00 29/01/2008 12:18
Anche a me e' capitato e capita anche adesso!!!
Io vivo in un paese dove la maggior parte delle persone e' fascista. Ma fascisti di quelli seri con tanto di mezzi busti del duce e bandiere naziste in casa. Pensate che qui la giunta discute se dedicare o meno una statua a un gerarca fascista che sedo' una rivolta a suon di fucilate. Immaginate quante me hanno dette, e quante volte ho dovuto sentire tesi eugenetiche proposte anche da insegnati. Ricordo, per esempio, una suora che un giorno mi lusso' una mano con una bacchettata e poi mi disse che, tanto, io sopportavo bene il dolore......Avro' avuto al massimo 8 anni. Per non parlare di tutti i coetanei che non manacavano mai di appellarmi con negro di m..., handicapato e tanti altri nomignoli legati alla sindrome o al colore della pelle. Preciso che anche se non avevo e non ho tic particolari in paese sanno tutti di me. Onestamente io, se ripenso agli insulti, ai trattamenti, sento ancora salire la carogna (come si usa dire). In passato, un passato non molto lontano, questi ricordi mi riempivano di rancore e mi rendevano impossibile fare qualunque cosa. Adesso, anche se il momento critico e' passato, mi scopro comunque condizionato, non riesco ad avere amici, a fidarmi, e una parte di me non vuole fidarsi di nessuno, cosa che mi fa' senitre un po' cattivo. In oltre io sono sempre stato uno di quelli che accetta tutto passivamente, per cui mi fa' anche rabbia e mi rende un po' viscido quest' incapacita' di reagire che spesso si traduce in rancore verso tutti quei sentimenti positivi come l'amicizia, l'amore, la complicita'. Io talvolta mi scopro a temere questo tipo di relazioni come se mi costringessero a scoprire il fianco a un amico che, idealmente, e' un nemico travesito da amico. Vorrei, come giglio, avere la capacita' di dire a me stesso che quel dolore e' un dolore passato che non ha a che fare con il presente, ma i condizionamenti che mi ritrovo ora provano che per quanto me lo ripeta sia inutile; di fatto certi meccanismi, in me, non cambiano, anche se li temo purtroppo non riesco a cambiarli.
Io, onestamente, mi rivedo nell'amica di marianna e ne giustifico anche gli aspetti negativi come l'aggressivita'. Mi rivedo un po' anche nella disperazione (se cosi' e' lecito definirla)di marianna.
E' possibile che io non abbia sofferto come l'amica di marianna, non lo so', ma comunque mi sento vicino a lei almeno nelle sensazioni provate. Un piccolo segreto di cui mi vergogno: anche io nel mio piccolo ho fede, ed anche se su me talvolta non ha effetto, credo fermamente nell'uso della parola (anche la preghiera) come pharmakon.
[Modificato da Fargo123 29/01/2008 12:57]