00 19/12/2007 15:22
Ed ecco l'ultima sezione...


--------RECITARE UNA PARTE NELLA VITA--------

Ho sempre avuto difficoltà ad accettare i ruoli.
Sono molto relativista e metto in dubbio qualsiasi cosa...
Ogni mia frase sicura e precisa è una scelta tra milioni di diverse affermazioni e contenuti...nonchè a volte prese di posizione e conclusioni.
Già la frase "Sono molto relativista..." mi stride...è troppo certa, troppo sicura.
Si lo sono, ma se mi metto a guardare e scrutare troverò di certo aspetti che lo negano, e vedrò la cosa da punti di vista diversi.
Questo è uno dei miei drammi, guardo le cose da così tanti lati che non so accettarne uno e farmelo bastare. Spesso quindi una cosa che mi piace e che mi motiva, cambia valenza in base alla scala sulla quale la valuto e il punto di vista.
Dovrei vivere come pura essenza per non avere dubbi..essendo quello l'unico punto "fermo" che accetto...(anzi no...a volte neppure quello..)
Mi è difficile quindi dare una descrizione di me. Attorno alla mia esistenza, al mio passato, sento come un senso di torpore..di foschia.
Per tirare le fila di me stesso e trovare una conclusione spesso devo passare "ore" a pensare a eventi e pensieri per far quadrare tutto.
Mi irrita vedere le persone quanto si prendono sul serio..danno per scontate molte cose e si definiscono in maniera chiara e inequivocabile.
E' chiaro che in una certa misura lo fanno come meccanismo di difesa.
Questo pensiero mi porta ad una incapacità di scegliere un ruolo nella vita e di giocarlo per un tempo indeterminato.
Non ho certo paura di fare le cose, molti amici mi invidiano per il coraggio, ma se ci penso anche le cose più difficili le ho fatte sapendo che erano limitate nel tempo.

Sono convinto che la gente indossi maschere e reciti parti da copione. Ognuno si sceglie la sua recita e la mette in scena, così bene da crederla vera e immedesimarsi.
Ma in fondo nulla è deciso e nulla è scritto. (Non credo ad un destino scritto...credo che ci siano esperienze e situazioni che ci cerchiamo...che ci attiriamo per farci crescere, in pratica credo molto di più al concetto di "sincronicità" di Jung.)
In base a questo mio pensiero faccio una gran fatica a recitare un ruolo e fermarmi su quello. Potrei essere milioni di cose diverse...e non riesco a sopportare l'idea di scartare delle potenziali situazioni. Come ho detto in altri post...mi vedrei musicista..ma anche subacqueo in giro per il mondo...come anche inserito in qualche modo nel mondo dello sport..oppure ancora capoerista vagabondo...
Coltivo interessi e attività perchè in ognuna soddifso un lato di me...

Ho una mia immagine mentale per spiegare il motivo di tali recite non del tutto volute ma ben appiccicate alle persone.
La vita è come la pallina di quei "flipper verticali" che ci sono alle fiere...avete presente? Quelli in cui se la pallina entra nel buco giusto sul fondo del flipper si vince qualcosa...
Ci sono molti ostacoli casuali e ad ogni impatto la pallina cambia direzione. Quando arriva giù, quello che l'ha portata in quel preciso punto è la somma degli eventi (o ostacoli).
Le persone secondo me sono così.
Nasci cresci e vivi nella costante ricerca del piacere. O meglio, assenza di dolore. La vita deve dischiudersi, percepire, ricevere e dare; ma mai venir bloccata o restare traumatizzata.
Gli ostacoli della pallina sono gli eventi della vita. Spesso casuali, difficilmente prevedibili. Ad ogni evento la persona reagisce in base a ciò che ha imparato dagli "impatti" prima.
Eviterà le cose che per molti motivi hanno causato dolore..cercherà quelle in cui ha ricevuto piacere o quelle in cui immagina che ne riceverà. Se in queste ultime non sarà così le ricorderà come da evitare.
Il punto è che questo processo si da troppo spesso per scontato, senza mai tornarci sopra. E' ovvio e naturale che la vita abbia una componente imprevedibile. Ma capita..e non di rado, che dietro a cose in un primo momento "da evitare" ci siano interi mondi da eplorare, e soprattutto la libertà di aver deciso noi e non il caso.
Tra l'altro spesso si preferisce l'immobilità ma quasi esente da grossi rischi...che la sicura felicità minata da qualche rischio. Si gioca di compromessi e si castra la nostra vera natura.

Ecco, secondo me, perchè le persone recitano quella parte. A loro modo cercano di proteggersi da ciò che hanno imparato essere doloroso e opposto al piacere. Hanno calcolato che con quella parte evitano bene o male tutte le forme di sofferenza che non sopporterebbero. Vivono contratte, come uno che sta entrando in acqua al mare e sta rigido perchè le gocce non lo tocchino al di sopra del livello dell'acqua..

Io non sono certo esente da questo comportamento..solo lo vedo e cerco di capire come mi influenza e come superarlo in certi ambiti.
Durante il militare sentivo una forza inarrestabile dentro, l'idea di gettarla alle ortiche mi faceva star male. Nulla era davvero degno di quella forza..e non sapevo come spenderla. Forse non sapevo neppure (e magari non so tuttora) come usarla.