r marcimari
guru e oltre...Due verità...
Rifletto...genitori lo diventiamo, figli nasciamo. Il primo è insito nel secondo.
Eddie, canaglia, ha secondo me, espresso accenti molto forti, capaci di innescare una seria riflessione su più aspetti; tutti positivi.
Io capisco, GFM, quando Eddie esprime certi aspetti nel rapporto con i genitori in senso lato. Non nascondo che ora, anche io mi sento perdente, passatemi il termine, ma non perchè mi senta inappropriato alla situazione, ma perchè sfibrato dal tanto girovagare, quasi invano, per cercare di capire ciò che questi giorni ho inteso.
Questo mi porta a fare azioni e pensieri poco costruttivi e sicuramente discutibili da parte di mio figlio.
Spesso, capita, di porre dei limiti, a tante cose che in famiglia accadono, Ti assicuro, non determinate da Ts. Eppure, consapevolmente, mi ritrovo ad essere calamitato da questa solita battuta: forse devo immaginare cosa prova il Mio ragazzotto, quando vengono dati perimetri molto precisi.
Ma di fatto, pur con tanta convinzione, ampio quasi sempre i limiti, negoziandoli più a sua dimensione che a quella della famiglia intera. A fatica concedo giustificazioni che mai hanno fatto parte del mio modo di fare, nel rispetto delle regole del nucleo familiare che tanto proteggo
Abbastanza spesso mi capita di fare chiacchiera con amici di mio figlio e assicuro, il loro modo di vedere i genitori è pressochè all'unisono. Dubito che i loro genitori abbiamo il modo distorto di concepire i rapporti con i loro figli, come rappresentano i loro ragazzi: anche perchè spessissimo discuto anche con loro della qutidianità e le cose non combaciano.
Tanti cari genitori che mi inducono a sentirmi inappropriato alla situazione, quando solo mi dicono che dovrei fare così anzichè cosà. Qui si innesca la considerazione che l'attività del genitore spesso, assume contorni apparentemente arrendevoli, perchè cos' fatti apparire inavvertitamente.
Anche a me capita di incontrare persone, o meglio genitori che con i loro figli hanno, cosi appare, uno splendido rapporto che ti giuro, fatico a capire chi sia il figlio e chi il genitore, in un continuo scambiarsi dei ruoli, quasi per gioco, che però così non è.
Penso: come si fa ad avere un rapporto tale con i propri figli? Non saprò mai dare risposta. Nella mia mente, forse malata, il ruolo del genitore è l'esatta aspressione proiettata in avanti di ciò che ci è stato insegnato all'inizio, quando figli.
Il figlio, penso abbia in se, tutti quei tratti, trasmessigli dai propri genitori, che elaborerà a sua misura, che magari in un altro tempo restituirà e che poi alla fine trasmetterà a sua volta ai suoi figli. Però non saranno mai appropriati perchè fuori tempo e soprattutto perchè prodotto con aggiunta delle proprie ansie, fisse e perchè no anche tante paure.
Qui il figlio non riconosce il genitore, perchè lo vorrebbe sempre pronto alle situazioni che lui crea, a sua dimensione e alla quale i Suoi, difficilmente, riusciranno nelle sembianze, se non giocando allo scambiarsi i ruoli, forzatamente.
Sento dentro di me che tanti approcci nei confronti di mio figlio, vengono da lui ridicolizzati, adottati invece con altri ragazzi generano il risultato da me voluto, ossia comunicazione pura.
Dunque non è il concetto delle cose sbagliato, ma semplicemente il fatto che con mio figlio interviene quel guru che sta dentro di me e che solo in alcune situazioni interviene pesantemente invano, inavvertitamente a voler ricordare chi è il grande saggio (povero me) come mi ricorda spesso.
Un giorno sicuramente, spero, anche i nostri figli, Eddie, avranno da fare le stesse considerazioni che Tu fai e io condivido, e probabilmente vorremo solo essere compresi per ciò che abbiamo fatto con tanto animo dettato dal sentimento che accompagna un genitore, buono o cattivo che sia, ma pur sempre Colui che cerca di dare forma ottimamente fluida al proprio discendente per il tempo in cui si trova, fermo restando il rispetto, la sensibilità e spesso l'ipocrisia di noi gRANDI.
Un caro saluto amrcimari