"Depre"

"Depre"


comunque in questi giorni mi sono chiesta dove nasce la depressione quali sono gli stimoli "emotivi"

che la inducono... se ci sono?

per esperienza personale ho dei segnali che mi inducono a considerare la depressione un "male" di massa propriamente di una società evoluta dove tutto sembra essere scontato e l'immediato cioè "il tutto e subito" sembra uno stile di vita (comune tra l'altro a molti giovani)
ed allora perchè molti suicidi per depressione proprio in base alle statistiche in quei paesi dove vi è anche un notevole progresso ?

Ho pensato immediatamente agli stati emotivi influenzabili anche dagli imput continui di una società troppo materislista e arrivista...
il "premere"secolare su una caratteristica umana quale può essere l'esigenza di potere...in direttive purtroppo A VOLTE anche sbagliate ad esempio "io ho questo e così sono"
bè proprio questa esigenza talvolta soddisfatta in maniera immediata a volte "sudata" quando non si realizza come l'abbiamo immaginata sperata "creduta"cosa produce nel nostro animo?

Io? penso uno stato di perdita e quindi di fallimento non indifferente allo stato depressivo vero e proprio...

Con questo non voglio pensare che sia sbagliato credere sperare e cercare di riuscire in un proposito che sia bello per noi per la nostra gratificazione realizzazione o altro..ma credo che per non cadere poi nella trappola dell'illusione e dell'inganno soprattutto verso noi stessi sia giusto "misurarci" cioè in ante calcolare la possibilità di riuscita di un progetto un sogno o altro
"definirlo" come possibile per noi stessi in base alle nostre capacità
non limitarsi a dire: "non lo posso fare" ma avere l"Umiltà" di riconoscere le proprie potenzialità...
conoscersi quindi come presupposto...impresa ardua
però l'umiltà che a volte ci fa accettare anche la "non riuscita" può essere di valido aiuto per non cadere nella trappola della omicida depressione.

per questo mi sto convincendo che la depressione non può che essere un risultato delle nostre "illusioni"poi delusioni
quel non essere riusciti e quel sentirsi dei falliti
quell'aggrapparsi a un'immaginario come salvifico per una situazione di profonda agonia interiore ed esteriore
quell'energia che ci fa "credere" possibile quel realizzarsi.... e le apsettative che a priori diamo nel nostri intimo a quei progetti a quelle situazioni il più delle volte le crediamo "ancore di salvezza" per la nostra "
affermazione"...per soddisfare l'esigenza primordiale di potere poi...


mi fermo qui

altrimenti rischio di andare "oltre"

e poi vado fuori pista;)

L'unica soluzione per ora sembra essere l'umiltà di riconoscere i propri "limiti"...
e cercare di godere del "possibile"...



ps:
per il titolo del post sono stata ispirata riferendomi al titolo di una canzone dei subsonica ..molto divertente...
per gli amanti del genere :http://it.youtube.com/watch?v=R7dd48wKDF0