00 28/11/2007 14:07
Riflettevo di nuovo su quanto detto da Morciano...


Altri tourettici si procurano lo stesso senso di angoscia solo pensando a cose come un angolo di strada, una espressione del viso, una parola o un oggetto fobico qualunque.



C'è un'altra cosa che mi caratterizza da sempre.
Mi scuso se scrivo a rate, ma sono cose che do per scontate di me..a volte non le considero..ma pian piano le sto collegando.
E' da quando esisto che provo una sensazione di struggente malinconia.
La provo spesso, è di base e costante in quello che faccio.
Spesso è in sordina e non ci faccio caso..ma quando può esce..facendomi sentire pensieroso..malinconico appunto.
In realtà è strano perchè sono un ottimista, e vivo spesso quelle fiammate di vitalità e energia di cui vi parlavo.
Nonostante ciò alcune volte vengo sopraffatto da questa sensazione.
In particolare c'è un evento che ricordo spesso e che ho collegato ad una canzone.
3 4 anni fa sono stato a capodanno con gli amici a Trento.

Il pomeriggio del primo di gennaio, stanchi dai festeggiamenti ci siamo buttati in camerata (era un ostello) a fare un pisolo.
Nell'occasione avevo buttato nello stereo un concerto live dei "Fourplay" (ve li consiglio a manetta...è smooth jazz!) che era la prima volta che sentivo.
Io stavo nel letto a castello di sopra, e dalla mia posizione disteso vedevo, attraverso lo spazio tra le due tende, la cima della montagna illuminata dal sole arancione della giornata che stava finendo.
Ascoltavo quella musica, così delicata nelle melodie ma forte e sicura nel ritmo. E intanto osservado quella punta della montagna.
La sensazione che provavo è indescrivibile. Assolutamnete.. Misto di malinconia, profonda connesione, pace e calore...era come se mi cullasse e mi desse sicurezza...
In quella sensazione c'era tutta la mia vita. Sarei potuto morire li, provando quel momento perchè era tutto quello che so davvero.
Milioni di volte ho riascoltato quella canzone, quell'atmosfera ripensando a quella cima. E ogni volta riprovo le stesse emozioni.
Ogni volta sono fiumi di lacrime, perchè mi annulla totalmente e ogni volta potrei morire li non mi importerebbe.
(La traccia è "Chant" dei Fourplay appunto.)

Una cosa simile che può essere un indizio mi succedeva da piccolo.
Quando avevo l'influenza e stavo a casa da scuola giocavo spesso con i lego.
Ero in camera mia, con i balconi quasi chiusi...e nella penombra giocavo in questa città inventata. Muovevo le persone, le macchine...costruivo e animavo robot.
Ma soprattutto illuminavo le casette da dentro con le luci di natale.
Ecco, ricordo come fosse ora..la vista della luce che illuminava le pareti di plastica, e le superfici degli oggetti mi dava la stessa sensazione di quella cima illuminata.
Un silenzio terribile, ma pieno di dignità. La totale assenza di moto e la saggezza profonda del mondo che era attorno a me.
La sensazione pervade molti anni della mia infanzia...per certi versi è come se ogni istante della mia vita fosse stato permeato dalla sensazione di impotenza e rassegnata accettazione di una specie di disgrazia..o evento drammatico.
Non ha senso perchè a parte litigi dei miei (che ho sempre sofferto) non ci sono mai state disgrazie o situazioni terribili.

A sto punto scrivo subito un'altra strana sensazione di quando ero piccolissimo.
Ero da mia nonna una domenica e guardavo la tv, avrò avuto 5 anni..
C'era un documentario sulla savana.
Per qualche strano motivo ero convinto (e la sensazione la ricordo perfettamente) che io non fossi figlio dei miei. Addirittura ero convinto di non essere neppure umano, secondo me ero un leoncino della savana. O meglio sapevo di essere un bambino li per li..ma ero convinto che pochi anni prima (era come se pensassi ad una vita precedente...non scherzo la sensazione era quella..) ero stato un leone.
E ricordo come fosse ora chiedevo a mia mamma se sarei potuto tornare con i leoni e i mie fratellini leoni. Era una sensazione di distacco, mi sentivo solo e non stavo bene dov'ero.

Bene...sono da ricovero immediato? [SM=g8330]