00 27/09/2013 16:36
Grazie dottore. Mi fa sempre piacere sentire il suo parere.

E’ vero, è nomale che i famigliare si preoccupino quando i figli mostrano qualche problematica. I miei, credo abbiano paura o mi minacciano, semplicemente perché non sanno come comportarsi. E per loro parlare di DOC o Tourette, farebbero fatica ha comprendere. Tutti ogni tanto possiamo stare male. Io negli ultimi anni sono stato molto male, e adesso, quando mi sento depresso o mi viene uno scatto di rabbia che poi sfuma via così senza logica, mi spaventa e lo ritengo un segnale premonitore che sto di nuovo peggiorando. E questo pensiero poi mi è stato detto anche da persone vicino a me. Alimentando ancora di più la mia paranoia. Sono stato per anni dentro una vita di malesseri, che adesso faccio fatica a pensare che se un giorno sono più giù, non è una tragedia ma può succedere a tutti. Per noi questo sarà più accentuato. Ma è la nostra normalità. E non equivale a impazzire.
Poi come dice ema, sarai malato quando vivrai (e aggiungo io, anche quando ti convincerai di essere malato) ti comporti di conseguenza.
Trovo allora giusto, che i cambiamenti li devo fare io, non gli altri. Non posso cambiare le persone. Sono io ha decidere se quello che mi dicono mi colpirà o meno.
Anche se totalmente non potrò proteggermi da ogni giudizio altrui.
La spersonalizzazione.
Ho letto alcune parti dei libri di Sacks che parlano della Tourette, e diceva persino che alcuni diventano posseduti dalla sindrome stessa cancellando la propria identità.
Per me è diverso, cerco molte volte di capire quanto sono tourettico di cercare la così detta “diagnosi” utopistica. Poi, mi accorgo che anche se un dottore un giorno mi dicesse che sono “ufficialmente” tourettico non sarei totalmente tranquillo. Per esempio a casa, tra i miei documenti, ho delle lettere con scritto da psichiatri, nero su bianco, che ho il DOC. E questo mi da una sorta di tranquillità. Mi dico: va beh, non sarà come avere un bel voto, ma almeno so cosa ho, è una sicurezza, è scritto li su quel foglio, scritto da persone competenti.
Eppure spesso, pur riconoscendo che ho il DOC e anzi, mentre scrivo al computer ho le ossessioni dietro le spalle vicino a me (una bella compagnia, ma una convivenza forzata! O_O) trovo il dubbio anche su quello. E allora vivo una sorta di paradosso: Desidero essere delineato da criteri ferrei che delineano la mia patologia, ma nello stesso tempo, non mi sento appartenere a nessuna patologia.
Eppure nella mia vita ho fatto delle scelte importanti, profonde, determinanti. Non vado a correre dietro il vento. Ho nella vita dei punti fermi. Ma non mi piace neanche fossilizzarmi sulle cose. Forse mi piace essere in continua evoluzione.
E infatti come dicevo in alcuni miei post, avvolte anelo alla stabilità e sicurezza che hanno tante persone, che non si fanno domande e va bene tutto come gli appare sotto gli occhi, dall’altra non vorrei essere così soddisfatto e poco curioso.
Ma adesso basta che sto andando fuori argomento!

Arrivederci!