ho capito!
Non osiamo chiamare al telefono...
Per quel poco che posso dire, la comunità di accoglienza in questi momenti diventa indispensabile.
Non è la cosa peggiore del mondo...anzi se avessimo la possibilità di lavorare in tal senso come associazione, penso che in situazioni tipo, se la struttura è all'altezza, giochi un ruolo troppo importante per lui e per voi.
Non dimentichiamo che il vostro giovanotto non sta assolutamente bene, ma voi non siete da meno.
Non fatevi altro male, pensando che questa soluzione sia assurda, assicuro, mette alcuni tasselli al posto giusto, tutti riprendono il proprio spazio, ruolo e rispetto dell'altro.
Non sono in grado di dire quanto possa durare questo, ma una cosa è certa, anche pochi giorni senza questo stress sono abbastanza per salvare capra e cavoli.
Tenete duro e se ritenete opportuno in qualunque momento...ci siamo.
Per tutti...dovremmo veramente lavorare anche su questo versante per evitare che questi momenti siano il meno traumatici possibile per tutti.
Lavorare con strutture che possano interpretare questi momenti non è facile, lo so, ma è indispensabile lavorarci per evitare momenti in cui le famigli esplodono.
Arrivare un attimo prima non è semplice, per tutta una serie di questioni burocratiche soprattutto, ma dobbiamo assolutamente costruire qualcosa anche per queste situazioni, in cui la coppia è assolutamente sola e si deve confrontare con strutture tipo ASL, dove gli operatori non conoscono minimamente il nostro problema e non sanno dunque, quanto sia pericoloso aspettare i loro tempi di espletamento pratiche: a volte è troppo tardi.
Pa. Angela e topastro...abbracci forti.
Dimenticavo...capisco il ricovero, la comunità, con attenzione ai farmaci che in queste situazioni piovono a secchiate.
E.
p.s. non vogliono essere ricette, ma espressione delle chiazze che ho ancora sulla pelle e fanno male.
[Modificato da marcimari 05/08/2008 16:55]