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Come si spostano i tic?

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2009 11:32
05/05/2008 19:42
 
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Ci sono tecniche precise per spostare i tic? Vorrei riuscire a spostare il tic agli occhi che è quello che mi preoccupa di più, oltre a tirarsu col naso che fa rumore... [SM=g7531]

alpha

Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci - Jim Morrison
08/05/2008 01:31
 
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Ciao alpha, non conosco esattamente la tecnica per spostare i tic ma posso dirti che esiste, per quello che riguarda la mia esperienza quello che cerco di fare è di sentire la tensione che sale dentro di me,cercare di trattenerla un attimo per poi scaricarla volutamente su un'altra zona del corpo sulla quale vuoi spostare il tic.

Ricollegandomi a questo vorrei dire che riuscire a interpretare e sentire la propria tensione interiore è secondo me fondamentale per un tourettico: cercare continuamente di ascoltare sé stessi e quello che abbiamo dentro per giungere ad un maggiore livello di consapevolezza dei propri meccanismi interni. Penetrare a fondo nelle nostre ossessioni, prendere confidenza con esse sforzandosi di affrontarle costantemente anziché evitarle, conoscere le loro dinamiche capendo ad esempio cosa genera il pensiero ossessivo,quali situazioni lo rendono più forte ,quali lo indeboliscono. E solo allora iniziare a combatterle.
A tale proposito ho cercato negli ultimi tempi di capire cosa fosse nelle situazioni di “vita vera” a fare realmente a fare la differenza: in quelle situazioni cioè in cui si assiste ad una spontanea e naturale diminuzione dei tic e si può dire che il cervello entri in un particolare registro. Perchè in determinati contesti un tic può essere visto (dalla mia mente) come una cosa improponibile, mentre in situazioni di vita quotidiana la mia vita è scandita e pervasa da tali movimenti?
La cosa certa è che in vita vera entrano in gioco una serie di fattori che ci portano ad approcciarci in maniera diversa rispetto a noi stessi, si entra in un registro in cui il tic viene visto come una cosa inutile o cmq nn viene messo in considerazione e quindi il pensiero ossessivo perde tutta la sua forza.. Quello che devo cercare di fare è rievocare mentalmente quello stato d’animo,quella serie di circostanze e pensieri che mi hanno portato in quel determinato registro .
Faccio un esempio,tempo fa pensavo di nn avere più tic vocali, in realtà pensandoci bene mi sono accorto che nn ne facevo in presenza di altre persone,ma nn appena mi trovavo da solo sentivo subito salirne il bisogno;questo perché evidentemente in me il desiderio di apparire di fronte ad un'altra persona è + forte della tensione legata al tic vocale,che viene quindi subito scartato e di conseguenza si indebolisce sempre + la tensione che mi porterebbe a farlo ( tensione che si concretizza poi in atri tic). Ragionando quindi nello stato in cui mi trovo in presenza di altre persone, bisogna cercare di capire cosa sia effettivamente a portarmi in vita vera, e cercare poi in diversi momenti di rievocare questa serie di sensazioni e pensieri(nel mio caso posso ad esempio cercare di pensare che nella stanza a fianco c’è una persona) .
Si tratta di cercare di muoversi all’ interno dei registri che può assumere il cervello, di capire cioè come esso si ponga in merito a determinate situazioni e come tutto ciò sia fortissimamente influenzato da ciò che stiamo facendo e dalla situazione che ci circonda.
Dal altro lato avrò maggiori possibilità e spunti per cercare di capire il processo inverso, cioè cosa mi porti invece all interno dell ossessione , perché la tensione legata ad un determinato tic o rituale è così forte, e magari troverò qualcosa legato a ossessioni e pensieri profondamente più radicati.

P.S. Sia chiaro Alpha che in tutto questo nn c’è quasi niente di scientifico ma sono solo una serie di riflessioni fatte sulla base della mia esperienza e di sensazioni, magari sono tutte delle stronzate o cmq valgono solo per me ma penso cmq che possano essere d ‘ aiuto o perlomeno spunto per una riflessione..

Voi cosa ne pensate?
08/05/2008 09:44
 
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Penso...

...che tu abbia scritto cose che hanno diversi riscontri scientifici e riabilitativi. Tutto sta nel rinoscere, allargare ed usare lo spazio tra la prima sensazione e ......................................
.................................................................
..................................................................
Poi ci sono i tic compulsivi, ma questi sono un altro discorso.

GFM

[Modificato da Gianfranco Morciano 10/02/2009 11:28]
08/05/2008 20:01
 
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Nicola, hai fatto un ottimo ragionamento che condivido. Anch'io avevo pensato ad un discorso simile, ma con gran confusione. Te invece l'hai riportato qui in modo chiaro. Bravo.

Praticamente, quando, in presenza di altre persone riesco a controllarmi, (a seconda del periodo e della situazione) non penso ai tic. In situazioni dove il pensiero ai tic è forte, magari in casa dove mi sento più libero o in presenza di altri luoghi dove posso essere osservato e non ho niente per potermi distrarre, cerco di dirmi "Non devo avere tic" e tutte le preoccupazioni che ne seguono.

Questo fa si che mi aumenti il pensiero negativo. Poi, mi hanno detto che il cervello non recepisce la parola NO. Per esempio, se dico ad una persona "non pensare ad un elefante blu" inevitabilmente quesa persona si immagina un elefante blu, basta provare.
Quindi se penso a NO DEVO AVERE TIC inevitabilmete mi vengono o mi aumentano. Come se dicessi al cervello "DEVO AVERE TIC".

La soluzione sarebbe non pensarci, cosa non facile.

Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci - Jim Morrison
09/05/2008 07:10
 
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NOn é che non recepisce i NO, é che il cervello non può decidere di "non pensare" a qualcosa, quindi se cerco di non pensare a qualcosa quel qualcosa diventa ancora più pervasivo.........................
...................................................................


[Modificato da Gianfranco Morciano 10/02/2009 11:30]
09/05/2008 14:02
 
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Ottima riflessione!

Come ben si sa sin dall'inizio la definizione "vita vera" mi ha subito catturato, e definiva benissimo quello che sentivo anch'io.
E non solo per il fattore di sospensione dei tic, ma anche per la grande motivazione e forza che ti libera quando sei in quel paradigma..
Ho visto che di solito i momenti di vita vera avvengono quando si innesca un certo meccanismo di sopravvivenza..a diversi livelli, quindi anche momenti sociali molto delicati, non solo momenti di reale rischio e pericolo..
In parte credo sia un atto volontario, ti rendi conto che devi dare il massimo, sennò esci dai compromessi che accetti e vai in zona rossa..
La mente è impegnata, e tutta la frenesia del nostro agitato processore viene canalizzata in una "cosa sola"..
In una certa misura però è istintivo e a volte ci pensi solo dopo perchè durante ti sembra la cosa più naturale del mondo non dover fare movimenti o contrazioni..
Per dare un immagine, in vita vera mi sento come se fossi un ingranaggio che fa presa bene, che non scivola e scarica tutta la forza motrice sul meccanismo.

Per esempio stamattina dovevo segare listelli di legno con la sega circolare da tavolo..
Cosa davvero pericolosa..
Le tensioni che avevo e i piccoli tic che facevo li mandavo a zero nel momento in cui mi avvicinavo alla sega..
Ora invece, che sono tranquillo al pc è un'altro mondo..
Volendo posso concentrarmi e mandare a zero anche ora..ma appena mi distraggo torna come prima..
Poi dipende, ci sono momenti in cui sono molto tranquillo, e ho poca roba..altri in cui ossessivamente devo ripetere una contrazione e mi pare di dover "espellere" qualcosa forzando quel movimento..

3 anni fa, per eliminare i grossi tic al collo ho istintivamente prodotto in maniera costante quella spinta e motivazione, dato che la perdita per me era inaccettabile e cioè non essere sciolto e non poter fare certe attività. E' stata una specie di astinenza, un digiuno diciamo..
Come si sa non sono nuovo di astinenze e forzature di questo tipo..e ormai sono bravino a privarmi di qualcosa..forse anche questo mi ha aiutato.

Secondo me è importante come dice nicola capire i registri nei quali vivi durante la giornata.. quanti sono e come vengono attivati..
Per esempio a volte mi capita di sentirmi a disagio, sento qualcosa che preme ma non capisco la causa..poi mi rendo conto che sono una serie di fattori e da li analizzo come nascono e come uscirne.
Non è sempre facile e a volte perdo il filo o il controllo..

Come GF ben sa, c'è un'ossessione che sto cercando di combattere, è quella più forte e radicata..e purtroppo per sua tipologia me la ritrovo di continuo...ma come dice nicola è importante addentrarsi nelle proprie ossessioni e fobie, illuminarle e indebolirle...

Concludendo, secondo me spostare o diminuire i tic è un processo a 360°..e dev'essere spinto da grande motivazione, pazienza e consapevolezza..
09/05/2008 14:44
 
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leggendo questi post mi è venuta i mente l'esperienza che ho vissuto durante le mie tre gravidanza.
Ho partecipato ad un crso di preparazione al parto (tutte e tre le volte, in soli 4 anni, [SM=g11075] alla fine ero una campionessa!!!!)
In quella occasione facevamo trainig autogeno che consisteva in una serie di esercizi che aiutavano a raggiungere volontariamente il rilassamento muscolare di tutto il corpo. Per ottenere questo risultato facevamo degli esercizi che ci permettevano di riconoscere la tensione muscolare anche in muscoli che non sapevamo di avere [SM=g7563] .
E ci esercitavamo a fare contrazioni e rilassamento, contrazioni e rilassamento... proprio per riconoscere queste due sensazioni.
Mi chiedevo se questo tipo di esercizio non possa essere utile per la questione controllo e spostamento dei tic.


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09/05/2008 15:05
 
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Socio AST-SIT
Quello che descrivi è un esercizio base per quanto riguarda imparare il rilassamento..
Sia la versione di contrarre e rilasciare che quella di rilasciare e basta (se già si sa riconoscere la sensazione..) l'ho fatta varie volte sia facendo yoga con il gruppo di capoeira, che facendo a volte una specie di training autogeno da solo..
E' davvero utile, credo soprattutto nel nostro caso..
Da un punto di vista credo sia più facile per noi, o cmq parlo per me, riconoscere le tensioni e rilassarle a comando (almeno finchè la nostra mente non rema contro e ordina di fare dei tic) dato che il continuo controllo fisico ci può portare a conoscere meglio la nostra macchina..
Quando ho la giusta motivazione e concentrazione, se mi impegno raggiungo un ottimo stato di rilassamento in tutto il corpo e molto velocemente...uso una tecnica di visualizzazione, mi immagino di essere in una specie di ascensore e di sentire la sensazione di scendere..
Il problema è che è una di quelle cose che devo avere l'estro giusto per fare.. e ovviamente che spesso non arrivo così lontano perchè non riesco a bloccare il desiderio di fare piccoli movimenti.. a volte molto piccoli, anche solo muovere la lingua, muovere l'epiglottide (è dove anche in pubblico sfogo molto i tic..ma spesso non ci si fa caso..) che anche se piccoli distraggono dalla concentrazione per il rilassamento...
Le volte che sono ad andare oltre sono quelle in cui l'avevo deciso con fermezza, avevo messo motivazione e avevo accettato quella "privazione".. o forse nel mio caso, avevo affrontato la mia ossessione di guastare la "fluidità"...
[Modificato da Seeking 09/05/2008 15:06]
09/05/2008 21:36
 
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Re:
Gianfranco Morciano, 09/05/2008 7.10:


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

GFM






Grazie Gianfranco per aver spiegato meglio il discorso sul "non recepisce il no".

Cmqio non intendevo non pensarci evitando o trascurando il problema, tanto prima o poi si ripresenterebbe più forte di prima.

Io dico che, credo, almeno nel mio caso quando sono in quei ormai famosi luoghi dove non ho niente da fare per distrarmi, in macchina con altri ( e dipende con chi), in sale di aspetto etc etc dove la tensione aumenta, dico che i tic mi vengano solo per la paura.

Cerco di spiegarmi. Il tic mi nasce in questa situazioni anche se il quel momento stavo bene, semplicemente per il fatto di aver paura di esser visto. Io mi dico "non devo avere tic", e inevitabilmente mi vengono. Il discorso di evitare di pensare è per quello, se non pensassi al fatto che mi potrebbero venire starei magari bene come stavo un attimo prima.

mi sono accorto di aver fatto dei discorsi un po contorti, ma uno scrittore non sono mai stato, stasera in particolar modo che non sto capendo niente! [SM=g8081]

alpha
[Modificato da Gianfranco Morciano 10/02/2009 11:31]
Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci - Jim Morrison
16/05/2008 21:06
 
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Io in realtà il discorso del non pensare nn l ho capito benissimo Gianfranco..Voglio dire se per cercare di nn pensare ad una cosa sposto il mio centro di interesse verso una qualunque altra cosa non è giusto?

Forse Alpha per il tuo problema potresti cercare di indebolire la tua paura affrontandola, e cioè in alcune di quelle situazioni fare volutamente i tuoi tic, e vedere che anche se ti vede la gente nn è poi così grave e poi magari interloquire anche con chi si è goduto lo spettacolo...O cmq maturare una concezione della vita più moralmente elevata di fronte alla quale il metro di giudizio di una persona si basa su cose un poco + profonde di come ci si presenta esteriormente. Forse il fatto che ti pesi così tanto quest ossessione deriva dal fatto che quello che la gente ti trasmette con le reazioni e gli sguardi ti colpisce dentro e ti fa sentire effettivamente una merda...
17/05/2008 11:18
 
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Quoto Nicola!

Le paure vanno affrontate faccia a faccia.. quando lo fai, si diradano come fumo.. e quasi ti incazzi per esserne stato schiavo fino a poco prima..

Ho passato tutta la vita col timore che si vedessero i tic, o cmq uno stato di frenesia e non rilassatezza..
Consideravo un gran pregio essere rilassato, essere considerato equilibrato e tranquillo..e avevo paura di esser considerato agitato..
quando facevo un tic, ovviamente calcolando che il mio interlocutore avesse lo sguardo da un'altra parte, se per caso mi guardava in quel momento mi sentivo una merda.. ma questa è una storia comune credo..
La cosa bella è che da quando ne parlo ho ridimensionato molto la cosa riguardo lo stare in pubblico..
Ho scoperto che le persone, quelle valide, sanno apprezzare e vedere i lati luminosi degli altri.. e spesso poco importa se hai qualche tic o sei un pò nervoso, quello che resta sono i lati positivi.. questo lo dico per esperienza personale dopo 12 outing che ho fatto..
Quelle non valide non le si calcola neppure, non sono in grado di capire e quindi un eventuale giudizio non vale una cicca...
Alla fine praticamente tutti quelli che frequento sono persone valide, me le sono cercate istintivamente così..
Come dice Nicola è questione di vivere con dei valori più puri, più vibranti.. automaticamente ti attiri le persone più sveglie e presenti..

Ma la cosa più fenomenale, è che nel fare outing le persone restano coinvolte dall'energia positiva che emani.. loro stesse si aprono, e se non lo fanno ti assicuro che avranno cmq grande rispetto per il tuo gesto di grande forza e umiltà.
Credimi, più ti nascondi, più eviti e più il mostro si nutre e vive della tua energia..
17/05/2008 13:34
 
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Ciao
Anke io soffro delle stesse paure ke soffre Alfa... Non so quanti anni abbia Alpha ma per la mia età apparire bene è miolto importante...
Forse col tempo mi sa k cambierò opinione.... [SM=g11540]
Ciao
[Modificato da xIaleIx 17/05/2008 13:37]
17/05/2008 13:58
 
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Grazie ancora a tutti!

Vi dico che ho un ascco di amici e che mi apprezzano lo stesso, perchè sono un ottimo amico che sa stare con le persone, divertente e un sacco di altre qualità.

Però è capitato, dalle medie alle superiori e anche dopo che qualcuno mi prendessi in giro. io ho interpretato la cosa cosi, credo: queste persone hanno avuto il coraggio di dirmelo, magari i miei amici non lo fanno proprio perchè sono amici, ma questo vuol dire che cmq tutti mi vedono e che commenteranno di sicuro il mio stato. Lo so, è fatto anche di essere pessimista verso sta cosa che mi ha portato col tempo ad avere appunto questo timore di esser visto e giudicato per i tic.

xIaleIx io ho 24 anni, e visto che a questa età si conosce tante persone, si esce abbastanza spesso, ragazze e tutto, anche io vorrei apparire bene. Per te vale lo stesso discorso?

Alpha

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17/05/2008 14:19
 
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Anch'io concordo su quanto dici tu ALpha, le persone che ti amano non ti faranno mai notare i tic, mentre gli insensibili non tardano a sfotterti.
Guarda, io ho superato un grande scoglio quando ho parlato al mio ragazzo, nonche' futuro marito, dei miei tic. Ero molto imbarazzata ed agitata, temevo il suo giudizio. Lui mi ha semplicemente detto che li nota, non e' mica scemo, ma mi ha tranquillizzato dicendo che io sono fatta cosi', e lui mi ama per quella che sono.
Spero che anche tu possa avere accanto una persona cosi', se non l'hai gia' incontrata.
Anche se ti capisco quando dici di voler apparire bene in mezzo agli altri, anch'io pur avendo comprensione da parte del mio ragazzo, soffro quando incontro nuove persone che mi potrebbero giudicare!
17/05/2008 15:26
 
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ehi ragazzi, non per minimizzare ma ognuno di noi è giudicato dagli altri!
Qualcuno perchè ha i tic, un'altro perchè è MAGRISSIMO!!
Quella lì perchè ha il SEDERE enorme!
un altro perchè si veste uno schifo
quello lì ha un caratteraccio terribile
Lei è odiosa
ecc...

potrei continuare all'infnito

cerchiamo di dare la giusta importanza ai giudizi degli altri.

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17/05/2008 16:54
 
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In effetti Marmotta, stai minimizzando. Il pregiudizio sociale che può essere legato alla sindrome di tourette non ha niente ha che vedere con ciò di cui parli. L'essere inquadrato come diverso, matto o handicappato o quant altro è un dramma che quotidianamente bisogna affrontare, è un fardello che pesa continuamente sulla propria personalità, sull autostima e sul carattere, appesantito e avvelenato dagli sguardi e dalle reazioni e da tante difficili situazioni.
Appunto per questo la paura di cui stiamo parlando è così difficile da affrontare.
Riguardo a quello che dite Alpha e Silly certamente da un lato è vero, ma dall altra bisogna anche considerare che ci saranno sempre delle persone che si diranno magari amiche e non riusciranno mai dentro di esse ad accettarti per quello che sei.
Cmq di cose del genere se n'è già parlato in tempi lontani, vi linko la discussione.

sindromeditourette.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

17/05/2008 19:00
 
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chiedo perdono. [SM=g7556]
Quello che ho scritto è quello che mi ripeto per convincere innanzitutto me stessa a non crearmi problemi quando sono in mezzo alla gente con mio marito. Voglio dire che ci devi credere tu per primo, non è molto diverso da quello che molto più eloquentemente hai detto tu dicendo:

O cmq maturare una concezione della vita più moralmente elevata di fronte alla quale il metro di giudizio di una persona si basa su cose un poco + profonde di come ci si presenta esteriormente



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17/05/2008 21:19
 
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Re:
nicola06, 16/05/2008 21.06:

Io in realtà il discorso del non pensare nn l ho capito benissimo Gianfranco..Voglio dire se per cercare di nn pensare ad una cosa sposto il mio centro di interesse verso una qualunque altra cosa non è giusto?




Se cerco di pensare ad altro per evitare una cosa a cui non voglio pensare può accadere che quel pensiero si faccia più forte e che la tecnica di evitamento diventi una compulsione.
MOlti pensieri solo fastidiosi sono diventati ossessioni solo perché si é cercato di evitarli, di "non pensarli".
E' come quando uno ....................................................
..................................................................
[Modificato da Gianfranco Morciano 10/02/2009 11:32]
18/05/2008 19:37
 
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non sono un'esperta
ma con il mio paziente, sin da subito, ho cercato sempre di farlo "razionalizzare"; mi spiego: D. è un ragazzino che oltre ai tic ha tante paure, la prima volta che è venuto in terapia, dopo circa cinque minuti ha iniziato a manifestare la paura per una statua (quelle statuette etniche, di legno, con un aspetto orribile) che aveva visto nella stanza di un collega; il mio primo istinto è stato quello di chiedergli di che materiale era fatta la statua, ovviamente lui mi ha risposto:"di legno" quindi gli ho chiesto se il legno poteva parlare, e così via... sembrava funzionare! dopo qualche giorno, stessa situazione, stesso ragionamento, ma in più l'ho convinto ad andare in quella stanza, prendere la statua ed "analizzarla". Forse non è proprio una tecnica terapeutica e forse non è sempre possibile razionalizzare così facilmente ma, in questo caso, sembra aver funzionato bene. Ciao
Sara T.O.
19/05/2008 00:45
 
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Brava Sara, davvero.
Certo che é una tecnica.

GFM

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