00 04/02/2010 00:46
Lettera

Gentile dottor *******,

ho apprezzato tantissimo la sua mail, e la ringrazio. Sono ben
consapevole di "essere stato gettato", e so che, fino ad ora, non è
stata la mia intelligenza a permettermi di contrastare i tic, ma la mia
volontà. Lo stesso Oliver Sacks diceva che è sempre l'uomo, con il suo
ego, a trovare la forza di inglobare la malattia all'interno di sè,
trasformandola così in una "condizione esistenziale". I suoi libri, da
"Risvegli" a "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello", sono
pieni di numerosissimi esempi, fra cui anche il chirurgo di cui
parlavamo l'altra volta. Ed è spesso a loro che va il mio pensiero.
Sacks, ne "L'uomo che scambio sua moglie per un cappello", riguardo
alla Tourette scrisse:

< normali confini del sè organicamente determinati, l'io del tourettico è
sottoposto per tutta la vita a un bombardamento. E' lusingato,
assalito, da impulsi provenienti dall'interno e dall'esterno, impulsi
che sono organici e convulsivi, ma anche personali (o piuttosto
pseudopersonali) e seducenti. Come può l'io resistere a questo
bombardamento? L'identità riesce a sopravvivere? Può svilupparsi, in
presenza di una simile frammentazione, di pressioni simili, o sarà
sopraffatta e produrrà un' "anima tourettizzata"? Sull'anima del
tourettico grava una pressione fisiologica, esistenziale, quasi
teologica: riuscirà a conservarsi intatta e sovrana, o sarà dominata,
posseduta e spossessata da ogni immediatezza e da ogni impulso?>>

Mi riconosco pienamente in queste parole. Ho sempre lottato contro me
stesso, un altro me stesso. A volte, ho avuto la disgustosa sensazione
di perdere il controllo, di divenire un semplice fascio di energia
elettrica. Molto spesso ho pensato che Hume avesse ragione, quando
scrisse:

< differenti sensazioni, che si succedono con inconcepibile rapidità, e
in un flusso e movimento perpetui.>>

A volte sono diventato un semplice fascio di sensazioni e di tic;
soprattutto da bambino, quando ancora non avevo sviluppato gli
strumenti adeguati per fronteggiare la situazione. Fino a pochi anni
fa, quando mi guardavo allo specchio, mi sentivo una persona normale, e
le smorfie che facevo le attribuivo a una mia vena ludica. Ma una parte
di me sapeva che non era così. Insomma, mi sento spesso sdoppiato:
tourettico e non tourettico ( a seconda della situazione).
Con la citazione di Sacks volevo esprimere un concetto ben preciso:
il tic non danneggia solo da un punto di vista sociale, ma anche da un
punto di vista psicologico. Infatti, quando sono solo in bagno, mi
lascio andare liberamente ai tic, ma senza esagerare, poichè temo di
non riuscire a recuperarne il controllo.
Inoltre, non voglio che i tic comandino me, voglio che accada il
contrario. Da bambino i tic erano una brutta bestia, loro mi
possedevano. Vorrei veramente trovare le parole più giuste per
descriverle cosa significhi essere governati da qualcosa che sta al di
fuori del tuo controllo: come se si fosse una marionetta. Ma poi ho
imparato che, sebbene i fili non si possano tagliare, in parte possono
essere controllati.
Ora sono io a muoverli, ma a volte il desiderio è forte...la gioia di
lasciarsi andare; il desiderio di buttarsi in un angolo, faccia al
muro, e far passare tutta questa energia lungo il braccio e la guancia
destra, come una scossa elettrica costante; a volte emerge il bisogno
di rannicchiarsi come un cane ed ululare, ululare con tutte le proprie
forze...

Ma questo sono io? Io voglio essere questo? Se vivessi da solo, o se
vivessi in un mondo dove i tourettici sono accettati senza nessuno
stigma sociale, se vivessi in un mondo simile, io non vorrei ugualmente
essere così! Io non voglio che siano i tic a possedermi, ma il
contrario. Questa è la mia volontà. Ma, quando mi trovo solo, essa
vacilla, perchè, come dice Sacks, il tic è anche seducente. E anche io
sono un peccatore.

Ma per nulla al mondo voglio divenire un "fascio di sensazioni". E
non voglio esserlo perchè lo sono stato e so che cosa si prova: è una
splendida sofferenza, nè inferno nè paradiso, oserei definirla una
sensazione purgatoriale. E posso di nuovo divenirlo, a mio piacimento,
perfino in questo momento.

Il tic, come un giorno le spiegherò, è il mio amico; ma il tic è
anche il mio nemico. Esso è entrambe le cose. Devo stare attento a non
abusarne...ma anche un'astinenza prolungata crea vari problemi.

Sacks, riguardo alla definizione di Hume, scrisse:

< instabile quale il supertourettico, la cui vita è in una certa misura
un succedersi di percezioni e movimenti fortuiti o convulsi, un
fantasmagorico agitarsi senza centro nè senso. In questa misura, egli è
un essere più "humeano" che umano. E questa è la sorte filosofica,
quasi teologica, che lo aspetta, se, nel rapporto fra l'impulso e il
sè, la superiorità del primo è schiacciante. Tale sorte è affine a una
sorte "freudiana", che è anch'essa quella di essere sopraffatti
dall'impulso - ma la sorte freudiana ha un senso, mentre una sorte
"humeana" è insensata e assurda.>>


Se il mondo mi accettasse come tourettico, se si venisse a sapere che
io sono un tourettico, io non mi controllerei più, diverrei un essere
"humeano"; la mia volontà scomparirebbe. Direi a me stesso che non c'è
più motivo di lottare, di nascondere, e mi lascerei andare, diverrei
volentieri un fascio di tic. Ma non sarei felice, poichè non sarei più
me stesso. Io scomparirei, il mio ego verrebbe sommerso dagli impulsi,
io sarei "tutto un tic".

Ma la tourette non è solo male, essa mi ha dato numerosi vantaggi,
sebbene io non sia un percussionista. Come lei saprà da AST-SIT, la
condizione tourettica (sebbene non in tutti i tourettici) consente di
avere una "marcia in più". E, ad essere sincero, la Tourette, nella
vita, mi è stata anche di aiuto. Senza Tourette io non sarei la stessa
persona, essa è irrimediabilmente intrecciata alla mia personalità. Ma
credo che tutto ciò lo sappia già.

Il tic è mio amico. Il tic è mio nemico. Che disperazione. Senza tic,
soprattutto quelli di secondo tipo, mi sarei laureato in anticipo,
sebbene non abbia nulla di cui lamentarmi. Ma senza i tic, forse, non
mi sarebbero successe tante altre cose. Ma questi ragionamenti non
hanno senso, perchè io sono "stato gettato", e questo lo devo
accettare. Ma, per il momento, è di fondamentale importanza che il
mondo non lo accetti, che il mondo non mi accetti. Se ciò avvenisse, io
diverrei irrimediabilmente un uomo "humeano".

Questa sera sono andato ad acquistare ******** in un centro commerciale.
Mentre ero sulle scale mobili, ho visto al piano
di sotto un ragazzo colpito dai tic. L'ho guardato, l'ho osservato, e
più le scale mobili mi portavano in alto, allontanandomi da lui, più ho
sentito una grande forza dentro di me: io ce l'avevo fatta. Io sarei
potuto essere come lui, ma invece no, non ho voluto. In quel centro
commerciale era lui, non io, ad essere posseduto dai tic. Mi sono
guardato allo specchio, mi sono guardato intorno, e ho percepito di
nuovo la forza; ho resistito all'impulso, e, come al solito, ho
spostato il tic.

Io sono un personaggio pirandelliano: mi muovo sul bordo della
follia. Mi basta un niente per varcare la soglia ed essere dall'altra
parte; ed il desiderio è grande, perchè anche io, spesso, sono
lusingato e sedotto dagli impulsi. Occorre che io non accetti la
Tourette, occorre che io la veda, almeno per il momento, come qualcosa
di staccato, perchè se così non fosse diverrei "humeano", mi sentirei
autorizzato a divenirlo.

La lascio con un'ultima citazione, sempre da Sacks:

< pura sopravvivenza - per diventare un individuo, e sopravvivere come
tale, nonostante la costante presenza degli impulsi. Egli può trovarsi
di fronte fin dalla primissima infanzia straordinarie barriere che
ostacolano il suo divenire individuo, persona reale. Il miracolo è che,
il più delle volte, ci riesce, poichè il potere della sopravvivenza,
della volontà di sopravvivere, e di sopravvivere come individuo unico e
inalienabile, è il più forte in assoluto del nostro essere: più forte
di qualsiasi impulso, più forte della malattia. Ed è la salute, la
salute militante, che ne esce quasi sempre vittoriosa.>>


Italo Svevo si chiedeva perchè rinunciare alla malattia, visto che
essa è l'unica cosa che ci consente di essere speciali e di vedere il
mondo in modo diverso, di vedere cose che la maggior parte delle
persone non riesce nemmeno ad immaginare. Sebbene la Tourette mi abbia
portato certi vantaggi, io ci rinuncerei volentieri, perchè per lo meno
potrei leggere più libri, senza fastidiosi tic di seconda tipologia e
senza ADHD. Ma "i dadi sono stati gettati", e a questo punto non ci
resta che fare come Robinson Crusoe e redigere il nostro inventario.

Scusandomi per l'eccessiva lunghezza della mail, le porgo i miei più
cordiali saluti.

Un abbraccio