittato di un momento di pausa.

Ciao

GFM

[Modificato da Gianfranco Morciano 09/02/2008 10:58]
10/02/2008 19:34
 
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Registrato il: 17/07/2007
...
il disagio riesce addirittura a farmi piangere...

questa non è pazzia, ma voglia di aprirsi, farsi leggere e mettersi in discussione.

Non posso entrare a far considerazioni sul tuo post, sentito, ma su questa frase si.

Raramente si riesce a dire in pubblico "piangere", molto raramente e troppo poco da un uomo.

Non voglio accendere animi, sulla questione del donna si, uomo no, ma sono convinto che quando noi maschietti, solo riusciamo a pronuncire questa parola cosi forte, così impegnativa, quasi non ci appartenesse, quasi non ci si potesse mai pemettere di dire e fare ciò soprattutto in pubblico, ebbene abbiamo fatto tanto bene al nostro cuore e anche a quello di chi ci ascolta o ci legge.

Sai perché dico questo?

Semplice...perché ultimamente capita sovente anche a me, come uomo, come padre e come membro di questa meravigliosa associazione, che è riuscita a farmi fare anche questo passo così importante.

Forse può sembrare cosa da poco...
...non lo è: assicuro.

Mai avrei pensato che in questo forum avrei scritto cose a me troppo care, troppo vive e importanti sino al midollo...l'ho fatto.

Ma come dici tu caro David, questo spazio fa venire tante voglie di comunicare e tirar fuori le cose più nascoste, con o senza Ts, ma lo fa...

Dici bene, quando leggendo tra i tantissimi post, hai trovato la carica di dire e raccontare...solo questo sarà un sollievo immenso e prestissimo ti accorgerai di ciò.

Dai tempo e questo mio dire, anche per te sarà una normalità e da questo spazio non ti scollerai mai più.

saluti
Eugenio ops...Marcimari ;-)

ps il tuo post è stato molto sentito.



[Modificato da marcimari 10/02/2008 19:39]
10/02/2008 23:00
 
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Responsabile Scientifico
questa frequente attrazione per il limite
Questo continuo indagare e farsi domande su di sè, e scriverne, forse può essere una vena un po' artistica, certo é un comportanemto, uno stile cognitivo molto tourettico. Contiene però un rischio...quello di un errore di generalizzazione, cioé prendere una cosa di sè, dargli una spiegazione e credere che questa valga per tutti e per tutto.
Questo forum propone il confronto ed AST in generale vuole portare a questo...proprio per evitare errori di generalizzazione, perché il confronto con gli altri TS e con i normali produca corrette generalizzazioni (da cui la frase di Lurija che é presa come motto della nostra associazione).
La TS é una malattia? Non direi, certo può essere un problema...un difetto come dici tu. Io preferisco chiamarla un'anomalia, nel senso che prende aspetti che son di tutti e li accentua, li esaspera, tanto quanto altri li minimizza.
Bisognerebbe trovare dei parametri per cosiderarla una patologia, parametri e criteri di misurazione. Ad esempio: quanto inibisce le relazioni sociali? Quanto impedisce di fare le cose che pur si vorrebbero fare? Quanto tempo prezioso ci fa perdere?Quanto dolore porta, o sofferenze, nelle relazioni sociali? Ed in quelle affettive? E all'opposto, quanti vantaggi ci dà?
Noi tourettici con tanto bisogno di misura, dovremmo a mio parere usare usare questa caratteristica per darci spiegazioni e valutazioni più oggettive...quanto ci toglie? Quanto ci aggiunge? Alla fine é come una partita doppia, da una parte le entrate, dall'altra le uscite ed alla fine il saldo.
Ho guadagnato? Allora tengo.
Ho perso? Allora cambio, o mi impegno per questo.

Prendiamo una classica caratteristica tourettica come quella della ricerca del limite, c'é chi la volge ossessivamente per portarsi al limite del pericolo, chi é attratto dal limite del terrazzo e si sporge, chi dalla punta di un coltello e lo avvicina al viso. Ho conosciuto un bambino tourettico toscano che camminava solo al limite della strada, sempre al limite del pericolo di essere investito, aveva paura ma era lì che voleva stare. Era quel limite che voleva controllare.
Nella sostanza non credo che questa caratteristica diverga molto da quella del disturbo alimentare, dell'anoressia ad esempio: quanta soddisfazione provano questi soggetti nel cercare di controllare il limite? Del corpo, del peso, della fame...della vita. Se i tourettici riflettessero sulle loro attrazioni per i limiti (ed anche per le pieghe e per gli estremi) possono capire il senso del disturbo alimentare e dell'anoressia, quel senso che i "normali" non capiscono.
Come può una persona rifiutare il pasto? Si chiedono tante riviste, e tanti cittadini comuni. Un tourettico lo sa, se ci pensa bene lo sa perché lo sente.

Vi capita, quando si coglie un ragionamento compiuto e convincente, di avere immagini geometriche nella mente, visioni e sensazioni che rappresentano questa intuizione? Ecco, questo è quello che succede spesso a me, ed anche in questo momento.

E' artistico? Può essere, ma non accade con lo scopo di esserlo.

Se questa ricerca del limite si traduce in limite dell'attesa...alla lunga può essere un problema, sempre al saldo della partita doppia. Perché si può cominciare con un "devo", che é un "voglio", che poi può diventare un "dovrei", che si trasforma in un "potrei"...che poi diventa un "non far nulla"...nell'attesa di un limite che a volte non arriva, se non arriva dall'esterno. Intanto passano i mesi ed a volte gli anni...magari su di un divano, viaggiando con la mente e niente facendo col corpo...fino al limite dell'esistenza. Più frequente é fare tante cose ed eccedere in presunzione per volersi spostare sempre lì, al limite.
Ed é qui che qualcuno può domandarsi: ma questa cos'é, vita vera o vita falsa? La vita é ciò che io penso e vedo o ciò che materialmente é?

Quanti dei gesti o parole che "ci escono" sono frattali di quelle cose che vorremmo davvero dire e fare e non solo pensare?

Se la ricerca del limite ci inchioda ad un divano...impedisce, spreca tempo ed occasioni, certo risulta poco vantaggioso per noi e per la specie. Per capirlo bisogna misurare, non solo a mente, ma scritto su di un foglio di calcolo!.
Ma la specie ha bisogno di persone che il limite non solo non lo temono, ma addirittura lo cercano...quasi ossessivamente. IO penso che tra scienziati, artisti, musicisti e persone di successo, ci siano un sacco di persone attratte in modo anomalo dal limite e dal rischio. Alla fine dai, lo sappiamo quanto é forte la sensazione che noi si abbia il compito di lasciare una traccia speciale (ammettiamolo)...questa spinta é insieme la nostra risorsa e la nostra patologia (specie se non si realizza).
Anni fa ho letto che solo coloro che sanno portarsi al limite riescono a vedere le possibilità che si offrono nell'oltrepassarlo.
Anche da questo la nostra inquietudine, che a volte si traduce in iperattività altre in un'angosciante attesa.

Difetto o risorsa? Dialetticamente direi ambedue.

[SM=g9589]

Gianfranco Morciano




[Modificato da Gianfranco Morciano 10/02/2008 23:19]
11/02/2008 22:56
 
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.....fabio?

14/02/2008 11:43
 
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Caro David,

Ti capisco bene e mi ritrovo in certe cose.
Io per esempio so che certe cose mi fanno bene, mi svegliano e mi caricano, ma prima di farle..prima di esserci immerso quasi non ci credo...e smuovermi da quella situazione di lavoro mentale e andare alla pratica mi è molto difficile.
A volte non sopporto le sensazioni di ritorno che provo nell'agire fisicamente...non so come spiegarlo...è come se non sopportassi il cambio di paradigma da star seduto sulla sedia ad alzarmi ed agire...
Non è che non lo sopporto...ma provo una gran pigrizia ad uscire da quel frangente...

In questi mesi ho pensato molto alle reali differenze tra me e le persone "normali".
In vari casi, aprendomi a persone non tourettiche, queste si sono trovate molto in certi miei aspetti di pare, emozioni e in qualche caso anche ossessioni. (ovviamente nessuna si è ritrovata nei tic...)
Questo non significa che abbiano la tourette, la differenza tra noi e loro credo stia nella misura con la quale queste nostre caratteristiche ci condizionano.

Non ti preoccupare, non ti si può prendere per pazzo...siamo tutti della stessa specie, ti si comprende perfettamente.
Non porti limiti per timore di esporti... [SM=g7566]
14/02/2008 12:11
 
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Socio AST-SIT
X GFM sul limite...
Rispondo separatamente a questo meraviglioso post, perchè lo sento davvero nelle mie corde.

Il limite...
Credo sia il motore della mia vita per certi versi...
In particolare nel mio caso è potente la ricerca del limite personale...esistenziale...chi sono e cosa sono.
Mi ossessiona di continuo, soprattutto da quella volta allo specchio...da quell'attacco di panico/contatto interiore...

Il limite fisico, superarlo e scoprirsi più forti di quel che si credeva è una mia ossessione...
In tutto quello che faccio, sportivamente parlando non resto mai soddisfatto e appagato di un limite raggiunto...
Se anche rantolo al suolo per 21 km di gara podistica...mi dico che potrei mettermi a fare flessioni finchè collasso...
A volte vorrei fare come su "Into the wild"...partire e andare in mezzo alla natura solo coi miei mezzi..mettermi al limite della sicurezza...richiare la vita e uscirne morto o più forte...oltre quel limite.

E' vero che si può provare a capire l'anoressia...
Non sono certo anoressico, ma come raccontavo per sfida personale ho provato a fare un digiuno di 3 giorni e mezzo...e nel ricominciare a mangiare mi chiedevo che senso avesse, dato che stavo benone e quel limite lo controllavo e lo percorrevo sul filo del rasoio.

"Intanto passano i mesi ed a volte gli anni...magari su di un divano, viaggiando con la mente e niente facendo col corpo...fino al limite dell'esistenza"

Quanto mi ci ritrovo...
Pur avendo fatto un sacco di cose, svariate esperienze (e cmq si, molto tempo perso..) mi sento sempre così..come se stessi aspettando qualcosa, un segno o forse lo "starting gun"..pensando anche a "Time" dei Pink Floyd...
Ed è proprio collegato al tempo il mio dramma..

Limite psicologico, mentale, fisico...esistenziale.. una continua spinta in questo senso...e le scelte che faccio devono combaciare con un superamento di qualche limite...anche se spesso vince quello del "divano"...

Anche nei tic al collo di qualche anno fa le modalità erano quelle..tendevo i muscoli..e ad ogni tic dovevo tendere ancora di più...sempre oltre quel limite...che poi sfociava in un mezzo infortunio..
Lo stesso per la mascella..la tendo sempre di più finchè fa quello scatto orribile...

Trovo anch'io il lato positivo e di ottima risorsa..ma è un vivere in solitaria...pochi possono capirlo e spesso mi porta solitudine e frustrazione, devo lasciare quel divano e partire per i miei limiti...forse solo così sarò appagato.
[Modificato da Seeking 14/02/2008 12:13]
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