YEEEEEE ce l'ho fatta!!!
E' stato bellissimo!! Avevo una fifa terribile, sia prima che durante...la poveretta giustamente non capiva dove volevo andare a parare dato che all'inizio non riuscivo a rompere il ghiaccio e aprire il discorso.
Finalmente ho provato la sensazione di parlarne liberamente e spiegare come lo vivo e come nasce.
Lei è una mia carissima amica di vecchia data.. e le voglio davvero un mare di bene!!
E' stata grande, mi ha dato tantissimo affetto e comprensione e ora sento un pò meno "freddo"...so che c'è una persona che mi conosce meglio di chiunque altro.
Siamo anche arrivati a scherzarci sopra, e ora so che mi sentirò perfettamente a mio agio con lei.
Però ragazzi che dura che è stata dire quella parolina...e anche ogni volta che la pronunciava lei mi sentivo sprofondare...avrei voluto sparire dall'imbarazzo. Però che terapia stupenda, che bel momento di connessione e liberatorio!!
Ora le prossime sfide sarà parlarne con altre persone, ho già un idea..
Sono fiero di me stesso, in pochi giorni ho fatto due passi mai neppure lontanamente immaginati qualche tempo fa.
Vi ringrazio per l'incoraggiamento e auguro anche a voi qualche soddisfazione che dia la carica!!!
X Danza Ballerina: Sono felice che ti riconosca nella mia descrizione di forza nascosta...è il concetto attorno al quale gira tutta la mia vita...è la tesi di laurea della mia esistenza. Molto interessante la tua storia, l'esatto opposto di me che come dicevo mi blocco proprio quando la cosa si fa seria e richiede rigore e costanza.
In un certo senso ho sempre avuto paura di mettere anima e corpo in qualcosa per il terrore di trovarmi poi senza quello che avevo sperato di conquistare. Il punto è che così non rischi di perdere, ma non "rischi" neppure di vincere...
Ah ho apprezzato la citazione di Leopardi: "studio matto e disperatissimo", quasi a soffocare un bisogno di pensare e di farsi domande difficili le cui risposte potrebbero non piacere, o non dare sicurezze.
Con "terrificante oceano della vita" mi hai fatto venire in mente il romanzo "novecento" di Baricco... vi link qui il monologo
bergenstar.altervista.org/novecentobrano.htm
A volte ti rendi conto che la vita è immensa. Ciò che la rende "finita" sono i nostri limiti e la nostra mente. In un certo senso è giusto sennò impazziremmo. Ma quando diventiamo i nostri limiti allora tutta l'immensità della vita sparisce...e diventa un binario morto, scontato. Come vedere un film quando ti dicono prima il finale e la trama.
Il mio problema comunque è proprio quello di novecento...vedo l'immensità della vita e mi viene il panico quando penso quale sia il mio posto e il mio destino.
Milioni di possibilità e di luoghi...come milioni di persone e emozioni.
Credo che la soluzione sia imparare a vivere nel "qui ed ora", presenti a se stessi nell'eterno presente...cura per l'ansia del futuro, il rimugginare il passato e perchè no forse anche per la TS...
[Modificato da Seeking 12/11/2007 23:58]