Forum Tic e Tourette - AST-SIT ONLUS Forum rivolto a chi è affetto dalla Sindrome di Tourette, a chi ha tic motori e vocali, pensieri ossessivi, compulsioni, ansia, panico, deficit attentivo e disturbi dell'umore. E' un'organo ufficiale dell'AST-SIT Onlus (Associazione Sindrome di Tourette - Siamo In Tanti)

Ditta Seeking: Laboratorio dinamico di auto-speleologia.

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    Seeking
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    Registrato il: 07/11/2007
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    00 19/12/2007 15:21
    Cari amici,

    In questi ultimi tempi sto raccogliendo molti dati sulla mia tourette.
    Piano piano sto facendo mente locale di tutti i tourettismi che ho anche da una vita ma che li prendevo come scontati.

    In questo post cerco di raccoglierli tutti per poterne discutere con voi...
    Tuttavia e' molto difficile da fare...sono molti e tutti ben fusi con gli automatismi. In più credo di avere problemi con la memoria a breve termine, per cui quando mi viene in mente di parlarvi di una certa cosa se non me la scrivo (e non so perchè ma a volte odio farlo..) me la dimentico.
    Sto aggiornando il file costantemente...cercando di mettere le nuove parti in accordo con la sezione originale. Spero di risultare sempre chiaro e semplice.
    Il problema più grosso è decidermi di postarlo...sto tentennando perchè temo manchino punti importanti, o non siano chiare delle cose chiave.
    So anche già che appena lo posterò, per quanto lavoro possa fare ora, mi verranno in mente nuovi spunti e modifiche da fare.
    Non lo considero quindi un lavoro finito, ma un laboratorio in funzione.
    Anche se in una certa misura mi sta sfuggendo di mano. Sto andando sull'analisi psicologica e spero di non essere troppo fuori argomento TS..

    Infatti può anche essere che varie di queste cose non siano tourette...o le siano collegate in modo minore...in questo magari mi aiuterete voi, se avrete voglia.


    Vado per argomenti...scrivo qui sotto un indice:

    -MOVIMENTI OSSESSIVI E SENSAZIONI DI FASTIDIO
    -"FILOSOFIA" DEI TIC
    -TIC MOTORI
    -ECOLALIA INTERNA?
    -MEMORIA E BREVE TERMINE
    -PROBLEMI DI CONCENTRAZIONE E DIFFICOLTÀ DA BAMBINO A SCUOLA
    -PRIMO APPRENDIMENTO RAPIDO...POI NOIA
    -DIALOGHI IMMAGINARI E MENTE CHE ELABORA
    -PENSIERI OSSESSIVI e forse DAP
    -DIFFICOLTÀ A CAMBIARE PARADIGMA
    -UMORE FLUTTUANTE
    -RICORDI, SENSAZIONI E IPERSENSIBILITÀ
    -PERCEZIONI
    -IL TEMPO
    -RAPPORTI UMANI
    -COSA MI MOTIVA DAVVERO
    -UNA SCELTA SBAGLIATA
    -RECIRARE UNA PARTE NELLA VITA

    Devo precisare una cosa. La mia attuale situazione di vita è dipesa da vari fattori fusi assieme. Da un lato credo che la sindrome giochi un ruolo importante nel determinare la condizione in cui sono.
    Dall'altro è la condizione stessa che determina sintomi e caratteristiche. E' un circolo vizioso...uscirne non mi è facile e per spiegare questo dovrei addentrarmi nei meandri del rapporto con i miei..
    Credo che alcuni lati di me, che sono quasi sicuramente tourette, sarebbero molto meno evidenti in situazioni diverse e fuori da un contesto che per certi versi mi imprigiona.
    Oddio..è così difficile spiegare tutto nella maniera più fedele possibile...

    Altra cosuccia..il fatto che ho suddiviso a capitoletti non dimostra un mio essere ordinato e preciso. Diciamo che a volte mi sforzo di trovare rigore e ordine, soprattutto in un caso come questo nel quale sarebbe da panico senza un minimo di pulizia. In questo modo potrete leggere un pò per volta senza diventare matti..
    Devo ammettere però che quando cerco l'ordine divento perfezionista. (se fate caso, le lineette prima e dopo i titoli delle sezioni sono sempre 8... *__*)
    Questa cosa del file che ogni tanto aggiorno, e dell'ordine a capitoli, mi ha preso bene. Ho suddiviso in questo modo perchè li per li avevo il "ritmo giusto"..un pò come diceva Morciano sul tempo che hanno in testa i tourettici e che "fanno" quand'è il momento giusto.



    --------MOVIMENTI OSSESSIVI E SENSAZIONI DI FASTIDIO--------

    Molti movimenti che faccio sono in un certo senso ossessivi, e spesso sono loro stessi a trasformarsi e fondersi con tic..
    Vi faccio un esempio: anche se non da sempre, in bagno devo "cancellare" assolutamente in maniera quasi ritmica tutte le gocce che vedo. In realtà non tutte tutte...ma quelle su cui mi fisso e che decido che vanno cancellate...in pratica ci passo un dito sopra.. Qualsiasi cosa stia facendo, mentre penso a tutt'altro cancello qualche goccia.

    Una cosa simile la faccio sulla tastiera...avete presente che alcune (o forse tutte) hanno sulla "j" e sulla "f" una righetta in rilievo sul lato inferiore del tasto? Ecco...DEVO passare il dito sopra quella righetta molto spesso, e lo faccio così automaticamente che ormai è normale e non ci penso neppure..nella mia mente è quasi come un consenso alle percezioni che ricevo.

    Poi sempre sulla "j" con la righetta, devo premere il tasto e subito cancellare la lettera che ho digitato...anche questo molto spesso...
    Non lo faccio solo con la j, lo faccio quasi sempre con molte parole che scrivo...cancello e riscrivo...

    Da una vita invece ho l'ossessione di non posare lo sguardo a filo o sopra alle "linee" o ai bordi degli oggetti.
    Questa è difficile da spiegare...
    Sperando di essere chiaro: Poso lo sguardo solo all'interno delle aree (anche se molto piccole) degli oggetti e mai vicino o sopra ai bordi. Ma neppure al centro esatto però, perchè immaginando che venga disegnata una croce e segnato il centro, metterei lo sguardo su un punto o una linea. Infatti su aree abbastanza grandi poso lo sguardo sempre su una zona abbastanza lontana dal bordo a non al centro. Immaginando di dividere un foglio di carta in quattro con una matita, e che questo foglio simuli un oggetto e come lo guardo, poso lo sguardo quasi sicuramente sulla metà di sinistra (quadrato sopra o sotto...spesso quello sotto...), quindi lontano dal centro, lontano dai bordi...e potendo lontano dal centro anche di quel quarto di foglio.
    Se guardo una linea, o un punto troppo piccolo da trovarne un centro, e fare il discorso del folgio mi crea un gran fastidio...

    Questa cosa la faccio anche usando come "mirino" il bordo del naso che vedo con l'occhio destro. Non è che strizzo gli occhi, guardo con entrambi ma pongo l'attenzione alla zona tra fronte e naso e con quella mi poso come dicevo prima negli oggetti.
    Questa cosa è continua, e qualche volte lo faccio anche con l'occhio sinistro guardando verso destra...ma prediligo la sinistra.
    Per molto tempo (e questo l'ho letto anche nel forum canadese..) usavo "nascondere" quello che guardavo coprendolo col bordo del naso chiudendo un occhio...
    Questa caratteristica mi condiziona molto nella vista..non sono quasi mai rilassato, di sottofondo mi da "fastidio" quasi qualunque cosa guardo. Tutto sommato con le persone non mi provoca grossi tic, anzi dato che mi controllo molto bene spesso quasi nulla. Però sento che non sono rilassato soprattutto parlando con una persona. Sto cominciando ora a collegare che forse alcuni stati di insofferenza che provo a volte possano essere collegati al trattenermi.
    Ci sono casi in cui per vari motivi non mi devo trattenere ma sono davvero rilassato, in quei casi tutto scorre meglio ed è più fluido e non sento disagi.

    [Preciso una cosa: sono ambidestro. Scrivo con la sinistra, uso il mouse con la destra (da alcuni anni causa tic sulla destra uso la sinistra...) sulla batteria sono destro, giocavo a tennis da destro...In pratica un pò e un pò..anche se in quel discorso di guardare gli oggetti prevale la sinistra...]

    La caratteristica di cui sopra la metto anche nei movimenti...mi danno fastidio i casi in cui sfioro col corpo un oggetto, o cmq quando ci sono così vicino da quasi sfiorarlo...in pratica va bene se lo tocco o ci sto abbastanza distante.
    Questa cosa influenza spessi i miei movimenti, in pratica mi immagino il punto (o i contorni) che traccia una parte del mio corpo nell'aria e su quella creo in un certo senso quel gioco di non toccare le linee.
    Per esempio immaginate che il mio gomito lasci un segno della sua posizione nell'aria. Se sto immobile (o non ci penso) tutto ok, se muovo il braccio e la posizione cambia il gomito attuale nella nuova posizione crea dei nuovi contorni che sono spostati rispetto a quelli precedenti.. Se sono troppo vicini mi da fastidio, e devo muoverlo di nuovo...e mi trovo presto a cercare posizioni in cui non vado a toccare linee di contorni precedenti. Mamma che casino, spero si capisca.
    Anche nella lettura mi da dei problemi. Essendo le righe e le lettere molto piccole, leggendo si è di continuo nei bordi delle lettere o tra riga e riga. Mi trovo quindi di continuo a sballottare gli occhi.
    Ho raccontato questo perchè, leggendo il post di presentazione di Giglio, Morciano si riferiva all'iper-controllo dei movimenti nel tempo e nello spazio dei tourettici...e credo sia consono con quello che faccio io.

    In pratica si instaura una specie di loop tra pensiero ossessivo e tic...mi vien voglia di fare un movimento..lo faccio e da un lato mi soddisfa..ma dall'altro devo rifarlo perchè facendolo mi ha innescato per esempio i fastidi di cui sopra..quindi si palleggiano la cosa entrambi..

    A volte mi danno un gran fastidio le cose lampeggianti. Se sono abbastanza veloci e restano di sottofondo nel mio campo visivo possono darmi fastidio...Per esempio certi banner piccolini nei siti...

    Altro iper-controllo (almeno così mi pare Morciano stesso lo abbia definito) è il caso dei coltelli o oggetti appuntiti.
    A volte non posso fare a meno di puntarmelo in un occhio, e nel desiderio morboso di avvicinarlo sempre di più faccio come degli scattini (volontari) in cui vado un pò più vicino e un pò più lontano...
    La stessa sensazione la provo anche vedendo gli altri con in mano oggetti appuntiti o coltelli...faccio la stessa cosa solo che immaginandomela...



    --------"FILOSOFIA" DEI TIC--------

    Mi è venuta in mente ora una spiegazione migliore di cosa provo quando faccio i tic. E' come se volessi "scrollarmi" qualcosa di dosso...è come se quel movimento mi desse l'impressione di essere benefico fatto in un certo modo..è un pò come quando giri una chiave difettosa nella serratura sperando di trovare il punto giusto a forza di provare...In realtà so bene che il beneficio è nel non farlo..infatti se mi concentro e mi spingo a rilassarmi trovo il benessere che cercavo...almeno finchè poi non perdo la concentrazione e torno istintivo e quindi ricomincio (anche se dopo il rilassamento con una soglia più bassa..). In effetti può sembrare in disaccordo con quello che si dice..cioè che è benefico il tic in se perchè scarica la tensione. Beh comunque provo anche questo...ne ho bisogno e quindi li faccio ma spesso uno tira l'altro e fa più male che bene. Se riesco a impormi un certo rilassamento abbasso la soglia e mi basta qualche leggero movimento per "soddisfarmi"...
    Per esempio in questi giorni (oggi è il 9/12/2007) sono molto nervoso...non so perchè dato che i motivi che potrebbero esserci sono gli stessi di tempo fa in cui ero più tranquillo e controllabile.
    Come ho detto di solito se mi fermo e mi concentro riesco a fermare i tic..ma in questi giorni il livello è piuttosto alto e non ho la forza per rilassarmi...come se sentissi che devo "espellere" qualcosa..
    Cmq da quando vi scrivo e ho portato a galla il discorso tutto è diversissimo da prima. Per esempio (non oggi però...) per fermare quasi tutto mi basta riflettere su cos'è un tic e quale sarebbe la naturale condizione umana (cioè se farli o no...)...pensando a ciò mi è molto più facile smettere...anche se per non molto tempo (diciamo che abbasso molto il livello...).
    Fino a qualche anno fa (e prima di pensare alla tourette) quando cercavo di trattenere tutto rilassandomi, spesso neppure ci provaro davvero..avevo una specie di superstizione...
    Temevo che se fossi stato davvero rilassato e senza neppure un tic sarebbe successo qualcosa di brutto alla mia famiglia...e anche per questo lasciavo perdere..

    C'è una cosa che noto...quando faccio un tic è come se in quel momento fossi distratto dalla realtà...è come se fossi meno presente. Non so spiegarlo bene sto elaborando quest'idea in questi giorni. In un certo senso sento che faccio i tic come per distrarmi dalla realtà che "è troppo" per me e non la sopporto e/o non la accetto. E' come se il mondo li fuori mi entrasse dentro e non potendo sopportarlo abbia bisogno di distrarmi...e qui ci si collega sul discorso del ritmo e di seguire una linea..(ma questo lo leggerete qui sotto..)..
    La cosa interessante comunque è che i tic (seppur magari molto meno..) mi seguono ovunque..anche in ambienti lontani dalla famiglia, amici e condizionamenti quotidiani. Anche quindi in posti nuovi e che mi piacciono e mi fanno sentire bene. Son parte di me e del mio interpretare il mondo. Magari non si notano però di sicuro li faccio.

    Se sto fermo riesco a rilassarmi molto facilmente...
    Più mi muovo, e più complessi sono i movimenti più mi viene voglia di "rovinarli" con qualche tic. Dico rovinarli perchè parlando quella sera con Giglio è emersa una cosa interessante.
    Gli raccontavo dei miei problemi nello studio della batteria, quando si tratta di stare anche 20 min su una tecnica ripetitiva e con la massima concentrazione. In quesi casi raramente riesco a non contrarre qualche muscolo e restare completamente rilassato nello studio.
    In un certo senso mi da fastidio che sia tutto così normale e preciso...(sembra assurdo...essendo un batterista appunto..)..mi annoia seguire il tempo perfettamente...mi annoia al punto da innervosirmi e aver bisogno di "sporcare" quella pulizia...
    La mia amica a questo punto ha detto: "Sarebbe come seguire una linea"...direi geniale! Non c'avevo pensato..la sensazione a volte è quella...

    Cmq vi faccio un esempio, a volte mi irrita fuori dai modi sentire il ticchettio degli orologi da muro...un pò per deformazione professionale un pò per tourette vorrei che quel tic tac "asincopasse" ogni tanto..o cmq cambiasse ritmo..e sentirlo li fisso e preciso mi da i nervi.
    Al contrario però se suono in maniera istintiva e libera seguendo le emozioni (beh suonando comunque con un senso logico...) non ho nessun problema...è quando penso a essere preciso, e che studio al massimo i movimenti che quello stare attento mi annoia e mi innervosisce.
    Ovvio che questo mi ha limitato molto finora nello studio della batteria.



    --------TIC MOTORI--------

    Negli anni ne ho avuto di tutti i tipi...derivanti da pensieri, idee, curiosità ecc... o più istintivi tipo quelli agli occhi testa e viso..
    Potrei stare qua ore a pensare e descrivere ogni tic, come è nato (se me lo ricordo) come si è evoluto ecc..
    Cercherò di tirar fuori il succo...

    Il peggiore da piccolo era uno alla testa: in pratica tiravo una frustata col collo, e la testa era come se fosse la parte finale di una frusta.

    In generale, spesso i movimenti che faccio nascono da un "cassarsi" il reale movimento che volevo provare.
    Vi faccio un esempio, prima parlando del tic alla testa come una frusta, per ricordarmi come facevo l'ho semi-provato..
    Ovviamente quell'ansia interna ha subito trovato un nuovo sfogo e mi veniva da rifarlo, non sono riuscito a bloccarlo subito ma solo a renderlo un "accenno di tic"..
    In pratica faccio per partire ma mi fermo e storpio il tutto, ciò che resta è solo un "leggero" movimento del collo..
    Poi ho ridato "fiducia" ai movimenti classici che preferisco dato che molto meno pesanti per il collo.

    Altro esempio: correndo e allenandomi non so perchè ma una volta mi era venuta voglia di imitare col braccio destro il sistema di biella-manovella delle ruote delle vecchie locomotive..in pratica dei movimenti circolari in avanti del braccio..
    Solo che cassandomelo già dall'inizio (anche perchè so che non mi basterebbe, lo dovrei fare più veloce, più lento ecc...) resta solo una contrazione della mano e dell'avambraccio..
    Questo per dire che spesso i tic (nel mio caso..poi non so) nascono da un desiderio di fare un certo movimento...

    Ancora un altro esempio: camminando ogni tanto, vorrei fare dei passi diversi in quanto a ritmo e distanza tra i piedi. Per esempio due o tre passi con ritmo doppio, o anche solo un passo ma asincopato rispetto agli altri. Solo che anche qui evito, sia per non dare spazio a quei movimenti sia perchè in mezzo alla gente.
    Ciò che ne deriva è una tensione sulla gamba destra che ogni tanto vorrebbe accelerare o frenare. La sensazione è un pò come l'orologio, vorrei cambiare il ritmo e variarlo..qui il ritmo dei passi appunto..
    All'esterno forse non si nota, però spesso ho avuto affaticamenti sul ginocchio o caviglia destra..

    Alcuni movimenti nati dal cassarsi qualcosa restano per molto e diventano abituali. Per esempio quello del camminare, lo avverto quasi sempre mentre cammino.

    Cosa curiosa invece, da un movimento che facevo con la gamba destra da seduto molti anni fa, ho "guadagnato" l'abilità di muovere il muscolo in una parte che con la sinistra non so muovere...

    Sempre nel camminare, molti anni fa, ogni tanto dovevo staccare entrambe i piedi dal suolo, seppur per un istante..

    Questo fatto dei movimenti da "provare" porta al fatto che meno cose faccio e più sto fermo, meglio riesco a rilassarmi. Più movimenti complessi faccio (come dicevo un pò sopra) più sono le possibilità che mi venga qualche strana idea. In generale quindi non devo dare corda a certi impulsi e devo mantenere un certo rilassamento.

    Molti tourettici dicono che questo trattenere spesso causa attacchi di panico. Può essere che in qualche modo mi faccia "male" trattenermi..il punto è che sarebbe peggio se non lo facessi...si andrebbe dal possibile malessere nel trattenere al circolo vizioso che si innesca e quindi l'aumento della soglia totale e quindi anche al farsi male fisicamente.

    Una possibile risposta al trattenere l'ho sperimentata qualche tempo fa..
    Ho provato durante tutto il giorno a rilassarmi più che potevo abbassando e tenendo basso il livello delle manifestazioni...
    Sentivo però dentro una tensione aumentare...avevo voglia di saltare e di sfogarmi...e infatti quella sera ad allenamento avevo un'energia pazzesca...tanto che la gente l'ha notato e mi chiedeva (per scherzo) se ero passato per qualche spacciatore...

    In generale in pubblico la maggior parte dei tic sono abbastanza nascosti. O con gli addominali (caso migliore..) o con i muscoli del collo o con il braccio destro...
    Ho notato che con le persone con le quali ho parlato della sindrome tendo a trattenermi più di prima...è come se non volessi ostentare questa cosa..per certi versi è meglio.
    Non soffro molto i tic, sono parte di me. Però vorrei anche imparare a rilassarmi più che posso quando voglio (oggi sono tranquillo per esempio..ma nn sempre) e il fatto che con quelle persone sarei tranquillo di farli ma preferisco non farli mi aiuta a rilassarmi.
    Ciò che vorrei sarebbe essere rilassato e avere una mente chiara e limpida.
    I tic a volte seguono e quasi aiutano il pensiero...altre invece lo "bloccano" lo distraggono...cmq anche questo non è mi ancora del tutto chiaro..ci tornerò sopra.



    --------ECOLALIA INTERNA?--------

    Credo di avere una specie di ecolalia, ma interna.
    Mi ritrovo spesso a ripetermi in maniera quasi compulsiva alcune parole o pezzi di frase di chi parla...e lo faccio associandolo a dei tic prevalentemente del viso o del collo e/o del respiro.
    Lo sto facendo anche ora, rileggendo le mie frasi.

    Non so se sia giusto in questa sezione...
    Ma notavo prima che mentre rileggevo frasi di questo documento, la mia testa assieme cantava la sigla di Goldrake che avevo appena ascoltato. Riuscivo a fare entrambi ma è un pò un caos. E' come se avessi due tracce in testa, una della voce interna che rilegge, l'altra della canzone che va..


    --------MEMORIA A BREVE TERMINE--------

    Un'altro post di Morciano che mi ha fatto pensare è dove (tempo fa) descrive la sua rovinosa caduta in bici causa lucchetto entrato nella ruota.
    Io ho davvero spesso problemi con la memoria a breve termine..
    Con gli amici ormai per scherzare dico che ho l'alzheimer...ma mi dimentico spesso un sacco di cose. Creo pensieri, propositi e liste di azioni che poi appena cambia il "paradigma" nel quale sono mi dimentico spesso del tutto. E' come se le cose che penso restassero in quel frangente di consapevolezza..e quando pongo la mia presenza su dell'altro le dimentico quasi del tutto. Mi resta spesso la sicurezza di aver scordato qualcosa che dovevo fare o pensare..
    L'altro giorno uscendo di casa sono riuscito a scordare tutto. Dovevo caricare il cellulare tra il pranzo e la partenza e non l'ho fatto..sono andato in camera per prendere dei vestiti, e mentre prendevo i pantaloni ho spostato una cosa un secondo e questo mi ha fatto dimenticare di prendere anche la maglia...infatti sceso di sotto mi son ricordato della maglia...e poi uscito di casa mi son reso conto che non avevo preso il ricambio per la palestra...cosa che avevo in lista.
    Per esempio prima ero in bagno a lavarmi le mani e pensavo alle cose da scrivere su questo file...mi era venuta in mente una cosa e avevo il proposito di notarmela sul cell in cucina 20 secondi più tardi..
    Arrivato in cucina la mia testa aveva già galoppato abbastanza da farmelo scordare...c'ho messo 2 minuti per farmelo tornare in mente...a volte questa cosa mi fa sentire un pò perso..non è piacevole.
    Ho notato anche che in momenti di stress ed emozione (magari in esibizioni o altro) se una certa sequenza non l'ho studiata bene è molto probabile che mi dimentico pezzi anche importanti e quasi ovvi.
    Sento la testa come leggera e faccio fatica a concentrarmi...a volte scordo anche cose che so benissimo.

    Durante il militare, come anche nella subacqeua (piena di attrezzature da ricordare e contollare) avevo superato benissimo questo problema crendomi uno schema immaginario e andando con un preciso ordine. Però nella vita normale non sempre si può ragionare così...e spesso molti dati li perdo.



    --------PROBLEMI DI CONCENTRAZIONE E DIFFICOLTÀ DA BAMBINO A SCUOLA--------

    Ecco un esempio di banalizzare il passato...l'altro giorno ho cercato di ricordare i veri motivi delle mie difficoltà a scuola.
    Ho ricordato che verso la 4 5 elementare i miei avevno fatto un accordo con la maestra. Quando mi comportavo bene e seguivo bene la lezione mi dava un bigliettino con una nota positiva da portare ai miei. Al contrario non mi dava nulla o addirittura una negativa. Ricordo che la sensazione di portare a casa sto bigliettino era mondiale, tutta la famiglia era felice e la giornata scorreva bene. Senza contare qualche cosuccia che mia mamma mi comprava...tipo ovetto kinder e altro...
    Però ricordo anche che ogni giorno mi ripromettevo che sarei stato bravo e mi sarei guadagnato quel bigliettino, ma mi chiedevo cosa avrei dovuto fare...nel senso che quando capitava era una caso...per chissà che motivi ero attento e rispondevo bene, ma raramente riuscivo a farlo di mia spontanea volontà. Non ricordo bene la sensazione, forse era fatica a stare concentrato..a trovare interesse in quello che diceva la maestra. Di sicuro la mia attenzione veniva catturata da milioni di fattori, sia a scuola che a casa.

    Sempre come difficoltà a scuola soffrivo molto l'imposizione di non andare in bagno quando mi scappava.
    Ben presto mi era nata la fobia di non poter resistere e di dover andare subito...tanto che se anche non era così urgente solo l'idea di dover resistere mi gettava nel panico più totale...quasi da non ragionare più e farla sul posto. Addirittura per anni non ho più bevuto latte o thè alla mattina per paura di aver necessità poi.

    Un caso in cui la mia attenzione viene catturata è mentre ascolto canzoni che conosco e che mi piacciono. Per esempio prima ho dovuto fermare una canzone perchè non riuscivo a concentrarmi nello scrivere questo post.



    --------PRIMO APPRENDIMENTO RAPIDO...POI NOIA--------

    In tutte le cose che ho fatto negli ultimi anni mi son sempre sentito dire che son molto portato.
    Come guida sub son portato...
    Ho anche fatto un'anno di salsa cubana...già dalle prime lezioni sapendo che non avevo mai ballato prima mi dicevano che c'ero portato...
    Come ufficiale avevo dei buoni valori e volendo una bella forza..
    Credo sarei portato per pilotare velivoli...
    E molte altre cose, soprattutto pratiche che comincio a razzo.

    Insomma in molti ambiti all'inizio imparo subito. Spesso mi concentro molto e fisso la mia mente su quello per imparare meglio possibile.
    Poi però subentra la noia...arriva il bisogno di studiare e di andare sul tenico per approfondire..
    E li mi blocco..quando la cosa diventa rigida schematica e rigorosa non ce la faccio. Duro fino alla parte istintiva...solo che in tutte le cose ce l'approfondimento.
    E qui penso che il problema nasca da un insieme di cose. La mia percezione del tempo e il "dolore" che mi provoca. Forse la paura di non riuscire e di sbattare contro i miei limiti.
    Forse per un eccessivo perfezionismo evito proprio di provarci..dato che so che non mi accontenterei e forse raggiungerei il mio limite.
    A volte ho anche ipotizzato di "aver paura di essere felice"...forse mi sono abituato a provare malinconia e tristezza che quando sono felice ho paura che finisca subito e di non essere più abituato a sopportarne la mancanza. Quest'ultimo pensiero credo abbia un fondo di verità. Mi son trovato spesso a rinunciare a delle cose per paura di riuscirci davvero..
    E' come se attribuissi troppa importanza a quella meta...e una volta raggiunta temessi di non trovare ciò che cercavo, per cui evito proprio di partire.



    --------DIALOGHI IMMAGINARI E MENTE CHE ELABORA--------

    Spesso mi creo dialoghi immaginari con una certa persona. E in questi spiego molte cose del mio pensiero, risolvo questioni in sospeso ecc..
    Spesso uso questi dialoghi come "copione" da usare in un dialogo vero, pena però sentirmi un pò finto e recitato...anche se sono comunque cose che penso davvero e che sento dentro.
    Ma non solo dialoghi, anche situazioni o sensazioni. Molto spesso sensazioni, ho la fissazione di simulare in mente determinate situazioni o cose.
    Per esempio quando sopra vi dicevo dei pensieri che mi sfuggono e non ricordo anche solo dopo 20 secondi; ecco scrivendo cercavo di rivivere in mente il momento in cui non ricordavo più le informazioni perse. Si crea quindi una scatola cinese di pensieri. Mi rivivo il momento in cui statvo tentando di ricordare in cucina, e in quella "simulazione" mi rivivo io che sono in bagno e penso all'idea da scrivere qui. Esattamente non smetto e non sono appagato, finchè la simulazione non è così reale da farmi rivivere "il flusso di coscienza" che avevo in quel momento.
    Molto spesso faccio sti casini..raggiungo conclusioni e soluzioni a idee totalmente astratte e le scordo subito.. E poco dopo tento di rivivermi quei momenti e riprodurre il pensiero...
    Spesso è più forte di me e devo fermare tutto e creare queste scatole cinesi.
    In realtà sento che avrei bisogno di dieci cervelli per mettere tutto assieme e cogliere il succo. Spesso lavoro freneticamente per "equalizzare" tutte le variabili e le idee...e spesso me ne esco con soluzioni e conclusioni equilibrate. Solo che a volte da quante variabili uso e da quanto relativizzo tutto, arrivo a soluzioni assolute. Filosofiche ed esistenziali, tanto da dire: "beh ora che lo so, ho comunque il quotidiano da vivermi..."
    A volte comunque credo che dovrei annotarmi alcune evoluzioni mentali e le soluzioni che trovo...solo che poi quando mi metto a scrivere mi sembrano stupidaggini e mi sento scemo.
    In generale faccio fatica a scrivere per me, di me. Infatti in questo caso dovendo spiegare a voi la cosa è diversa.

    Poi credo di essere ipercritico con me stesso...non sono mai soddisfatto del tutto e mi sento sempre scarso, penalizzando spesso ciò che so veramente invece di usarlo e dimostrarlo.

    Faccio un banale esempio di evoluzione mentale: come dicevo mi appasiona moltissimo il volo. Da morire, tanto che ho sofferto moltissimo una situazione in cui volevo provare a entrare in aeronautica ma per vari motivi non ho potuto. Da quella volta (ma anche prima in effetti...) mi immagino spesso come sarebbe la sensazione di volare, di essere pilota...Ma anche ai contorni di questo...per esempio gli amici che chiedono cosa si provi, o che "invidiano" quello che faccio. Cerco di immaginare più realmente possibile tanto da provare a volte per pochi istanti delle sensazioni reali collegate a quel pensiero.
    E questo in mille diversi ambiti..diciamo che vivo una mia vita parallela in testa...

    Tuttavia forse, grazie a questo continuo allenamento, ho lo capacità di immedesimarmi in situazioni mai provate e anche comprendere le persone..
    Spesso mi capita anche di "vivere la vita degli altri"..un pò come risultato di insoddisdazione della mia, e/o forse un pò di invidia anche se so che in genere tutti hanno le loro croci e nella soggettività di ognuno non si può banalizzare nulla. (Tra l'altro torna il fatto che guardando bene non dovrei essere poi così insoddisfatto..)
    Ecco forse dovrò elaborare il discorso invidia che faceva Morciano. Non pensavo di centrare con l'invidia, anche perchè la collegavo a sentimenti negativi e non di apertura..però forse la provo anch'io e mi condizione più di quel che creda.

    Riesco a vedere ogni singolo lato (conosciuto..) della mia vita e della mia mente in maniera distaccata ed equilibrata, e inserita nel mio contesto e nella mia storia.
    Quando mi analizzo e ammetto a me stesso difetti, dubbi, paure, limiti ecc.. riesco a vederli per quello che sono realmente. Tuttavia ci sono cose che ancora non ho affrontato e non so di certo quando lo farò, ma vedo cmq come interagiscono in me e con gli altri.
    Quando ho avuto più volte occasione di parlare con mia mamma (non di tourette o tic...) di molte cose che mi bloccano o delle motivazioni reali nella mia vita..la cosa che più la stupiva dopo ore di conversaione era la mia estrema lucidità ed equilibrio nel mettere tutto al giusto posto. Infatti ci voleva davvero molto per analizzare tutti i lati e pian piano li svisceravo non lasciando nulla al caso o scontato. Se considero una cosa prendo in esame anche l'opposto o la visione alternativa..
    Dice spesso che, la gente di norma va dagli psicologi per scoprire lati oscuri e blocchi da sistemare, mentre io so già tantissimo di cosa succede nella mia testa..il passo ora sarebbe affrontare.
    E infatti in questo periodo lo sto facendo. Non nego comunque l'importanza di un aiutino. E' per questo infatti che, agganciandomi alla tourette, mi piacerebbe aver modo di parlare con Morciano di molte cose. Anche se in questo documento sto dicendo molto (quasi tutto di ciò che sono..o almeno ciò che so finora..) parlarne dal vivo e di persona sarebbe un'altro mondo..senza paragoni.

    Non ho mai avuto simpatie per psicologi e compagnia bella..sono fortemente convinto che non abbia senso guidare una persona su qualcosa che non si è vissuto prima sulla propria pelle. Basarsi solo su teorie e statistiche annulla il lato umano e crea un "caso clinico", ne più ne meno. Beh poi dipende dai casi per carità..
    Cambia tutto invece nel caso di una persona con profonde basi teoriche, mente aperta e che vive lo stesso problema del paziente e magari l'ha anche superato.
    Sono molto orgoglioso e difficilmente ammetto un problema o una debolezza. Almeno questo fino a poco tempo fa, ora sto scoprendo il gusto di ammettere con forza e determinazione i propri difetti.
    Un pò come dicevo che a volte riesco a cambiare certi miei punti di vista, e infatti così ho fatto.
    E qui mi devo ricredere, più in basso dicevo che per ora non riesco ad agire molto sulle emozioni perchè le vivo intensamente. In questo caso sto dimostrando il contrario, l'orgoglio di salute fisica e mentale lo sto superando e me ne sto estraneando. E come ho appena detto quasi ci provo gusto ad ammettere una debolezza a testa alta e superarla se è possibile.
    La scoperta della tourette mi sta aiutando molto, ha messo assieme molti pezzi che non comprendevo. Mi sta per certi versi scagionando da vecchi sensi di colpa. E mi sta dando modo di affrontare molti lati che temevo di tirare fuori.



    --------PENSIERI OSSESSIVI e forse DAP--------

    A volte riesco a crearmi dei pensieri ossessivi che potrebbero trasformarsi in fobie.
    Per esempio il discorso che facevo sull'andare in bagno a scuola spesso nasceva perchè lo alimentavo con pensieri ossessivi.
    Succede tuttora se ho urgenza e sono per esempio in macchina con qualcuno. So che posso resistere però mi creo il pensiero martellante che devo liberarmi subito, e non smetto finchè non mi viene un "mini attacco di panico"..cioè mi sento sudare freddo e la testa va in panne fino al rischio di farla sul posto. Ora ho imparato a non dare corda a questi pensieri, oppure a ristabilire un equilibrio mentale quando già sento il sudore freddo..però a scuola in alcune occasioni mi è costato mooolto caro.
    Ora comunque succede molto raramente. Però per esempio ho preso grazie a questo l'abitudine di non bere prima di viaggi o situazioni in cui non posso sentirmi libero di andare in bagno.
    Lo stesso tipo di pensieri l'ho fatto in diversi ambiti.
    Una volta l'ho fatto sul "respirare"..Ho cominciato a pensare al fatto che se non respiri muori e ho portato l'attenzione al respiro. Ho spinto così tanto questo pensiero che ad un tratto mi è venuto il panico per l'idea di dover respirare per tutta la vita incessantemente.
    (*__* ...Ehm...azz pensandoci mi è quasi venuto anche ora...per un attimo ho sentito la mente vacillare... @__@)

    Forse DAP: Quella sensazione di terrore, di sudore freddo e la mente che vacilla...a occhio credo possa essere una specie di attacco di panico..magari non in stadio avanzato perchè mantengo un minimo di controllo e mi rendo conto di quel che sta succedendo. In effetti le sensazioni di inevitabilità di ciò che sta accadendo sono simili sia nel caso dell'andare in bagno, sia nel caso del respiro, sia nel caso di contatto interiore di cui vi ho parlato e che mi portava all'estrema consapevolezza di me. E' come se il tempo si rallentasse e ogni istante fosse densissimo..

    DAP causata da blocco tic?: In effetti non ho notato per ora se il bloccare i tic porti ad attacchi di panico. E' da poco che conosco la natura di tali movimenti, e quindi non ho mai speso molto tempo a bloccare del tutto. Ci sto provando ultimamente, ma spesso piccoli movimenti o contarazioni sono così normali li per li che mi è difficile stare sempre attento.
    Tuttavia ho il sentore che in me scatti quella sensazione di paura quando vado troppo in introspezione..e bloccare i tic porta ad un'aumento della percezione del proprio corpo e di se stessi per cui potrebbe essere collegato in qualche modo. Ci lavorerò e vi dirò.

    In conclusione questo condizionare i pensieri a volte è stato utile, mi sono imposto di cambiare un mio "gusto" o una mia opinione su qualcosa e ci sono riuscito.



    --------DIFFICOLTÀ A CAMBIARE PARADIGMA--------

    Ho fatto caso che una mia difficoltà è cambiare il paradigma nel quale mi trovo..
    Devo precisare che sono molto pigro nel momento iniziale..spesso vorrei starmene libero da tutto e tutti a pensare e lasciare galoppare la mente libera...beh poi di sicuro avrei bisogno anche di altro...ma a volte la sensazione è quella.. Per cui il momento iniziale, anche di cose che so che mi piacciono, faccio fatica a passarlo...
    Esempio banale, al mare anche d'estate prima di tuffarmi ci metto 15 minuti minimo...per pigrizia...perchè ho freddo..ma tanto so che quando mi tuffo non uscirei più e mi assale una forza e una vitalità che troppo spesso dimentico.
    E non posso neppure dire che soffro il freddo...ho fatto immrsioni in lago con 4°...anche se appunto..in quei casi mi spingeva una carica e motivazioni immense...
    Ecco...anche questo mi turba..quando provo (soprattutto in cose fisiche e pratiche) quella sensazione di forza ogni volta mi chiedo come mai esitassi pur conoscendola..solo che ogni volta "uscire" dal momento porta via anche la fiducia in quelle sensazioni. E' per questo che spesso ho pensato anche a diventare un incursore..fisicamente avrei potuto farlo...però come al solito è una scelta estrema...
    In particolare faccio una gran fatica a uscire ed entrare negli stati mentali..un buon esempio sono le canzoni..quando una canzone mi da tanto e mi provoca forti emozioni la devo ascoltare all'infinito...finchè non decifro quelle sensazioni...finchè non arrivo (spesso) a piangere e svuotare tutto su quella canzone..
    Ma anche in casi normali, passare da una canzone ad un'altra spesso è un dura...faccio fatica perchè le mie sensazioni da una all'altra cambiano di brutto, cambio paradigma appunto.
    E anche nella vita quotidiana trovo difficile passare tra un impegno e l'altro, tra una cosa e l'altra..
    E' come se cambiando anche solo posizione nello spazio, anche solo muovendomi la percezione di me e delle cose cambiasse...
    Spesso sono quello che parla di cambiare, di muoversi nella vita..ma devo ammettere che spesso faccio fatica. Per esempio anche nei piccoli eventi, quando si organizza qualcosa con gli amici...se poi per necessità si cambiano le cose, va tutto a rotoli..o anche solo cambiano obiettivi mi da un gran fastidio..non riesco ad accettarlo perchè mi ero fatto quell'idea e la coltivavo in mente.

    Una cosa che mi mette sempre in crisi è la gestione della mia mente. Faccio troppi progetti, troppe idee...e tendo sempre a volerle gestire assieme in contemporanea...col risultato che non ne faccio davvero bene neppure una.
    Un pò perchè ho sempre il senso di colpa di aver perso molto tempo, un pò perchè mi gasa l'idea di fare mille cose e saperle gestire anche se poi non ci riesco.
    Il bello è che spesso la mia mente "stacca" l'attenzione e si porta in quella condizione di vagare libera e in attesa di qualcosa. In pratica va in automatico, in istintivo..
    Poco fa infatti mi son messo a suonare la batteria...c'ho messo un energia e una motivazione che era da tempo che non sentivo..
    Se ogni giorno potessi suonare così motivato e così bene in poco tempo risolverei i miei problemi.

    Forse questo influenza proprio il meccanismo dell'apprendimento e del progredire a lungo termine.
    Anche se a volte so essere molto paziente, in altri casi non lo sono e rovino tutto in trend positivo.
    Esempio: anni fa facevo palestra, mi piaceva e vedevo che il mio corpo rispondeva bene. Però portare avanti nel lungo termine un allenamento, in cui si vedano risultati grossi e duraturi proprio non mi riesce. Un pò mi viene l'ansia di dover aspettare troppo per vedere risultati. Un pò non ho la costanza di continuare. E pur sapendo che sarei felice dei risultati che di sicuro ci sarebbero, li per li quasi non ci credo..tanto da farmi rinunciare. In questo periodo mi sto allenando duramente, tra capoeira e ginnastica artistica. Sto vedendo cambiamenti mai visti prima, e pensando alla "facilità" con la quale li ho raggiunti mi viene rabbia a pensare di non averlo fatto prima.

    Dovrei restare per sempre nel momento del trend positivo. Ma come si fa? Tra l'altro in questo i miei sono sempre riusciti (soprattutto mio padre) a rendermi la vita difficile con condizionamenti anche e spesso indiretti. La sola presenza crea un paradigma nel quale ci sono e anche non volendo vengono influenzati da qualunque cosa faccio. Quando non ci sono, o sono via io torno libero in quel senso.



    --------UMORE FLUTTUANTE--------

    Poi sono molto lunatico...ho momenti di assoluta energia in cui spaccherei le montagne...e poco dopo, anche manciate di secondi, cado in paranoia e sento una certa ansia e insoddisfazione. Di certo posso procurarmi i momenti di energia. Per esempio con lo sport o con la musica...e in quei momenti fioriscono i buoni propositi e trovo soddisfazine...che però sparisce poco dopo quando cambio paradigma.
    A volte sento l'ispirazione giusta e la spinta giusta...e vorrei durasse almeno qualche giorno...



    --------RICORDI, SENSAZIONI E IPERSENSIBILITÀ--------

    Un'altro punto che vorrei capire sono le evocazioni che mi provocano odori e situazioni e canzoni.
    Si dice che un tourettico sia davvero molto sensibile...forse si può notare anche in questo?
    So che un pò tutti vengono rapiti a volte da un odore o un profumo che ricorda qualcosa di specifico..
    Ma a me a volte fa proprio male...sento un odore che mi evoca una situazione o un periodo del quale percepisco le sfumature...il senso..l'atmosfera che respiravo..e sto delle ore bloccato a tentare di afferrare quelle sensazioni e tradurle..è come se tentassi di rivivere quei momenti con più coscienza..
    La stessa cosa mi succede con la musica..anche solo una canzone che ascoltavo 3 mesi fa ma che mi ha scavato molto mi evoca le sensazioni che provavo allora. E' come se mentre vivo quel momento non riuscissi a capirlo e mi scorresse via, quando ne sono fuori anche solo per poco, evocandolo lo vedo nella sua interezza.
    In pratica mi fisso molto e spesso sulle sensazioni che mi provoca la vita quotidiana...situazioni, momenti...un sacco di informazioni che elaboro rendendo "densi" quei momenti...e non si può sempre vivere così.
    E per farcire il tutto mi viene a far compagnia quella malinconia profonda di cui vi parlavo..complice il clima, qualche odore, una musica e un ricordo. Quando viaggio e vado in un'altra città, i primi giorni mi sento morire dalla malinconia...vedo posti nuovi,persone nuove e provo quello che diceva Novecento sul romanzo di Baricco...mi viene il panico perchè mi immedesimo in chiunque vedo e mi chiedo, potrei essere lui...o lui...o l'altro e vivere li fare quel lavoro...ma potrei anche diventare un barbone o vivere momenti tragici...e via così. E' come se mi sentissi in colpa all'idea di essere me stesso, e mi sentissi in dovere di "essere anche un pò gli altri"... E sento una gran paura di scegliere una cosa e solo quella...e diventare solo quello...

    Per esempio la musica, certe canzoni...quelle che toccano le mie corde (e sono davvero molte...) mi danno una forza enorme...ora per esempio sto ascoltando "Talkin about a revolution" di Tracy Chapman, ecco ora mi metterei a mandare messaggi in giro con scritto "ti voglio bene" ecc... mi prende un empatia travolgente, vorrei raccontare a tutti le emozioni che provo...e infatti spesso faccio ste cose, mi metto a smessaggiare in giro in modo empatico..
    Oppure anche solo una nota..degli accordi..mi fanno venire voglia di libertà, di partire..di volare via.

    Mi commuovo molto facilmente. Anche solo leggendo un messaggio e pensando ad una risposta di amicizia di affetto. Ogni tanto mi prendo dei momenti la sera al buio, nella mia saletta con la batteria. Ascolto pezzi e canzoni che mi evocano ricordi e sensazioni e mi lascio andare facendo un bel pianto. E' curioso perchè raramente piango per il motivo per cui sono triste...anche perchè la maggior parte delle volte lo faccio senza un preciso e pressante motivo. Ma se anche fosse causato da un preciso evento, appena parto non ci penso più. Penso a qualsiasi cosa, nella mia mente credo si annulli il giudizio. Cioè non giudico più, mi sento empatico verso tutto e tutti e piangendo penso ad amici, eventi situazioni..ma anche alle persone che conoscerò e a tutte le emozioni e sensazione delle altre persone..e via via vado sempre più sul filosofico e relativo, espando il pensiero..finchè giungo a piangere quasi di gioia e comprensione che tutto scorre e tutto ha un senso anche le cose peggiori.

    A volte non riesco a contenere tutta la gioia che sento...
    Altre il contrario...vengo sopraffato e attirato dalla malinconia, dal dolore che a volte mi da la vita anche solo per le forti emozioni e sensazioni. La profonda frustrazione di sentirmi solo e confinato in questa mente..in questo corpo e in questa vita. La frustrazione di sapere che non sono certo l'unico a provare tutto ciò e che quindi devo accettarlo. Si ma allora..perchè gli altri non ne parlano? Come posso dare importanza a ciò che sento e allo stesso tempo capire gli altri e dire che siamo sulla stessa barca.
    Ho sempre e cmq la mia individualità e in questa provo e percepisco..e come diceva jovanotti su "non c'è libertà":

    "mi sono svegliato e ho visto sofferenza intorno a me
    e poi mi sono tagliato col rasoio mentre mi radevo
    e tutta la sofferenza intorno a me è sparita
    ero da solo con la mia ferita"

    A volte mentre affogo nella mia malinconia mi annullo...vorrei solo morire...forse non nel vero senso del termine...o forse si. Vorrei sparire lentamente e sprofondare nell'inconsapevolezza totale..

    Ho questi estremi che vivono assieme e di continuo in me. Posso attirarli a piacere...solo che la malinconia è più facile della gioia...è più facile navigare nel mare della tristezza che reagire e spaccare le montagne.
    A volte le emozioni si confondono e si compenetrano così tanto da diventare un tuttuno.. Ora per esempio sto ascoltando "Mad World" di Gary Jules..come dire volersi far del male :)
    Sta canzone mi tira fuori le viscere...e mentre scrivevo due righe sopra "reagire e spaccare le montagne" ho sentito la fiamma pilota divenire vampata...accompagnata da un magone di commozione...e tutto si è mescolato fino a non capire più se sono triste o contento.



    --------PERCEZIONI--------

    Mi diverto a volte a giocare con le percezioni.
    Per esempio (boh magari è normalissimo) riesco volendo a estendere l'attenzione percettiva a tutto il corpo nello stesso momento. Pongo l'attenzione su tutto il corpo e ascolto le sensazioni che ricevo. Se lo faccio bene sento di essere un tuttuno..un blocco di materia definita che si sposta nello spazio. (descrizione orribile...) E' come prendere qualcosa in mano e stringerlo delicatamente...se ne avvertono la forma e i confini..ecco una cosa simile solo che fatta con il pensiero e sul proprio corpo.

    Poi tempo fa (anche ultimamente) motivato dall'esperienza del militare usavo andare in giro in pieno inverno con una misera felpa..
    Mi piaceva provare a gestire le sensazioni che provavo a livello corporeo. Semplicemente me ne estraneavo.
    Stando con quasi zero gradi delle ore solo con una felpa pian piano attraversavo varie fasi di freddo. Prima miseria, poi brividi e tremori e pian piano freddo con reazione corporea. Quest'ultima era la fase migliore, potevo stare così senza soffrire delle ore dato che il mio corpo reagiva perfettamente. Non avevo nessuna traccia di brividi o tremori, ma solo dopo un certo ambientamento e dopo aver allontanato il desiderio di un posto caldo. Ovviamente il mio corpo era freddo, ma in una fase di equilibrio mentale e fisico da poter resistere senza sforzo.
    In un certo senso affrontare qualcosa che non da piacere (nel caso fisico ma anche psicologico..), buttarcisi a capofitto e immergersi a volte può essere un'ottima terapia. Un pò come entrare in acqua quando si ha miseria, non entri un poco alla volta...fa peggio.. Ti devi buttare del tutto! E quando sei dentro affronti ciò che avviene senza dubbi e con forza. (Mi riferisco anche al mio aver fatto outing sulla sindrome..)
    Anche in casi minori mi piace ascoltare le sensazioni che ricevo dal corpo. Per esempio quando entro in un locale caldo dopo aver provato miseria fuori anche se per pochi secondi. La sensazione di compattezza del corpo data da una diffusa percezione grazie al calore, e la prontezza del fisico è molto piacevole.

    Facevo e faccio tuttora la stesso per il dolore, lo scruto lo analizzo e non mi ci identifico. Lo provo e lo guardo "da fuori". Non so se questo possa centrare con la tourette, di sicuro è una cosa che credo facciano in pochi.

    Altro ambito in cui ho provato il controllo delle percezioni è la fame. Per molti aspetti (anche di arti marziali..) mi son trovato a fare un breve digiuno di 24 ore.. Mi è piaciuta molto l'esperienza, tanto che ho voluto ripeterla e con una durata più lunga. Mi sono anche informato sul lato scientifico dei digiuni, anche per sapere a cosa andavo incontro e come gestirli per il meglio.
    L'ultimo che ho fatto è stato di 3 giorni e mezzo a sola acqua (tanta acqua..). Anche in quel caso ho lavorato sull'estranearmi dalla sensazione di fame.

    Poi mi diverte associare gusti ed odori a cose completamente differenti...
    Vi faccio un esempio di una cosa che ho notato da poco.. l'altra sera mi son fatto un tost col brie...mangiandolo e soffiando aria nel naso (in questo modo i gusti vengono enfatizzati molto...provate!) il pungente profumo mi ricorda molto l'acqua salata di mare quando ti entra nel naso...e non solo, mi ricorda anche il profumo e il gusto che si sentono mangiando una caramella gommosa di liquirizia salata..
    E questo con molte altre cose..

    Credo che un'altro ambito in cui sia davvero utile estranearsi da qualcosa sia nelle emozioni. Li c'ho provato poco, ne sono schiavo e per ora non me la sento di privarmene. Però credo che potrebbe essere un buon lavoro anche nel caso della tourette.. Studiare a mente calma e da "estraneo" le proprie emozioni e sensazioni può essere uno strumento efficace per studiare su se stessi la sindrome e molti altri aspetti dell'essere umano.



    --------IL TEMPO--------

    Devo dire che sono un pò fissato col passato. Lo scorrere del tempo mi ammazza, a volte prendo come riferimento un evento bello o brutto...e vedo che è già passato un mese..questo mi fa pensare e mi blocco li a ragionarci su. E' anche il motivo per cui spesso mi blocco nei progetti..l'idea che l'impegnarmi farebbe volare quel tempo mi blocca..
    Oppure il contrario, non riesco ad avere costanza in quello che faccio..devo essere istintivo..credo sia un pò come diceva Morciano riguardo al ritmo dei tourettici che fanno qualcosa solo quando sentono il ritmo giusto. Se mi organizzo e faccio tutto regolare e con costanza la mia mente si ribella..mi inganna, mi dice che non mi piace più ciò che sto facendo...e finisco con smettere di farlo.
    In effetti il modo migliore per vivere sarebbe stare ben centrati nel presente. Nel qui ed ora. Senza tuttavia perdere lo sguardo al passato e al futuro.

    Sempre legato al tempo, credo di avere la tendenza a "banalizzare" il passato..ad appiattire tutto. Per esempio i momenti brutti e le considerazioni che in quei momenti facevo...se ci ripenso mi semnbra tutto più piatto. Poi però come al solito una canzone, un profumo o una situazione mi fanno tornare in mente le vere emozioni provate, e vedo che realmente avevo sofferto...oppure al contrario ero stato davvero forte e bene.



    --------RAPPORTI UMANI--------

    Analizzavo il mio rapporto con le persone. E ripensando anche a un post di Eddie sulla rabbia mi sono ricordato che a volte provo un forte senso di sadismo e vittimismo nei confronti degli altri.
    A volte, per quanto mi sforzi di ragionare, ci sono cose degli altri (persone care comunque..) che mi danno fastidio (non sulla sindrome..)..Non sono cose così ecclatanti anzi, ma non riesco a superarle e mi devo incacchiare.
    Li per li non ne parlo subito a quella persona, lo tiro fuori alla 2° o 3° occasione simile... E poi li lo faccio pesare. Poi riesco a trattenermi, ma sentirei una gran voglia di umiliare quella persona, di farla pesare da morire...come una specie di sadismo e non so neppure io dove vorrei arrivare. Se penso a cosa vorrei ottenere non lo so..sento solo che vorrei lanciare questa spirale di autodistruzione in un certo senso.
    Poi a volte faccio strani pensieri riguardo ai rapporti con certe persone...cioè immagino di prendermela per stupidaggini o di rovinare tutto per nulla...in pratica sempre pensieri estremisti...
    Oppure ho semplicemente paura di gestire un momento stupendo...tipo paura di rovinarlo o ansia al pensiero di non "prendere" tutto ciò che può darmi...

    Con le persone sono quasi sempre allegro e scherzoso. Se vengo apprezzato e ho il via libera divento un vulcano, specialmente distorgendo parole o frasi miei o degli altri e rendendole ironiche o ridicole..
    Poi però sono anche famoso per battutaccie assurde e demenziali..
    In alcune situazioni invce (dipende dalle persone) mi sento in imbarazzo, mi chiudo a riccio e a volte divento quasi irritabile.. beh mooolto raramente però..

    Però ho anche momenti opposti..a volte mi "spengo" e il mio umore cala a picco e mi sento insofferente..vorrei fare dell'altro, spesso cose fisiche e adrenaliniche..
    Anni fa (ma capita anche ora) gli amici mi "rimproveravano" che ogni tanto "sparivo" da questa terra, mentre si parlava e si scherzava...ogni tanto io mi assentavo e guardavo come nel vuoto..
    Li per li non ci facevo caso, venivo catturato da pensieri, preoccupazioni, idee, disagio e quant'altro e la mente si perdeva...

    Come dicevo nella mia presentazione, dagli anni di sofferenze a causa della mia troppa dipendenza dall'amicizia e la troppa sensibilità, ne ho ricavato qualcosa di buono (almeno io lo vedo così).
    Cerco spesso momenti di profonda connessione con le persone...a volte li spingo ad aprirsi aprendomi io per primo. Molte volte mi è capitato che le persone si aprissero perchè mi sentivano disponibile.
    Posso dire di aver vissuto momento magici in molte occasioni, che già questi bastano a darmi motivo e gioia di esistere.

    Con i miei genitori spesso nascevano litigi per la mia incapacità di lasciar perdere un discorso che non era stato ben compreso.
    C'era per esempio un malinteso...dovevo assolutamente spiegarlo, spiegarne le responsabitlià e la dinamica.
    Solo che i miei (mio papà) mi zittiva dicendo che ero polemico, e siccome non riuscivo a mollare ma cercavo di spiegare le mie ragioni nascevano litigi furibondi.
    Mio padre quando si scalda è terribile, va fuori di testa...per carità non rompe nulla e non fa male ma fa paura questo si.
    A volte è capitato questo meccanismo anche con gli amici...nasceva un piccolo malinteso che dovevo spiegare (e spesso magari avevo ragione davvero...) ma molto velocemente la cosa degenerava e venivo visto come permaloso, logorroico e pesante.

    Il problema attuale più spinoso è la mia convivenza con i miei.
    In realtà non è un problema attuale. Esiste da sempre, ma è venuto a galla subito dopo il militare.
    La loro presenza (principalmente quella di mio padre) mi blocca, mi irrigidisce. Mi condiziona da morire lui e il suo umore.
    Una bella giornata venire minata se lui è di cattivo umore. Al contrario posso essere io giù e lui allegro e tutto gira meglio anche per me.

    La loro presenza a casa modifica il funzionamento della mia mente. Mi sento dipendere dalle loro idee e dal fatto che qualunque cosa faccio, anche involontariamente arriva alla loro coscienza.
    Questo mi distrugge. Quando sono fuori casa (mooolto raramente e per massimo due ore..) o quando sono via io la mia testa è libera. Funziona da tourettico certo, ma è rilassata e elabora liberamente ciò che deve elaborare. Quando i miei sono a casa invece è tutto diverso.
    Qui non è un discorso di libertà che mi lasciano più o meno...sono libero di scegliere e non ho particolari vincoli. Qui è un discorso nella mia testa..motivato certo da antichi comportamenti da parte loro e da una tuttora mentalità contrastante tra me e mio padre in certe cose.
    Il motivo principale in questi ultimi anni, per cui sono rimasto a casa, era lo studio della batteria. Ce l'ho a casa e ho una saletta insonorizzata. Al di la dei soldi che ho speso, è davvero una comodità che pochi hanno.
    E come spiegavo, non mancava anche la paura di uscire di casa, facendo qualcosa che non sia consono con quella forza che sentivo di dover sfruttare al meglio.



    --------COSA MI MOTIVA DAVVERO--------

    Mi è venuto in mente ora un collegamento all'azzeccato concetto della VITA VERA...ci sono delle situazioni in cui NON mi sento in colpa...in cui NON mi importa del giudizio degli altri...in cui HA DAVVERO SENSO vivere... e sono le situazioni in cui sento che sto progredendo...in cui sento che sto vivendo sul filo del rasoio, sui miei limiti e vedo che li sto spingendo millimetro dopo millimetro avanti...
    Questo è in assoluto la vita che vogio fare...
    L'effetto maggiore ce l'ho nel lato fisico, per esempio nello sport. In pratica vivo la vita stessa come uno sport.
    Non sopporto l'idea di vivere una vita mediocre nella media...devo vedere che non butto via ciò che ho...e significa capire le mie doti e usarle, spremerle bene.

    E' nella pratica che sento di potermi esprimere meglio...faccio un esempio banale..
    Mi sarebbe piaciuto fare il pilota proprio per il piacere che provo nel "pilotare" qualcosa.
    Infatto mi piace molto guidare. In questi ultimi anni sono nella fase "salotto"...mentre guido riesco a fare un sacco di cose...mando un messaggio, smanetto col lettore minidisc, smanetto col riscaldamento per disappannare il parabrezza ecc...spesso infatti guido con le ginocchia se devo fare altre cose...e lo faccio lo stesso anche se devo solo guidare...in pratica me ne sto tranquillo a braccia conserte a parte in curve strette e quando devo cambiare marcia. Mi piace molto la sensazione di essere attivo e operativo in una cosa che non prevede errori o distrazioni.
    A volte può capitare che sono in macchina con altri e non guido io, e capita che il pilota debba per esempio soffiarsi il naso. Allora comincia in maniera buffa e impacciata a dividere l'uso delle mani tra il fazzoletto e il volante, tenendo il volante a colpettini quindi impreciso e pericoloso. Io mi chiedo ogni volta perchè non pensino alla gamba...è li che non fa nulla...perchè non usarla?
    Lo dico anche, ma vengo spento in modo annoiato con un "non ci arrivo"...e te credo devi mettere il piede in punta e magari alzare tutta gamba in blocco...sarà mica difficle.
    Il mio controllo con la gamba è forte e sicuro, valido sostituto momentaneo della mano che appena serve è li che arriva.

    Questo è solo un esempio, per dire due cose:

    -Una che trovo davvero soddisfazione nel pilotare o nel fare cose pratiche con un risultato istantaneo assicurato. (e questo torna nel fatto che faccio fatica a pianificare e ad aspettarmi risultati a lungo termine..e anche a causa del dover "surfare l'onda" quando come si diceva sento il ritmo giusto..)

    -Due che spesso in molte cose vedo particolari che "escono dal coro" ma che la gente non coglie e non ha voglia di sperimentare e ciò mi irrita da morire a volte.

    Una cosa che spinge da morire e prima poi cederò è il volo. Ho bisogno di vivere quella dimensione. La sogno ovunque...dai modellini radiocomandati al paracadutismo al pilotare qualche velivolo...
    Una situazione di adrenalina, ma anche di scoperta e magia come il volo, metterebbe in moto tutto me stesso senza rimpianti o dubbi. Sarebbe un caso in cui al 100% non potrei volere altro e mi sentirei totalmente appagato.


    --------UNA SCELTA SBAGLIATA--------

    Verso fine agosto ho fatto una scelta sbagliata...dettata dal panico.
    Ma prima premetto alcune cose:
    Dovete sapere che prima di fare il militare...dal '98 mi ero iscritto all'uni...ingegneria informatica.
    L'ho scelta perchè fin da piccolissimo ho sempre usato smontato giocato con i computer.
    Alle superiori ne sapevo più dei prof, e questo mi causava una gran soddisfazione.
    Va da se che nella scelta dell'uni ho pensato subito a questo immaginando che avrebbe pensato la struttura a darmi modo di tirar fuori la mia passione e le mie capacità di comprendere e usare un computer.
    Non è stato così...mi son trovato di fronte un mondo di studio, di tempi e di organizzazione che non sapevo e non volevo affrontare.
    Come dicevo a scula sono sempre stato difficoltoso..mio padre (ingegnere elettronico...) mi ha sempre spinto dandomi una mano a studiare. Non ho mai perso anni "grazie" a lui.
    Alle superiori per vari motivi ho scelto di andare a scuola di mio padre...la conoscevo, ero già di casa e si studiava elettronica.
    Il professionale era la scelta migliore, sia per la minor mole di teoria (sese...in teoria..negli ultimi anni erano solo elucubrazioni...) sia per l'aspetto di darti volendo un lavoro anche senza laurea.
    Ovviamente la scelta è stata terribile...per anni sono stato sfottuto (oltre che per i tic..) perchè ero il figlio del prof (cmq non sono mai stato nella sua classe..) e dicevano che ero raccomandato.
    Per questo dovevo studiare più degli altri per dimostrare a professori e compagni che non era vero.
    Anzi, era arrivato il punto in cui mio padre mi correggeva tutto a casa e spesso non potevo fare da solo i miei errori...e anche le cose che venivano bene non le lasciava intatte perchè voleva che facessi meglio.
    Conseguenza...non ho imparato a camminare con le mie gambe per davvero.
    Dopo il militare, gasato dalle nuove energie che avevo smosso ho pensato di riprendere l'uni. Con nessun risultato perchè mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
    Son passati vari anni..era il 2003. Ho fatto i brevetti di sub, son diventato guida e ho fatto varie esperienze. Ho studiato la batteria e ho cominciato capoeira...(in mezzo a tutto questo il mio studio sul mistero dell'esistere...mia fissa mai assente).

    Poi la cazzata..da manuale. Perfetta e terribile allo stesso tempo.

    A settembre vedendomi ormai 29enne (a tratti me ne frega a tratti no..però qui torna il concetto del tempo che spiegavo..) con mille hobbies..mille propensioni...mille capacità ma nessuna davvero assodata...mi è venuto il panico.
    Pensa e ripensa..ho ripreso l'uni a Treviso. E come direbbe il miglior Homer Simpson..: "DOOH!!!"
    Ho ancora crediti da quella volta..in pratica ho cominciato al secondo anno...si però...Con che testa??
    La sensazione era come quella che ha spinto all'outing..."Bene ora affronto tutti i mostri e i fantasmi...e mi libero"..però non è così semplice e per ora la barca sta affondando.
    Ora in pratica non faccio bene ne batteria ne uni...

    N.B. L'ultima sezione "RECITARE UNA PARTE NELLA VITA" la metto nel secondo post dato che diceva che tutto intero era oltre i 65535 caratteri...
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    Seeking
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    00 19/12/2007 15:22
    Ed ecco l'ultima sezione...


    --------RECITARE UNA PARTE NELLA VITA--------

    Ho sempre avuto difficoltà ad accettare i ruoli.
    Sono molto relativista e metto in dubbio qualsiasi cosa...
    Ogni mia frase sicura e precisa è una scelta tra milioni di diverse affermazioni e contenuti...nonchè a volte prese di posizione e conclusioni.
    Già la frase "Sono molto relativista..." mi stride...è troppo certa, troppo sicura.
    Si lo sono, ma se mi metto a guardare e scrutare troverò di certo aspetti che lo negano, e vedrò la cosa da punti di vista diversi.
    Questo è uno dei miei drammi, guardo le cose da così tanti lati che non so accettarne uno e farmelo bastare. Spesso quindi una cosa che mi piace e che mi motiva, cambia valenza in base alla scala sulla quale la valuto e il punto di vista.
    Dovrei vivere come pura essenza per non avere dubbi..essendo quello l'unico punto "fermo" che accetto...(anzi no...a volte neppure quello..)
    Mi è difficile quindi dare una descrizione di me. Attorno alla mia esistenza, al mio passato, sento come un senso di torpore..di foschia.
    Per tirare le fila di me stesso e trovare una conclusione spesso devo passare "ore" a pensare a eventi e pensieri per far quadrare tutto.
    Mi irrita vedere le persone quanto si prendono sul serio..danno per scontate molte cose e si definiscono in maniera chiara e inequivocabile.
    E' chiaro che in una certa misura lo fanno come meccanismo di difesa.
    Questo pensiero mi porta ad una incapacità di scegliere un ruolo nella vita e di giocarlo per un tempo indeterminato.
    Non ho certo paura di fare le cose, molti amici mi invidiano per il coraggio, ma se ci penso anche le cose più difficili le ho fatte sapendo che erano limitate nel tempo.

    Sono convinto che la gente indossi maschere e reciti parti da copione. Ognuno si sceglie la sua recita e la mette in scena, così bene da crederla vera e immedesimarsi.
    Ma in fondo nulla è deciso e nulla è scritto. (Non credo ad un destino scritto...credo che ci siano esperienze e situazioni che ci cerchiamo...che ci attiriamo per farci crescere, in pratica credo molto di più al concetto di "sincronicità" di Jung.)
    In base a questo mio pensiero faccio una gran fatica a recitare un ruolo e fermarmi su quello. Potrei essere milioni di cose diverse...e non riesco a sopportare l'idea di scartare delle potenziali situazioni. Come ho detto in altri post...mi vedrei musicista..ma anche subacqueo in giro per il mondo...come anche inserito in qualche modo nel mondo dello sport..oppure ancora capoerista vagabondo...
    Coltivo interessi e attività perchè in ognuna soddifso un lato di me...

    Ho una mia immagine mentale per spiegare il motivo di tali recite non del tutto volute ma ben appiccicate alle persone.
    La vita è come la pallina di quei "flipper verticali" che ci sono alle fiere...avete presente? Quelli in cui se la pallina entra nel buco giusto sul fondo del flipper si vince qualcosa...
    Ci sono molti ostacoli casuali e ad ogni impatto la pallina cambia direzione. Quando arriva giù, quello che l'ha portata in quel preciso punto è la somma degli eventi (o ostacoli).
    Le persone secondo me sono così.
    Nasci cresci e vivi nella costante ricerca del piacere. O meglio, assenza di dolore. La vita deve dischiudersi, percepire, ricevere e dare; ma mai venir bloccata o restare traumatizzata.
    Gli ostacoli della pallina sono gli eventi della vita. Spesso casuali, difficilmente prevedibili. Ad ogni evento la persona reagisce in base a ciò che ha imparato dagli "impatti" prima.
    Eviterà le cose che per molti motivi hanno causato dolore..cercherà quelle in cui ha ricevuto piacere o quelle in cui immagina che ne riceverà. Se in queste ultime non sarà così le ricorderà come da evitare.
    Il punto è che questo processo si da troppo spesso per scontato, senza mai tornarci sopra. E' ovvio e naturale che la vita abbia una componente imprevedibile. Ma capita..e non di rado, che dietro a cose in un primo momento "da evitare" ci siano interi mondi da eplorare, e soprattutto la libertà di aver deciso noi e non il caso.
    Tra l'altro spesso si preferisce l'immobilità ma quasi esente da grossi rischi...che la sicura felicità minata da qualche rischio. Si gioca di compromessi e si castra la nostra vera natura.

    Ecco, secondo me, perchè le persone recitano quella parte. A loro modo cercano di proteggersi da ciò che hanno imparato essere doloroso e opposto al piacere. Hanno calcolato che con quella parte evitano bene o male tutte le forme di sofferenza che non sopporterebbero. Vivono contratte, come uno che sta entrando in acqua al mare e sta rigido perchè le gocce non lo tocchino al di sopra del livello dell'acqua..

    Io non sono certo esente da questo comportamento..solo lo vedo e cerco di capire come mi influenza e come superarlo in certi ambiti.
    Durante il militare sentivo una forza inarrestabile dentro, l'idea di gettarla alle ortiche mi faceva star male. Nulla era davvero degno di quella forza..e non sapevo come spenderla. Forse non sapevo neppure (e magari non so tuttora) come usarla.
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    Gianfranco Morciano
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    00 19/12/2007 18:55
    ho le lacrime agli occhi
    Hey Seek confessa, é uno scherzo dai, forse...sei me? [SM=g7564]
    Ti ho scritto io? Sei un mio sdoppiamento cerebrale che scrive senza che la mia corteccia ne abbia controllo? Dio come mi/ti voglio bene!

    GFM



    Stasera la sciura é a fare la single ed io sono felice come fantozzi quando la moglie é partita (anche per altri motivi che a breve vi dirò). Sono in ufficio ma in pieno abbruttimento dopo un bellissimo incontro con un trentino; sto facendo di tutto: versi, rumori e gesti (etc.)..."rutto libero" e tutto il resto. [SM=g7535] E mi godo questo piatto stupendo che seeking ci ha preparato, da far passare al soffio del naso per gustarne odori, sapori, ricordi e presenze.

    Guardate che post ragazzi! Sarebbe da far pagare a quelli che qui vengono solo da lurker. [SM=g10762]

    Sono i fatti così che mi fanno capire che abbiamo fatto le scelte giuste, siamo noi che possiamo fare cultura e piena conoscenza di questa sindrome, nialtri.
    E mi sa che prima o poi questa cosa la faccio: faccio pagare dopo aver oscurato tutto, pagare per mettere in chiaro! Come sky.
    Abbiamo scaricato dai siti esteri materiale a pagamento che vale niente a confronto di post così.
    [SM=g8313]
    [Modificato da Gianfranco Morciano 19/12/2007 19:06]
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    Seeking
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    00 19/12/2007 19:05
    [SM=g7535] .... [SM=g7566]
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    GiglioDellaTorretta
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    00 19/12/2007 19:36
    RUTTO LIBERO!

    Non ho ancora letto, ma è così anche per me, GF: questo è un evento da frittatona e rutto libero!

    Già sono tornato a casa nervoso, per tutte le cose inutili da cui vorrei sottrarmi (aperitivi, feste comandate, regali, chiacchiere inutili), per tutte le cose che mi interessano a cui vorrei dedicare più tempo, e ora mi ritrovo anche questa meraviglia da leggere!

    Bando alle lamentele, ora leggo, il resto del mondo aspetti...
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    GiglioDellaTorretta
    Post: 1.176
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    00 19/12/2007 19:44
    anzi...

    stampo e leggo...

    Thaoma 12, interlinea 1,5 = 32 pagine!!! Grande Seeking!!!
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    owlly
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    00 19/12/2007 19:50

    [Post rimosso dall'autore]
    [Modificato da owlly 02/04/2018 10:29]
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    owlly
    Post: 787
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    00 19/12/2007 23:23

    [Post rimosso dall'autore]
    [Modificato da owlly 02/04/2018 10:29]
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    Gianfranco Morciano
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    00 20/12/2007 09:59


    ...tourettici. Tzs, tzs. [SM=g8120]


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    Gianfranco Morciano
    Post: 1.485
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    00 20/12/2007 10:12
    Si evitano gli impegni e poi ci impegniamo sugli evitamenti...di più.

    E ti é mai capitato Seek, e voi altri, quando avete un impegno "doveroso" di trovare improvvisamente passione per qualcos'altro in modo così compulsivo da tralasciare il "dovere"?

    Il dramma é che spesso queste le compulsioni sono molto creative e soddisfacenti ed espansive (non lasciano molto altro spazio).
    Cos'é che spinge, l'evitamento dell'impegno, o il cervellino ribelle ma creativo? E quanto la paghiamo questa caratteristica?

    Ad esempio tu, seek, certo ora sei preso dalla scoperta di un mondo che era già tuo, ma quanto questa creatività irrompente e torrenziale ti serve per evitare di studiare ingegneria informatica? [SM=g7804]

    A noi servirebbe un ingegnere informatico, non l'abbiamo mai avuto!


    GFM

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    Seeking
    Post: 313
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    00 20/12/2007 11:35
    Beh intanto vi ringrazio per la partecipazione con la quale avete accolto la mia pergamena...mi ha fatto troppo piacere, e leggendo le vostre risposte era un misto di risate a crepapelle e mezza commozione...

    Giglio..32 PAGINE??? MIIEZZECAA!!
    Ho un monitor widescreen 22 pollici...li sembrava più piccolino [SM=g7535]

    Owlly, HAHAHA mi hai fatto sbregare con la storia del transformer!!!
    Uhm il discorso dell'ammoniaca ha senso...potrebbe spiegare le somiglianze.
    In ogni caso mi piace molto il brie, è la liquerizia salata che mi lascia un pò perplesso..pur essendo in grado, come dicevo di farmi cambiare idea e gusti.
    Sui 19 anni la birra mi faceva schifo..poi ho deciso di provare a cambiare gusto...e ora mi piace molto.
    (Anche questo mi causa confusione mentale...quante cose che ora non mi piacciono potrei farmi piacere? Quante infinite variabili nascono da un approccio alla vita di questo tipo? Chi posso e voglio essere "da grande"?)

    Per GFM: Quello che hai sollevato è importante ed è una delle cose che ho scordato di trattare nel documento.
    Ho notato negli anni, che le cose che faccio volentieri e che mi appassionano sono sempre quelle che non ho configurato come "prima scelta" e come impegno.

    Esempio, la batteria mi appasiona molto (limitazioni da tic a parte..sigh), ma i momenti in cui l'ho vissuta di più è quando era in secondo piano rispetto ad un impegno di base che mi ero preso.
    Quando dopo il militare ho "ripreso" l'uni ( [SM=g7804] ) e tornavo a casa, suonavo con una convinzione e un piacere unici. Mentre quando pochi mesi dopo, ho preso la decisione ufficiale di provare alcuni anni a suonare e studiare solo batteria...le cose sono cambiate molto.
    Non era più il mio sfogo. ma il mio impegno base. Questo in parte è stato superato dalla passione, e infatti ho cmq fatto molto..ma li per li il mio vero impegno andava in altre cose...vedi la subacquea e redentemente la capoeira.

    E' frustrante, e in parte è causa della mia confusione mentale su chi sono e chi vorrei essere "da grande".
    Se ci penso sembra quasi sia causato dal timore di ammettere, accettando rischi e doveri, di aver scelto quello come "dovere" principale. Forse la tensione di farcela rovina l'atmosfera di libertà e scorrevolezza mentale tipica di noi tourettici...

    "ma quanto questa creatività irrompente e torrenziale ti serve per evitare di studiare ingegneria informatica?"

    [SM=g7804] [SM=g7804] <----come prima risposta..

    Eh bella domanda. Credo abbastanza..
    Tanto più è la passione nel dovere base, tanto minore è la discrepanza tra quello e cose creative causate dall'evitare il dovere...In pratica se studio qualcosa che non mi interessa poi molto, è facilissimo che la testa venga rapita da un sacco di cose...Se ciò che faccio di base invece è una mia passione, la misura in cui mi perdo è pura mente tourettica.
    Sul discorso uni si condensano davvero molte cose e aspetti. In primis ho il terrore di non farcela. Ho paura di impegnarmi davvero seriamente e scoprire che non ce la faccio..che non capisco certe cose.
    La mia testa funziona da dio per certe cose, come anche la comprensione di me e di temi esistenziali o psicologici..ma a volte mi sento stupido non riuscendo subito a cogliere ragionamenti logico-matematici e facendo fatica a ricordare piccoli risvolti che gravitano attorno ai metodi o alle regolette..
    Credo tuttavia che sia la più la paura che la vera inadeguatezza..
    Il punto nodale è che, se guardo bene, i motivi per cui ho ripreso erano: Panico e confronto con i miei amici tutti studenti e molti laureati, panico dal tempo che è volato, tentativo di togliermi la spina e andare oltre, la frenesia e le possibilità di settembre.

    Su quest'ultimo mi soffermo un'attimo. Ogni santissimo anno, da quando ho finito la maturità, a settembre entro in crisi totale ed esistenziale. In effetti la crisi comincia prima, ai primi segni di primavera comincio a perdere il controllo della testa.
    I profumi, il caldino, la natura forte e vibrante mi mettono addosso una carica enorme che non so come sfogare. Mi vengo immagini mentali di tutti i tipi e vorrei fare milioni di cose.
    Con l'estate la cosa si stabilizza, c'è meno energia che nella primavera. Ma torna, e in questo frangente con la componente "tempo che è passato" e scelte da farsi, con settembre. Li perdo di nuovo la testa...solo che comincio a flippare per tutte le possibilità che si aprono...corsi, scuole ecc.. tutto comincia a settembre...e ogni anno mi chiedo come posso rivoluzionare la mia vita...sempre e solo in funzione di quella forza che sento dentro e che vorrebbe uscire in qualche modo.
    E' in gran parte per questo che ho ripensato all'uni...e non vi dico la sofferenza che ho passato per riaprire il capitolo. Il punto è che fino alla fine avevo pensato ad altro, non a ing inf. Alla fine la mia passione per i computer si è affievolita e non smanio dalla voglia di studiare quest'ambito..però il fatto che ho già un'anno completato e che tutto sommato la materia (compresa elettronica ecc) mi è familiare mi hanno riportato l'ennesima volta qui.

    Di certo quel meccanismo di preferire altre cose al dovere principale non mi sta aiutando...anche in questo momento dovrei tentare di studiare e sono qui che scrivo..ma questo solo per fare un esempio.
    Diciamo che quando trovo l'alternativa al dovere che alimenta la mia mente, mi sento così appagato che il senso di colpa quasi sparisce..e lascia posto alla soddisfazione di ciò che ho creato o fatto. Certo non è un lavoro o un futuro..ma li per li è così importante da rendere il resto grigio e banale.

    Per ora faccio pausa...sennò chi mi ferma più poi... [SM=g7564]
    [Modificato da Seeking 20/12/2007 11:45]
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    GiglioDellaTorretta
    Post: 1.176
    Registrato il: 14/07/2007
    Socio AST-SIT
    00 27/12/2007 01:51
    Inizio a risponderti...
    (24.12)

    Carissimo Seeking e carissimi tutti,

    in questi giorni di festa trovo finalmente la calma di “reagire” al tuo lungo e preziosissimo intervento. Mi sono molto divertito a leggere l’introduzione, così amabilmente tourettica: il testo che commenta sé stesso e si avvita in spirali di utopie perfezioniste. E’ uno stile in cui mi riconosco. Trovo molto chiaro il tuo scritto (anche se tu, ogni tanto, dall’interno delle tue spirali, ovviamente ne dubiti, e ti capisco). Ricordo le riflessioni che scrivevo su di me in adolescenza, quanto erano avvitate e contorte, stese con una dis-grafia minuscola e criptica. Ero ossessionato dall’idea di essere spiato, e lo sono ancora adesso, che sto scrivendo sul mio PC a casa dei miei, chiuso in camera con una sedia davanti alla porta per rallentare incursioni (la chiave dà troppo nell’occhio), una scusa pronta per giustificare la sedia davanti alla porta, un quaderno per infilarci il tuo post stampato… Vabbeh, comunque ricordo quanto troppo erano contorti i miei scritti adolescenziali, e ricordo la fatica e le troppo numerose ramificazioni sinaptiche che mi si aprivano quando scrivevo sul forum i miei primi mesi: una gran faticaccia a cui non potevo sottrarmi e una bella dipendenza dal forum e dalla parola “tourette” su google per cercare tutto il possibile sull’argomento. Osservandoti ora, mi sembra di rivivere quei miei primi mesi. Poi ho dovuto un po’ allentare l’intensità dei miei interventi, per l’enorme energia che mi assorbivano. Ero veramente contento quando hai esordito sul forum, e lo sono di più ora perché sei rimasto, e la tua presenza è densa, positiva e importante. Non vedo l’ora di conoscerti di persona, immagino avverrà a gennaio, al prossimo gruppo d’incontro. Spero che il forum si arricchirà di altre presenze importanti e costanti da parte di altri tourettici.

    (25.12)

    Oggi sentivo una forte tensione tourettica, e la sento ancora adesso che è sera. Un gran bisogno di contrarre le innumerevoli giunture del corpo, ma anche se lo faccio non mi basta, e in realtà non ho molta voglia di contrarmi. Sento anche una certa carica collerica. Anche se sto bene dai miei, mi sento stretto, qui ci sono abitudini molto radicate e molto istanti dalle mie. I miei non sono persone particolarmente chiuse, e ormai sono abituati / rassegnati alle mie eccentricità, i miei anarchismi e il mio caratteraccio (la mia immagine pubblica di persona pacata contrasta con quella che ho in famiglia, ed effettivamente mi comporto in maniera assai diversa). Avrei bisogno di sfogarmi fisicamente, ma sono parecchio pigro, ultimamente. E poi vivo una frustrazione di fondo, perché cazzeggio e non riesco a mettere a fuoco le utopie artistiche che inseguo da sempre. Mi sento sull’orlo del fallimento, non mi sento depresso, ma nervoso e irrequieto. Devo controllarmi molto, perché è davvero fuori anagrafe usare la famiglia come materasso. Non ti sto rispondendo in maniera diretta, caro Seeking, ma il tuo scritto è qui a fianco a me, ne leggo un po’ e scrivo a ruota libera. Avrei intenzione di risponderti paragrafo per paragrafo e ci provo, ma sono troppo teso per muovermi in uno schema predefinito…

    --------ORDINE OSSESSIVO--------


    Mi contagi con le 8 lineette, eh eh! Quasi quasi da ualche parte ne metto 7 e ti faccio impazzire a cercarle… No, prometto che non ti faccio dispetti del genere, sto solo giocando intorno all’argomento. Riconosco la questione che poni, in me era più marcata quando ero adolescente, ma non ho mai avuto movimenti ossessivi così rilevanti (almeno credo, come sai, siamo così abituati a fare certe cose che non ci facciamo più caso). Per me è sempre stato più rilevante il bisogno di ordine. Ho sempre trascorso molto tempo a organizzare la casa, soprattutto il mio spazio di studio e lavoro. I libri e i CD per categorie e in ordine alfabetico, la cancelleria suddivisa per tipologia, inseguendo sempre i criteri più coerenti possibili, PC e periferiche disposti in modo da sfruttare meglio lo spazio (tutta la mia casa è organizzata in modo da sfruttare ossessivamente tutto lo spazio disponibile). I soprammobili non hanno significato, ne tollero qualcuno a malapena davanti alle file di libri, ma sapendo che non intralciano, perché possono facilmente essere spostati, o perché stanno davanti a libri che difficilmente (ri-)aprirò. La maggior parte dei soprammobili sono ammassati su uno scaffale molto alto e poco visibili, i più piccoli accumulati dentro una scatola (che ovviamente sta sullo stesso scaffale degli altri soprammobili). Con gli anni si è un po’ allentata la necessità di ordine ossessivo, mi concedo qualche deroga, ma vivo anche di rendita, per una struttura della casa organizzata e perfezionata negli anni. Spesso accumulo molto disordine, ma mi conforta sapere che quando metterò in ordine, ogni oggetto tornerà al suo posto unico e predefinito. Quando entra un nuovo oggetto in casa, a volte mi crea disagio. Chiaro che se è un manuale di Contrappunto, andrà immediatamente accanto ai suoi simili, ma se il nuovo oggetto appartiene a una categoria che prima non era presente in casa, deve essere creato un nuovo posto, possibilmente vicino a categorie di oggetti con qualche affinità. Un’analisi così spietata può risultare inquietante, in realtà, col tempo mi sono ammorbidito e ho adottato alcune strategie. Senz’altro quella di aver creato zone spurie, in cui possono convivere oggetti diversi, occasionali, unici o difficili da classificare. Come la cartella “Calderone” di questo forum, la cui creazione mi ha sollevato da molti dilemmi. Un’altra strategia è quella di non aprire la finestra “metto in ordine, riorganizzo lo spazio di lavoro”, perché mi porterebbe in una spirale che può durare giorni di riorganizzazione della casa (anche scrivere post importanti sul forum mi apre così tante strade che spesseo devo tenere chiusa la finestra). Magari risolvere il problema di un mouse che non è in posizione ergonomica può creare un effetto domino che si espande per tutta la casa. Un mio amico, tempo fa, avrebbe voluto scrivere una tesi di laurea sulla classificazione degli oggetti. Era un progetto che mi affascinava molto, ma ha dovuto rinunciare per non impazzire.

    E’ un’ordine che deve seguire schemi mentali che sono cresciuti dento di me, non è per forza un ordine oggettivo. Mi rendo conto che ho una personalità ricca di ossimori, come pacato/collerico, ordinato/disordinato. Sono ossimori solo in superficie, ma in profondità non trovo nulla di illogico. Ci sono persone che si lasciano trarre in inganno dal mio aspetto spesso trascurato o, peggio ancora, dallo stereotipo dell’”artista” e restano stupite quando scoprono i miei scaffali ossessivi. Altre che, forse cogliendo il mio affetto per la razionalità, non si stupiscono affatto. In genere mi intriga incontrare altre personalità ossimoriche, e cercare i legami profondi tra contrasti superficiali. Per allenarmi con le parole, ho inventato questo gioco: andare da una parola al suo contrario, attraversouna catena di sinonimi o analogie, ad esempio:
    cielo – paradiso – giardino – parco – riserva – terreno – terra
    oppure
    distratto – superficiale – banale – ovvio – chiaro – lucente – brillante – vivo – pronto – sollecito – attento

    -------- I TIC. I TIC E LA MUSICA--------

    Fare tic è come respirare. Non ne posso fare a meno e non ci faccio più caso: sono automatismi volontari. Il mio corpo chiede ossigeno, il mio corpo chiede contrazioni. La sospensione dei tic può durare più di un’apnea, ma non può durare all’infinito. Troppa apnea ticchica non mi fa bene. Ricordo, da bambino, avevo tentato, come te, Seeking, di non farne. Sdraiato sul letto, usando tutta la RAM per non fare tic, come per non respirare… per poi riprendere, quando non ne potevo più. Esperimento archiviato. Tu parli di una sorta di superstizione, ora non ricordo di preciso, ma sicuramente ho avuto un mondo di superstizioni personali e intime. In seguito cercherò di ricordare.
    Tu scrivi: “quando faccio un tic è come se in quel momento fossi distratto dalla realtà”. Trovo affinità e differenze. Da un lato, la mia attività ticcosa è piuttosto regolare, ma sullo sfondo, però sono più intensi quando cammino e fantastico con la testa (meglio se in casa da solo, dove sono totalmente libero). E questo è un netto allontanamento dalla realtà, i miei filmini interni sono sempre a contenuto positivo, in cui mi succedono cose meravigliose. Però è un’intera sessione di allontanamento, come di astrazione; il singolo tic, in sé non mi comporta alcun allontanamento.

    “Se sto fermo riesco a rilassarmi molto facilmente” – scrivi. No, a me la sola idea di DOVER star fermo, o di stare in una posizione costretta mi fa impazzire. L’idea dello yoga è per me insopportabile, solo a pensarci sento tutto il mio corpo che chiama contrazioni.

    Musica: anche a me ha sempre creato problemi la ripetività prolungata, le dita si annoiano e devo contrarle: suonare il primo preludio del Clavicembalo Ben Temperato è sempre stato un piccolo incubo. In generale, lo studio del pianoforte, mi è costato molta fatica: sono necessarie disciplina, costanza, e autocostrizione a sessioni di studio molto ripetitive. Mi sono diplomato, ma poi l’ho lasciato perdere, anche per la mia scarsa agilità, che mi rende non concorrenziale in un mondo affollato di pianisti. Dall’altro lato, ho sempre avuto l’istinto a inventare, a improvvisare: altri grossi problemi in questo campo. Il coordinamento, la tenuta ritmica, il ritmo armonico. Le idee musicali sono più o meno chiare in testa, ma i movimenti non riescono a stargli dietro. Ho inventato esercizi per superare questi problemi, ma non ho mai raggiunto risultati soddisfacenti. Peccato, sarebbe stato bello sviluppare una professione artistica basata sull’improvvisazione (modello Keith Jarrett), ma questo problema, assieme al deficit tecnico non l’ha resa possibile. Un altro ostacolo a questa ipotetica carriera sono gli sbalzi eccessivi per qualità creativa. Impossibile programmare un concerto di improvvisazione: in quel momento potrei essere un’ameba o un vulcano.

    Dunque resta la musica scritta, che non devo suonare, che non è in tempo reale. E allora un altro problema: le idee corrono e proliferano, sono complesse ed è difficile fermarle tramite la lenta scrittura. Però non riesco ancora a rinunciare a questa strada, mi sono troppo affezionato a una certa idea di me. Spero di non fottermi la vita. E’ una situazione piuttosto frustrante, che mi genera infelicità e inquietudine. Sento un’energia enorme dentro di me, che non riesco ad addomesticare e canalizzare. Non riesco a ignorare queste pulsioni creative e non riesco ad abbandonare i sogni che abitano in me, ormai da un mucchio di tempo. Seeking, magari a te va meglio. Hai mai provato a sostituire il tic che ti viene in mezzo a un esercizio ripetitivo con un guizzo creativo che si inserisce nel contesto?

    Mi sembra che i tuoi tic siano sempre esplicitamente ad un attività di pensiero. Tu non hai dei tic motori “puri”, come quelli che paragono al respiro? Quando scrivo che ticco di più quando cammino e fantastico, anche in questo caso, non sono direttamente legati al pensiero, che va per i fatti suoi. Direi piuttosto che sono legati allo stato emotivo: sessioni liberatorie di energia accumulata. Altro tipo e altri casi sono i tic legati al pensiero. Provo a classificare con un lessico personale i miei tic.

    TIC-RESPIRO: piccole contrazioni in tutte le articolazioni del corpo. All’occorrenza posso concentrarli in parti meno visibili (i sempreverdi addominali, muscoli delle gambe e delle braccia), ma non del tutto. Nel mio gergo intimo, questi sono i veri tic, i primi che si sono sviluppati dai sette anni in poi, e che da ho subito discriminato come qualcosa di anomalo.

    TIC DISPETTOSI: identici ai precedenti, ma legati a pensieri, simili a quelli che descrivi: cassare un movimento ripetitivo. Il dito quando suono, la gamba quando corro… Oppure reagire a una posizione costretta: contrarre gambe o braccia se una ragazza è seduta su di me, divaricare l’ano se sono seduto in un posto stretto con persone a fianco…

    TIC SCACCIAPENSIERI: questi sono gesti più complessi, e infatti mi dà fastidio chiamarli “tic”, perché non si adattano bene al suono della parola, troppo breve e scattante per un gesto prolungato. Scaturiscono da un pensiero intrusivo, che mi disturba, e scatta un gesto come un calcio o un pugno (anche attutiti o rallentati) o alzare un braccio, qualche volta anche più complessi. Assolutamente legati a quelli vocali, che hanno la medesima origine, e spesso avvengono insieme. Li faccio se sono da solo, a casa e fuori casa. Se sono in relazione con una persona mai, se condivido lo spazio con persone, ma senza essere in relazione in quel momento, li soffoco e li attenuo quasi del tutto. La frequenza varia a seconda del periodo. Più ho stimolazioni esterne e vita relazionale, più i pensieri intrusivi aumentano. I pensieri prevalenti sono brevi scene in cui dico esattamente quello che penso, ma sono cose che ritengo inopportuno dire (l’inopportunità a volte è solo soggettiva, cioè non solo cose oggettivamente sconvenienti o imbarazzanti, ma che vanno a toccare qualche tabù personale). Oppure pensieri di natura ansiosa (“devo ricordarmi di fare quella tal cosa, mi pesa farla o mi stavo per dimenticare”). Ho la sensazione che questa famiglia di tic sia diventata più frequene da quando frequento questa comunità. Ma forse è solo perché me li osservo di più.

    TIC INVOLONTARI (???): ho molti dubbi su questa famiglia. Sarebbero quelle contrazioni o scosse involontarie che mi capitano a volte quando mi corico e mi rilasso, o prima di addormentarmi. Se non sbaglio, GF, sarebbe l’unica categoria che hai tu. Ho questo fenomeno solo da qualche anno, mi sembrano così diversi dagli altri che fatico ancor di più a chiamarli “tic”. Anche perché associo il termine a quelli per me “originari”

    --------ECOLALIA E GERGO INTERIORE--------

    Credo che, nel mio caso, sia corretto il termine “palilalia”. Mi capita, nelle stesse situazioni dei tic scacciapnsieri, dunque da solo o in casa o fuori, di aver bisogno di ripetere frasi sentite (molto) tempo prima, imitando timbro e intonazione. Perché c’è qualcosa che mi ha colpito, che mi diverte nel suono. In questo periodo sono molto preso da Prodi, ad esempio. A volte me le ripeto solo in testa, però alla fine devo sfogarmi a voce.

    Gergo interiore: non so quanto c’entri, ma mi sembra un fenomeno un po’ da autistico. Ricordo che, sin da piccolissimo, prima dei tic, avevo delle parole personali che creavo secondo una personale reazione sinestesica e me le ripetevo in testa quando vedevo l’oggetto a cui avevo dato quel determinato nome. In certi casi ho condiviso le mie parole, altre sono sempre rimaste dentro di me, e avrei ancora adesso difficoltà a condividerle. Per quanto innocue, sono strettamente legate a un vissuto di segreto. Ero un bambino molto timido, timoroso e silenzioso, salvo relazioni selezionate. Per contro, avevo un certo rumore dentro la testa, di suoni, pensieri, immagini e, appunto, di parole personali. Crescendo ho dovuto imparare e digerire parole dal suono antipatico, estranee. Come peraltro ero molto schizzinoso e c’era una bella lista di cibi che non volevo mangiare.

    (segue...)
    [Modificato da owlly 06/04/2018 09:51]
  • Eddie PJ
    00 27/12/2007 04:00
    Segue???

    Naaaaaaaaaaaaaaaaa.... [SM=g7532]
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    Seeking
    Post: 313
    Registrato il: 07/11/2007
    Socio AST-SIT
    00 05/01/2008 19:12
    Grande Giglio,

    Scusa se non ho più scritto, è che all'inizio pensavo arrivasse subito il seguito, per cui pensavo di aspettare per commentare...

    Poi per vari motivi come capodanno e festoni vari mi era passata la voglia...

    Ora non sono qui per rispondere...lo farò in un'altro momento..

    Oggi sto annegando nei pensieri...come al solito scendo al girone delle scelte fatte..dell'incapacità di dare una struttura socialmente solida alla mia vita fatta di ideali e intensità passeggere...di passioni forti e che mi fanno sentire vivo ma che non sono costanti..

    Mi sento in colpa a parlarne..non vedo via d'uscita..so cosa dovrei fare per star meglio, e tutti i consigli del mondo sembrano inutili nel momento in cui non li metto in pratica..e soprattutto quando sono cose che già so da me. Però non posso tenermi dentro questa frustrazione...
    Se penso ai motivi di certi miei errori e della mia situazione mi vengono in mente molte cose...temo sempre di scoprirmi una brutta persona, con poca voglia di fare e con tutte le scuse del mondo sempre pronte. Poi però analizzando, come al mio solito, trovo che tutto torna e che varie cose non sono poi solo miei peccati capitali...ma hanno anche forti influenze esterne.
    Faccio passi inimmaginabili e affronto situazioni che altri non penserebbero neppure mai lontanamente...ma questo non ti da una laurea..un lavoro..o almeno credo...anche perchè poi guardo bene e scopro che questa forza è incontrollabile, non posso sempre mobilitarla e funziona solo con cose "al limite" e non di normale e quotidiana amministrazione.
    Sono in un punto in cui non riesco ad accettare nessun compromesso in nessun campo. Ho delle idee fisse, degli ideali appunto...e ho paura di muovermi troppo e perderli...


    Non so neppure cosa mi aspetto scrivendo questo..forse sono solo una marea di stupidaggini...o forse è la mia tragedia che continua.
    Mi conforta tutto sommato quello che ha scritto Giglio riguardo i suoi obiettivi e sogni...
    So che molto di tutto questo è causato dal mio rapporto con i miei..non so bene perchè provo certe sensazioni. Non so se sono derivate da degli eventi ben precisi..o se è colpa del mio modo di percepire le cose e il mondo...o se ancora è una cosa comune e sono io che mi faccio tante pare.
    So che dovrei andarmene da qui..ma sono letteralmente bloccato...da me stesso tra l'altro...sto lottando contro me stesso da una vita..e lottare con un nemico che ti conosce perfettamente e ha la tua stessa identica forza, ma contraria, è davvero difficile.

    Scusate per lo sfogo..quello che mi fa più paura è che tra dieci minuti potrei cambiare visione di tutto e sentirmi felice...colmarmi di gioia e rilassarmi di nuovo senza sentire il bisogno di risolvere una soluzione che mi imprigiona in me stesso..
    A chi devo dare ascolto, al momento di forza o alla frustrazione?
    Sto perdendo i riferimenti..come sempre restano solo quelli infiniti e dicomotici...
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    GiglioDellaTorretta
    Post: 1.176
    Registrato il: 14/07/2007
    Socio AST-SIT
    00 05/01/2008 21:04
    Carissimo Seeking,

    devo un'altra volta dire che mi riconosco in quello che scrivi. Credo che la sindrome, perlomeno fondendosi con certe personalità, porti agli sbalzi di visione che riporti, tutto nero - tutto bianco, e di conseguenza un disorientamento: "a chi devo dare ascolto?". E anche scavare dentro noi stessi, sembra essere tanto tipico, fino a portare a conclusioni drastiche, viste dall'esterno persrino parossistiche. POi tu stesso, trovi la capacità di guardarti come dall'esterno, e ti rendi conto degli sbalzi e dei parossismi. E così... alto - basso, dentro - fuori... ti credo che perdi la bussola!

    Non so tu, Seek, nonostante tutto, non riesco a fare a meno di mantenere lo sguardo profondo e del continuo auto-apprendimento. E, alla lunga mi sono affezionato a me stesso, e non vorrei essere nessun altro. Quando, raramente, mi sfiora un sentimento d'invidia, mi viene subito spontaneo smontarlo, e in breve quella sensazione si svuota di senso. Mi tengo così come sono, inquieto, tra la catastrofe e la mania. Ora è facile per me, perché sono in un punto d'equilibrio, non so quanto durerà: me ne frego e me lo godo.

    Col tempo ho imparato a stare meglio e a godermi le cose, anche se puoi ben leggere ovunque in questo forum i miei momenti di profondo sconforto. Credo siano avvenute un paio di cose. A furia di scavare, ho trovato cose interessanti, me le sono prese e le ho scambiate con altri: Tutto nutrimento. E poi, a furia di conoscermi, riesco a modulare più spesso umore e pensieri con un po' più di padronanza. Ad allentare l'eccesso di attività mentale e godermi il presente, a guardarmi con distacco nei miei sbalzi di umore. Certo, ti ripeto, forse scrivo così perché sono in un punto di equilibrio...

    Avrei voluto focalizzarmi più su di te, in questo messaggio, ma mi rendo conto che non ho gli strumenti per poterti aiutare. Dunque mi fermo e t'abbraccio, prezioso speleologo!
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    marcimari
    Post: 649
    Registrato il: 17/07/2007
    00 06/01/2008 12:18
    Seek-er

    Il tuo prezioso paper è stato ingoiato tutto d'un fiato.

    Si attendeva qualcos'altro, ed è arrivato.

    Era tempo che espressioni così importanti non transitavano da queste parti, capaci di scuotere.

    Che dire ricco Seek, quando anche chi convive - e non vive - con Ts, vibra dentro?

    Forse, Ts non è il male, ed è tanto portarlo fuori e metterlo a disposizione di tanti, con molta semplicità.

    A me fa bene e mi aiuta tanto.

    Eugenio [SM=g7557]
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    Seeking
    Post: 313
    Registrato il: 07/11/2007
    Socio AST-SIT
    00 06/01/2008 12:44
    Caro Giglio,

    E se tu ti trovi un'altra volta in quello che dico, io ti ringrazio l'ennesima per la comprensione e la possibilità di confronto.

    Ci pensavo giusto prima...fin da piccolo ho sempre avuto la sensazione e la convinzione che avrei dovuto fare qualcosa di grandioso nella vita..non so di certo cosa..ma ero convinto che avrei dovuto stupire tutti..
    Però all'opposto di questo ricordo anche che mi negavo le cose più belle e i sogni più spinti, semplicemente perchè ero convinto che non ne fossi degno...che non ne fossi all'altezza. Molte, troppe cose me le son cassate perchè credevo di essere: vecchio, inadeguato, non talentuoso...mentre negli anni scoprivo che gente normalissima (anche più scarsa di me..) ci era arrivata..

    Per esempio da piccolo pensavo alla vita di pilota di aereo.
    Ero convinto che di non essere all'altezza e che potevano osare pensarci soltanto solo persone cezionali. Questo lo pensavo sui 12 anni circa..
    Ho scoperto solo a 23 anni che avrei almeno potuto provare e che non era poi così trascendentale..

    Altro esempio sono le arti marziali..5 6 anni fa avevo la spinta per cominciare kung fu...ma mi ero convinto che ormai ero troppo vecchio (24 anni circa...) e che si poteva iniziare solo da piccoli...
    Per fortuna almeno nella batteria la passione ha smontato questi preconcetti..
    Questa sensazione agisce in molti campi...per esempio con le ragazze.
    Mi chiedo spesso chi credo di essere per entrare nella vita di una persona e propormi..ho paura di non essere apprezzato...o forse di non dare quanto ci si aspetta.. per cui finisce che preferisco godermi l'idea più che agire davvero.

    Ragionando su queste sensazioni mi accorgo che spesso le cose belle me le immagino soltanto...spesso non ho il coraggio di buttarmi davvero perchè mi sento appunto..non degno. Se questa sensazione ce l'ho fin da piccolo, da un lato mi rincuora che non sono questi anni di confusione ad averlo creato...dall'altro mi chiedo quando e come lo supererò davvero.

    Ieri sera per esempio grazie ai lati positivi della mia testa mi sono trovato in una situazione stupenda e che pochi sanno che esiste.
    Un contest, una gara di hip hop a livello internazionale. C'era una energia pazzesca, tutti ballerini anche professionisti...che si lasciavano andare e donavano stupende emozioni di maestria e vitalità.
    E li stavo bene, mi sentivo vivo..e la testolina flippava all'idea di libertà, di fare esperienze..di conoscere persone...

    Ora vado..
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    Gianfranco Morciano
    Post: 1.485
    Registrato il: 09/07/2007
    Responsabile Scientifico
    00 06/01/2008 16:22
    specchi

    Caro seek,
    ogni tanto leggo il tuo gustoso zibaldone e vorrei trattarne qualche punto, ma non essendoci punto che non comporti impegno e tempo non ti si può rispondere in modo superficiale. Voglio dirti che per me, ma posso dire con certezza per molti di noi, leggere le tue riflessioni é stato un po' come guardarsi in uno specchio, sia per quanto riguarda i contenuti che per la modalità espositiva....nostra questa fatica a trattare un punto alla volta ad esempio, e nostro questo bisogno di mettere tutto fuori, questa paura che a non dire tutto rischio di perder per strada qualcosa di ciò che volevo dire. E ancora nostra la fatica a fermarsi fin quando non ci sembra che una misura sia colma, anzi compiuta.
    Già in questo é possibile vedere una modalità ticcosa, uno stile.
    Io penso che sia così anche la nostra modalità creativa (quando c'é), é come un onda che ci accompagna e su cui vorremmo stare fino a compimento, sappiamo infatti quanto poi é difficle risalire se dovessimo scendere. Anche per questo si diventa collerici e violenti quando si viene interrotti.
    La nostra vita in generale, come dice Giglio, é piena di opere incompiute che ci guardano, attendono e che probabilmente mai concluderemo...onde da cui siamo scesi pensando di risalire, ma che non passano più. Pensa che per arrivare ad accettare che é così ho dovuto attendere i 52 anni...perché ora non é più questione di ammettere, ma solo di fare un calcolo probabilistico, un'equazione anche semplice. Eppure ancora mi scoccia, mannaggia quanto mi scoccia!

    Poi ci sono le emozioni che accompagnano l'onda ed i suoi sù e giù.
    Tu scrivi "...fin da piccolo ho sempre avuto la sensazione e la convinzione che avrei dovuto fare qualcosa di grandioso nella vita..non so di certo cosa..ma ero convinto che avrei dovuto stupire tutti.. Però all'opposto di questo ricordo anche che mi negavo le cose più belle e i sogni più spinti, semplicemente perchè ero convinto che non ne fossi degno...che non ne fossi all'altezza...", già, euforiche le fasi creative e depresse le altre. Certo a tutti accade, TS o non TS, ma questa intensità e questa continuità...eh?
    C'é qualcosa di bipolare in questo, e non va a fasi come nella sindrome da DSM IV ma é una costante della vita che ci accompagna quotidiamente, pensiamo una cosa e contemporaneamente (o subito dopo) al suo opposto. E fa male, a volte tanto, anche se non ci fa impazzire.
    Anche a me capita ancora oggi sai di dire a me stesso "eh ma quante cose che sai! Che intuizioni, sei bravo, devi farle uscire"...poi magari di non fare, di accontentarmi di un'emozione che dura poco. Altre volte mi capita di leggere qualcosa di altri e di sentirmi un verme, una nullità, un indegno e persino colpevole di aver avuto di quei pensieri, ed anche questo fa male. Non tanto per l'invidia ma per per gli opposti che ci procura, per questo continuo movimento ANCHE di emozioni.
    Piuttosto mi capita di invidiare "i fermi, i pacifici, i pacati" e tante volte vorrei essere come loro, un po' più in pace.
    A Sorrento dall'ufficio in cui lavoravamo guardavo la gente in spiaggia a prendere il sole e la invidiavo...perché io non riuscirò mai ad essere così pur aspirando ad essere e sono convinto che anche la morte alla fine mi sorprenderà ancora in corsa, in corsa verso una pace ed una realizzazione che non raggiungerò mai, verso un obiettivo che si sposta più in là ogni volta che mi avvicino.
    Io penso che sarà così per tutti noi Seek, possiamo cercare di moderare un po' ma non credo che mai si sfuggirà a questa condizione.
    Poi arrivano i momenti di ferma mio caro, ma fermi ci vedono solo quelli che stan fuori, in realtà dentro si sta combattendo con una gran confusione e mille decisioni da prendere, a volte con lo schifo e la delusione di sè e la stanchezza del mondo, buio e inattività. Poi si torna fuori, ma torniamo solo per gli altri, perché noi e questi cicli siamo un tutt'uno, in nessuno ci rimaniamo mai per troppo tempo.
    Siamo...il movimento.

    GFM

    Ti ho detto che i tuoi scritti sono stati per me un'emozione, e questa volevo qui rappresentare, come una sorta di restituzione. Cercherò le più piccole onde di singoli temi da riprendere successivamente in modo più tecnico nella cartella "altre caratteristiche", naturalmente se ne avrò voglia [SM=g7554]

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    Seeking
    Post: 313
    Registrato il: 07/11/2007
    Socio AST-SIT
    00 24/01/2008 17:00
    In questi giorni sto suonando abbastanza...
    Sto ragionando sul discorso tensione mentre studiavo lo strumento...
    Notavo appunto, come diceva morciano, che l'impegno base viene surclassato dalle spinte creative casuali che la mente propone..
    Se la batteria fosse il mio primo impegno, quindi con un programma di studio preciso...probabilmente troverei modo di appassionarmi a tutt'altro, o cmq aspetterei il dolce momento di svacco per lasciarmi andare...
    Questo fenomeno, è chiaro che è ridotto dalla passione per lo strumento, ma esiste cmq.

    Il limite principale che avevo, è appunto la tensione che mi prende suonando...quel voler rovinare tutto..quella smania di fare qualche scatto...a meno che non sia molto preso dal pezzo e mi senta bene come feeling. Se invece, pur essendo preso mi sento uno schifo è molto più difficile controllare..

    In questi giorni quindi sto facendo un lavoro di rilassamento suonando...mi sto imponendo con la stessa forza con la quale annullavo tutti i tic durante il militare..e devo dire che funziona!
    Prima molto spesso, anche senza fare grandi scatti creavo tensioni muscolari e mentali che non mi facevano essere fluido sia a livello fisico che di idee e feeling con la musica.
    Poco fa ho suonato un'oretta e mezza...è andato molto bene, anche se ammetto che non ho fatto tecnica ma mi sono lasciato andare su dei pezzi...
    Sono soddisfatto e ho anche provato a fare certi passaggi che tempo fa mi causavano sempre molta tensione da non riuscire neppure a farli...ora invece non ho avuto quasi problemi..
    Dov'è il trucco vi chiederete...?!
    Il trucco è che ora in compenso sono davvero nervoso...per scrivere questo post ho sudato un pò, continuando a cancellare pezzi e ripetermi alcune frasi che scrivevo in maniera compulsiva e senza capirne il senso...

    Non sono sicuro di questa teoria...ma credo che per la maggior parte mi nasca da quella forma interna di ecolalia...che si attiva, o viene come caricata anche dal ritmo...o appunto da un azione che comporterebbe tensione, ma in quel frangente la si blocca.
    Ho notato infatt che quando smetto di suonare sono sempre molto nervoso, soprattutto se come oggi suono cercando rilassamento e fluidità..

    E' uno studio davvero importante per me, ne va del mio futuro, della mia energia e del potenziale che posso realizzare.
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    david.palandri1
    Post: 4
    Registrato il: 06/02/2008
    00 08/02/2008 20:47
    Alieni e fumatori
    Ciao ho letto il tuo post..e le risposte... sto cominciando a pensare che in realtà siamo tutti degli alieni comandati da una navicella madre, che si son adattati male al sistema terreno, :-)
    Ti giuro che qualche mese fa ho creato un doc di testo per scrivere tutto ciò che sento, ma purtroopo a causa della mia arte nel confondermi, ho scritto ben poco, adesso mi basterà fare un copia-incolla cavolo ..... finalmente grazie a questo forum sono riuscito a capire che è tutto vero ma meno drammatico di quel che sembra. Ero arrivato a pensare che tutto quel che ero, che facevo, che sentivo, in realtà esisteva perche io lo volevo e tutti i problemi avrebbero potuto cessare quando io avessi voluto, con un battito di mani, (mi era venuta un po la psicologia del fumatore), ma col passare del tempo e col conoscere numerosa gente come me ho appunto capito che noi bene o male siamo così, e ti giuro che nessun medicinale al mondo, potrà togliermi quel che sono..... (FORTUNATAMENTEEEEEE!!!!!!!)
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