00 09/02/2010 10:55
Per minastra: se vietano di portare le scarpe blu ed un poliziotto mi vuole arrestare perché le porto...con chi me la devo prendere se non con lui? E' vero c'é un sistema che induce questi fenomeni e financo degli assurdi regolamenti, poi però è il singolo che li applica. Dove sta altrimenti la coscienza del singolo? ...dove comincia la sua responsabilità individuale?
Sono proprio le persone come te la dimostrazione del fatto che un insegnante se vuole, se capisce, se ha a cuore l'apprendimento, se ha a cuore le persone, può sottrarsi alla logica folle che sta pervadendo la scuola italiana più o meno a tutti i livelli.
Come mai ad esempio tra tutte le Leggi, regolamenti direttive che ci sono gli insegnanti (la maggior parte) finiscono per recepire solo le peggiori indicazioni?

Io ho una sensazione, e cioé che il profilo di insegnante produca le stesse distorsioni di indentità di chi indossa la divisa (ovviamente anche qui con le dovute eccezioni), da quel momento esiste lui e poi il resto del mondo. Quelle distorsioni di cui parla seeking e che io vedo confermate quasi tutti i giorni...non parlo dei compiti di mio figlio, ma dei miei rapporti professionali con le scuole. Insegnanti motivati ad "ascoltare" e ad adattare la didattica al caso, insegnanti disponibili a spendere un'ora in più delle 18...ne incontro sì, ma pochi, troppo pochi.
E' vero che non é tutta responsabilità individuale (anche se é pure quella), che spesso gli insegnanti son seppelliti da incombenze burocratiche assurde, che non vi é una formazione pedagogica, eccetera, eccetera, eccetera. Però é anche vero che le schede vengono compilate con fatica (quando vengono compilate, vedi l'obbligo di PEI stabilito dalla legge), che se gli insegnati nell'obbligo di formazione scelgono una tematica non é quasi mai di approfondimentio pedagogico, che i rapporti con l'esterno son gestiti come se l'insegnante fosse l'unico detentore del sapere, l'unico canale di apprendimento...questo in un mondo che é cambiato, dove gli allievi hanno altri canali per apprendere (se guidati) come internet ad esempio, dove i genitori sono spesso laureati "che sanno" e che possono (in quanto genitori) dare, non solo fare da esecutori. IL modello insegnante non regge la sfida dei tempi, il rischio é che oggi a scuola si impari meno di quanto si possa fare fuori dai canali istituzionali.

Poi c'é il ruolo dei genitori, hai ragione Marcella "i compiti dovrebbero essere questione che li riguarda solo eccezionalmente. Poi però c'é le realtà....la stessa che tu descrivi di genitori in competizione tra loro, che si sfidano a chi é più bravo attarverso i figli, che hanno assorbito un modello competitivo antiumano e che sono ben contenti che questo sia il modello della scuola...almeno finché il loro figlio non "salta" (e questa cosa purtroppo la conoscono drammaticamente molti genitori di tourettici). Anche qui, mica é colpa delle famiglie prese singolarmente, ma come dici tu é appunto colpa di un modello cultura, che per fortuna alcuni rifiutano. Tu hai potuto farlo, ma come fare per "le nuove famiglie" (ad esempio quei papà separati che si trovano a spendere sui compiti e nello stress le uniche ore di rapporto coi figli?), come fare per quelle famiglie di altri continenti che hanno altri modelli culturali, altri tempi e soprattutto che nopn sono in grado di aiutare i figli come la scuola vorrebbe?
Anche in questo la sociatà é cambiata e la scuola sembra non riuscire a ricalibrarsi.
Conosco povere famiglie di immigrati costrette a pagarsi l'insegnante per la ripetizione (no, non per la ripetizione, volevo dire proprio per i compiti).

Ci sarebbe altro da dire ma devo fuggire ora...ho rubato 10 minuti per rispondere...spero di non aver fatto troppi errori che non ho tempo per rileggere.

GFM

[Modificato da Gianfranco Morciano 10/02/2010 11:38]