Bene bene quanto fermento...
Vorrei partecipare anch’io!
Avere dei sogni (arditi!) e riflettere sui progressi fatti fa molto bene, aiuta ad affrontare le difficoltà che prima o poi si ripresenteranno sul nostro cammino. Frase degna dei baci perugina , è vero. Però per me funziona, soprattutto nei momenti di cambiamento.
Questo autunno Daniele inizierà un intervento “intensivo” al Centro Walden durante il periodo scolastico.
L’aver sperimentato la validità del Centro, le basi scientifiche degli interventi svolti, sapere di poter contare sull’aiuto “vero”di Gianfranco e dei suoi educatori, mi fa vivere questo inizio con una trepidazione piena di aspettative e di entusiasmo. Così anche il labirinto di peripezie burocratiche che ogni genitore deve (inspiegabilmente) percorrere per difendere le proprie scelte “educativo-abilitative” nei confronti di un figlio in difficoltà diventa sopportabile…
Certo i pensieri e le speranze corrono veloci nella testa delle mamme, allora riflettendo un po’ sul lavoro fatto al Centro Walden, mi sono tornati in mente un paio di occasioni in cui si è parlato di scienza. Mi riferisco alla tavola rotonda di febbraio , al Convegno di Bresso di giugno.
Gli interventi che hanno cercato di spiegare i processi neurobiologici alla base dei disturbi dei nostri figli, spaziando tra strutture, dinamiche, molecole, (teorie di) approcci riabilitativi: affascinanti, interessanti... Talmente coinvolgenti che poi nelle pause del mio lavoro di laboratorio ho continuato a curiosare su Pub Med leggendo e approfondendo la bibliografia…
Però sono soprattutto una mamma e allora mi resta sempre un po’ di amaro in bocca perchè penso:bene, e adesso a quando “la pratica”?
Da appassionata di cucina adoro leggere, informarmi,osservare gli esperti, progettare la raccolta degli ingredienti di ricette raffinate. Ma la sfida vera arriva quando si mettono “le mani in pasta”!
Allora vorrei lanciare nello stagno del nostro forum questo sassolino: a quando una bella tavola rotonda tutta centrata sugli approcci abilitativi-riabilitativi, alla luce delle conoscenze neurobiologiche più attuali? Cosa ne pensate?
Adesso mi nascondo qui dietro e vediamo l’effetto che fa…
Cari saluti,
scadidabè