Generata da: Il senso di colpa verso i genitori

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marcimari
00domenica 7 ottobre 2007 16:32
la mamma di Fiore...
a proposito di genitori di figli speciali...
la mamma di [SM=g7555] tosta e predominante come nelle vecchie famiglie, ha fatto un vero e proprio ca.......e al figlio perché non è stato capace di trattenere gli ospiti presentatisi all'ora di pranzo.
A nulla sono valse le giustificazioni e spiegazioni di [SM=g7555] per chetare l'ira della mamma, che ha rincarato la dose trattando il mio caro amico da persona poco socievole, maleducato, e grottesco...dicendo al figlio:"non sesti mai biu in domu nosta chi uno strangiu benidi a or'e prandi e non du invitausu a prandi cu nosu"
Caro Gf e metà...avete creato un bel casino non restando a pranzo da Fiore.
A buon intenditore poche parole
Comunque avete fatto bene: avreste sicuramente perso il volo di rientro...però avreste goduto in modo più profondo dei sapori di Sardegna. [SM=g7566]




Gianfranco Morciano
00domenica 7 ottobre 2007 19:08
non mi sembra...
...che fossimo stati invitati, e poi avevamo un impegno a Quarto (con Lella) mi sembra e un aereo alle 18.

Comunque quello della famiglia di Fiore é un ricordo vivo e piacevole, la cosa che più ricordo sono gli odori di legna bruciata e di arrosto,di mirto e domus (quella vissuta e non da esibire), e il profumo di aria di mare nonostante fossimo in collina. Il tutto incorniciato dalla pietra col verde salvia dei rovi e degli ulivi nani alle spalle, e di fronte dalla striscia azzurra del mare.
Te l'ho detto mi pare: "io qui ci verrei anche senza andare mai al mare".
Puoi dire a Fiore (e a sua mamma) che lo ringrazio del porceddu, e che mi sono nutrito molto di più di quanto loro credono nella loro domus, e goduto dell'ospitalità che ho avvertito nonostante i tempi stretti che avevamo.

Li ho visti sai quei rapporti familiari, quelli di altri tempi, quando le regole erano certe e così pure le divisioni di ruoli!
Comunque un piacere ritrovarle.

Quella cosa del bedandbreackfast di Fiore mi interessa...magari lontani dalla stagione calda*. Già mi vedo con i miei pensieri sotto quell'albero fra la pietra. Bella la pietra, mi piace pensare che conti molto nella vostra cultura.

Gianfranco

*a meno che non siano poi così tradizionalisti da riuscire a reggere l'impatto di un uomo sempre in mutande, che non é poi un belvedere! [SM=g7531]

marcimari
00lunedì 8 ottobre 2007 19:29
faremo
il possibile perché tu e la scura possiate tornare da Fiore e magari imparare anche ad acchiappare i cinghialini in corsa...
prendendoli per le orecchie. [SM=g7566]

Eppure anche Fiore, nonostante le sensazioni, ha costruito tutto per personale esigenza, trainando tutti e tutto in quel bellissimo angolo, per breve tempo...
So che non tutti i sui godono così tanto, ma lui è il capo. [SM=g7566] e nessuno osa dire il contrario.

Questo è un accento simpatico e curioso anche per la dianamica.

E' sempre stato una persona solida e per questo l'ho apprezzo.

Saluti

Eddie PJ
00martedì 9 ottobre 2007 02:52
Sulla pietra

Estratto da "Sogni, ricordi e riflessioni" di Jung.

"Di fronte a quel muro vi era un declivio, dal quale sporgeva un masso: era la mia pietra. Spesso, quando ero solo, andavo a sedermi su quella pietra e cominciava allora un gioco fantastico... io sto seduto sulla cima di questa pietra e la pietra è sotto... ma anche la pietra potrebbe dire IO e pensare: IO sono posata su questo pendio ed egli è seduto su di me. Allora sorgeva la questione: sono io quello che è seduto sulla pietra o io sono la pietra sul quale egli siede? Problema che era sempre il mio assillo e allora solevo alzarmi chiedendomi chi ora fosse qualcosa. La risposta era tutt'altro che chiara e brancolavo nel buio, buio che però stranamente mi affascinava. Non nutrivo dubbi che la pietra non fosse in un qualche oscuro rapporto con me e potevo sedervici sopra per ore, affascinato dal suo enigma."

"Trent'anni dopo fui di nuovo su quel pendio. Ero un uomo sposato, con figli, una casa, una posizione e con tante idee e progetti per la testa e d'un tratto ero di nuovo il bambino che si sedeva su una pietra senza sapere se essa fosse IO o io fossi ESSA. Ripensai allora alla mia vita a Zurigo e mi parve estranea e mi fece lo stesso effetto che se avessi avuto notizie di un mondo e di un tempo remoti. Era seducente e pauroso allo stesso tempo. Il mondo della mia infanzia, dal quale in quel momento ero stato ripreso, era eterno, e ne ero stato cacciato via e sospinto in un tempo che continuava a scorrere, procedendo sempre più oltre. L'attrattiva di quell'altro mondo era così forte che dovetti staccarmi violentemente da quel posto per non lasciarmi sfuggire il possesso del mio futuro."

Eddie



Gianfranco Morciano
00martedì 9 ottobre 2007 09:40
Pirandello sulla morte della madre
Quando morì sua madre Pirandello era lontano da casa e lo seppe solo alcuni giorni dopo l'evento reale. Pirandello era molto affezionato alla madre e questo evento lo spinse a riflettere molto.
Egli rifletteva ad esempio sul fatto che mentre era lontano la pensava viva nonostante la madre fosse già morta e quindi ne dedusse che gli altri vivono dentro di noi, nei nostri pensieri. Per questo egli la poteva evocare e immaginare sino a coglierne i particolari. In fin dei conti fin tanto che la persona é pensabile, in tutte le sue caratteristiche fisiche e comportamentali e fin tanto che é possibile interiormente dialogare con lei, ella é viva.

Noi visualizzatori e rielaboratori ecoici dei diversi eventi conosciamo bene questo meccanismo, e forse per questo non lasciamo mai le persone che abbiamo amato e perso e continuiamo ad evocarle,a dialogare, a parlare con loro, fino a scrivere lettere che non verranno mai spedite, fino a dipingere o musicare per rivivere ancora e per tenere con noi. Anche per questo la nostra mente a volte é affollata, chiassosa e confusa.

Questo pensiero di vita interiore però, pensava Pirandello, mentre da una parte consola potendo non solo conservare ma anche rinnovare, dall'altra procura un profondo dolore, un senso di abbandono subito, che indagò.
Egli comprese che questa consapevolezza di tenere vive le persone pensandole conteneva anche una grave conseguenza, cioè che se io posso pensare e tenere vivi gli altri é perché sono vivo, ma se gli altri sono morti e non mi possono più pensare io allora non sono più vivo per loro. Il dolore più grande é quindi la cosapevolezza che nella perdita di una persona cara noi siamo morti per loro, perché noi non viviamo più nei loro pensieri. Da questa consapevolezza il profondo dolore di abbandono e di perdita di una parte di sè, quando una persona muore o una persona amata ci lascia.

Scrive Pirandello: "Mamma, ben per questo quelli che si credono vivi credono anche di piangere i loro morti e piangono invece una loro morte, una loro realtà che non è più nel sentimento di quelli che se ne sono andati. Tu l'avrai sempre, sempre, nel sentimento mio: io, Mamma, invece, non l'avrò più in te. Tu se qui; tu m'hai parlato: sei proprio viva qui, ti vedo, vedo la tua fronte, i tuoi occhi, la tua bocca, le tue mani; vedo il corrugarsi della tua fronte, il battere dei tuoi occhi, il sorriso della tua bocca, il gesto delle tue povere piccole mani offese; e ti sento parlare, parlare veramente le parole tue: perché sei qui davanti a me una realtà vera, viva e spirante; ma che sono io, che sono più io, ora, per te? Nulla. Tu sei e sarai per sempre la Mamma mia; ma io? Io, figlio, fui e non sono più, non sarò più...".

LO sai Eddie, lo sai che questi sono anche i pensieri miei anticipatori. Ci sono momenti nella vita in cui bisogna scivolare fino in fondo nella perdita...di sè.

GFM

PS
considero Pirandello più che un romanziere, un delicatissimo psicologo, che scriveva attraverso novelle ed altre opere letterarie.
Ad esempio consiglio a chi ha disturbi di personalità multipla ( che non dovrebbero mancare qui dentro) la lettura di "uno nessuno, centomila".

Eddie PJ
00martedì 9 ottobre 2007 14:14
Più che perdita di me...

... penso che mio padre mi stia restituendo tanto, ma ne parleremo quando sarà il momento, magari in privato...

Cmq è vero, generalmente quando un genitore se ne va muore la parte di te che lui rappresentava, nel bene e nel male...


Eddie
marcimari
00martedì 9 ottobre 2007 20:41
se posso in questo scambio...
vorrei dire...

hai ragione Eddie, tuo padre ti restituirà tanto, ma non quanto basta per farti capire fino in fondo la sua passata presenza.
E' qui in questo piccolo spazio che si interseca la tua presa di coscienza.
E' qui che prenderai consapevolezza del suo non esserci più.
E' qui che capirai quanto importante fosse la sua pur discussa presenza come padre.
Ma così è.
Ancora oggi sento quell'assenza pesante di mio padre.
Ancora oggi sento quanto sarei diventato uomo accompagnato da lui.
Ancora oggi a 44 anni sento quanto mi manchi la sua presenza nella figura di nonno per i miei figli e per il mio Marcello, che ancora oggi mi mette in discussione con il mio io e non mi da l'opportunità di riconoscermi in questa maledetta figura di padre della quale non trovo le vesti.

Caro amico, goditi tutti i ricordi che hai, anche i meno piacevoli come a te possono apparire, ma ricorda che quella figura non la rivedrai mai più e ti mancherà assai proprio per non essere riuscito a goderne fino in fondo.

Scusa

Eugenio
Eddie PJ
00mercoledì 10 ottobre 2007 00:53
Marci...

... ti ho risposto in privato...

Ti voglio bene
Eddie

[SM=g7566]
mariannaland
00sabato 27 ottobre 2007 12:34
guerriero dove sei?
I momenti bui della vita permeati dal dolore sono momenti di forza perchè impariamo a "conoscerli" e a "fronteggiarli" poi senza paura...

Chi sa "morire" sa anche "rinascere"...

guerriero dove sei?


tvb
Eddie PJ
00sabato 27 ottobre 2007 19:10
Arrivo, arrivo...

... penso che per domani, massimo domani l'altro il pezzo sarà pronto... attendi pure con comodo e non preoccuparti...



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