mess di andolina
...povero Mozart! di Silvana Andolina
Cari amici del sito…nonostante mi abbiate depennato alla prima lettera ci riprovo lo stesso a scrivervi! (scherzo…capisco perfettamente i motivi che vi hanno portato a cancellare tutti gli scritti relativi a “neurologist”…VI PERDONO!).
Oggi sono incredula e un poco demoralizzata. Ho comprato la rivista “Mente e Cervello”, una rivista di psicologia e neuroscienze (!!) che di solito leggo con piacere, e ho trovato un articolo intitolato “Mozart, l’eterno bambino”: so che la maggior parte di voi avrà già capto tutto quel che vorrei dire…ma lo scriverò lo stesso!
L’autore dell’articolo, Vittorino Andreoli (direttore del Dipartimento di psichiatria di Verona-Soave, membro della New York Academy of Scienze e presidente onorario del Section Committee on Psychopathology of Expression della World Psychiatric Associaton) pernde in esame proprio il linguaggio del nostro amico Mozart, che definisce “infantile, con un riferimento continuo ad una parte del corpo”. Già, perché pare che “il genio” avesse, nei suoi scritti, una particolare fissazione per le parole “cacca, culo, merda, cacare…etc.” per tanto la diagnosi: “un bambino/adulto, ancora nella fase anale dello sviluppo sessuale”. Già, avete capito bene!
Andreoli, riferendosi a una lettera scritta alla cugina, spiega che “questo linguaggio e questa licenza potrebbero far pensare a una relazione con la cugina, con cui è certo che ci siano stati giochi erotici quando Mozart viveva nella casa dello zio paterno. Ma lo stesso atteggiamento si ritrova nelle lettere alla madre” (…ma va?! Chissà come mai…questa cosa mette in crisi la teoria!).
Parlando di un brano il cui titolo tradotto risulta essere “Leccami ben bene il culo, lustralo a puntino”, l’autore dice: “Quando lo scrive Mozart ha 26 anni, ma questo comportamento verbale copre tutto l’arco della sua esistenza, a dimostrazione che occupa una posizione strutturale nella sua personalità”…e dunque dove vanno ricercati i problemi?
“Wolfgang ha certamente passato un’infanzia strana” e te credo (penso io)…chissà che tics aveva e come veniva denigrato… (ma invece no, la spiegazione è un’altra…preparatevi!). “Non frequenta una scuola e non ha una vita di relazione con altri bambini […]. Il suo interlocutore è il padre, che proietta sui figli (…maledetto! È colpa tua!) il desiderio di un successo che egli non ha raggiunto”. E già…ma non è finita.
“L’abilità musicale contribuirà a espropriarlo di una fanciullezza che ricercherà per tutta la vita rimanendo un bambino. (…capito ora? Altro che Tourette!) Il linguaggio verbale ritmico esprime un bisogno di relazione infantile (stadio orale e anale). Certo egli entra anche nella fase d’organo, dati i sei figlioli che ha generato (…chi glielo spiega il rapporto dei tourettici col sesso?!?!), ma vi si mescolano sempre le valenze infantili (…e già…proprio così!)”.
La conclusione dunque: “Mozart è un grande bambino che non ha saputo vivere in un mondo adulto di cui non ha mai capito niente”.
L’autore fa anche riferimento che venne fatta da Peter Davis nel 1987 di “depressione bipolare”; questa spiegherebbe l’altra faccia della medaglia: le composizioni con una pronunciata melanconia.
Il 7 luglio 1791, pochi mesi prima della sua morte, Mozart scrive a Costanza (sua moglie): “non posso spiegarti la mia sensazione, è un certo senso di vuoto, un certo anelare a qualcosa che non viene mai soddisfatto e di conseguenza non smette mai, continua sempre, anzi cresce di giorno in giorno…”.
Povero Mozart…
Caro Andreoli: è proprio sicuro che non fosse il mondo a non aver capito niente di Mozart?
Ciao a tutti.
[consiglio a tutti di comprare la rivista; vi sono riportati alcuni scritti di Mozart, un adorabile tourettico!]