Vacanze sotto scorta

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Bruna Tibaldi
00lunedì 21 settembre 2009 21:59

Una vacanza sotto scorta…
Ad agosto siamo stati in vacanza con un nostro caro amico che da oltre tre vive sotto scorta.
Per un’Italia che va male, che scende ogni giorno più in basso, c’è un’Italia silenziosa, che non si arrende, che testimonia e che non piega la testa.
Al tentativo di intrusione da parte della mafia nella cooperativa da lui gestita, alle minacce ed intimidazioni ricevute il nostro amico rispose con una denuncia in magistratura. Alla denuncia seguì il processo e il carcere per tutto il gruppo.
Da quel giorno la vita del nostro amico e della sua famiglia è radicalmente cambiata. La libertà di andare al cinema, di andare in bicicletta, dal fioraio o dal panettiere… tutto ciò non è più possibile.
Ogni spostamento deve essere chiesto con largo anticipo, occorre attendere l’autorizzazione e una volta ottenuta è bene mantenere gli accordi presi; ogni piccolo cambiamento comporta nuovamente la richiesta, l’attesa dell’autorizzazione eccetera, eccetera.
La privacy non esiste più.
Soltanto in casa si è liberi di parlare, di scherzare, di discutere, o di arrabbiarsi, a condizione però che l’interlocutore sia presente di persona, perché non tutte le chiacchierate telefoniche sono possibili, e poi non sempre ci si può accontentare di parlare del sole, del vento, o della pasta all’arrabbiata.
Le cose possibili da organizzare insieme erano veramente poche, una passeggiata mattutina nei boschi e per il resto a casa, a casa per chiacchierare, a casa per leggere, a casa per giocare alle carte, a casa per cucinare o per fare il sudoku.
Per noi, devo confessare, è stata una vacanza di respiro, di riposo dal rumore del mondo; per il nostro amico una pausa in una vita “limitata” che dovrà continuare fino a che il magistrato lo riterrà opportuno.
Per me, per noi è stata una lezione di vita, è facile parlare, esporre le proprie opinioni soprattutto se il farlo non sconvolge la vita a me, a noi, o alla nostra famiglia. Quante cose si possono organizzare in una giornata, fare o dispare a nostro piacimento, seguendo l’umore, il tempo o la voglia; quante cose non si possono più fare perché non consigliate, perché difficili da realizzare, perché ti scappa la voglia di programmare tutto con largo anticipo, lasciando ben poco all’immaginazione, alla spontaneità, all’istinto…. In una parola niente CARPE DIEM!
Ci siamo chiesti più volte perché di quest’Italia nessuno ne parla, perché fa così rumore la presenza al Festival di Venezia di una languida diciottenne, perché tante parole spese a decantare il denaro, la bellezza o il potere…. Perché così poco spazio per scrivere e parlare di dignità, coraggio, lealtà, onestà e coerenza?

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