Forum Tic e Tourette - AST-SIT ONLUS (Associazione Sindrome di Tourette - Siamo In Tanti)

 
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Attaccamento / separazione

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2018 12:35
10/09/2007 18:13
 
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Per come la vedo la famiglia per quanto possa avere fortissime caratterizzazioni è cmq una forma di aggregazione sociale all'interno della quale un tourettico potrà trovare in diversa misura alcune delle stesse problematiche sociali che sarà poi costretto ad afrontare nella vita.
Riprendo il discorso di Giafranco sulla frequenza/intensità però in maniera diversa: il modo in cui penso che un genitore debba comportarsi è quello di cercare di mantenere all interno della famiglia un equilibrio per qunato riguarda la quantità delle attenzioni rivolte ai figli, senza quindi eccedere verso il tourettico. Quello che invece si può fare è lavorare sull' intensità del rapporto, e ovviamente , se i genitori ne sono in grado, sull' educazione relativa alla sindrome.
Sta comunque anche al figlio raggiunta una certa età cercare di capire quanto inevitabilmente la sua realtà si discosti da quella generalmente delle altre persone, e ancor di più da quella presente nei contesti sociale, e riuscire a gestire la cosa nel modo che a lui sembrerà migliore.
Riguardo a quello che scrivi Clod :

Se i vostri genitori hanno sbagliato o continuano a farlo forse è perchè anche loro non sono infallibili, ma al contrario spesso hanno le vostre stesse paure che hanno ereditato dai loro genitori e così via. Tante volte si agisce in preda al panico acquisito e si sbaglia.
Se pensiamo a loro non come persone che ci volevano offendere ma come "bambini traditi" a loro volta dalla vita, forse riusciamo a perdonare meglio.


è verissimo e forse si avvicina anche al nocciolo della questione.
Come ho già detto in precedenti post il modo di rapportarsi dei miei genitori nei confonti della tourette è stato dei peggiori e ancora peggio trovo che non siano mai riusciti ad avvicinarsi a me dal punto di vista umano. Le cose sono iniziate ad andare meglio dal punto di vista globale della famiglia proprio quando, intorno ai 15-16 anni , ho realizzato ciò che dici nel tuo discorso ed ho iniziato a vedere i genitori non più con questo ruolo ma piuttosto come persone, ed ho inevitabilmente iniziato a distaccarmi(almeno mentalmente) dalla famiglia. Così nel tempo è andato perso il ruolo di figlio tourettico, con cui non si sa che fare, che non si riescie a capire e potrei andare avanti all infinito, e ironia della sorte mi si è attaccato quello del figlio disastrato, che nn parla mai dei suoi problemi, che si fa cazzi suoi e che vuole solo approfittarsi dei benefici materiali/economici senza dare niente dal punto di vista affettivo...
ed è stato in quel momento che mi sono reso conto di come il percorso interiore che dovevo attraversare era qualcosa che nessuno avrebbe capito , e cercare ostinatamente di compiere questo passo con l aiuto dei familiari avrebbe causato soltanto danni, in quanto era evidente l impossibilità di tale soluzione.
10/09/2007 19:03
 
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Nicola...


...mi è piaciuto molto quello che hai scritto. Un tourettico ad un certo punto dovrebbe capire che il "suo percorso é suo", e che lo si può fare anche se le persone dalle quali più vorremmo essere amati non riescono a capire.
Ad un certo punto della crescita non é più indispensabile la carezza che cerchiamo, anche se averla non sarebbe comunque male.
Ci sono tourettici che fanno fatica a staccarsi...anche dai genitori, e che vanno cercando ancora la loro approvazione o, altro lato della medaglia, la loro sconfitta.
L'indipendenza penso sia proprio quello che dici tu, magari più avanti in questo cammino le parti, come persone distinte, poi ritrovano un senso ed un motivo per riunirsi.

Ciao e bentornato GFM

11/09/2007 14:19
 
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Grazie Nicola
come dici è importante il distacco dalla famiglia. Ho notato però che un figlio tourettico fa molta più fatica di un comune adolescente ad attuarlo , ed anche se lo desidera per stare meglio ne ha paura e torna sempre chiedendo aiuto.
Ha sempre bisogno di continue attenzioni e gli manca sempre qualcosa per stare bene.
Sta a noi genitori (come dice Finardi... spero solo di ricordare di mettermi da parte e di lasciarti andare) incitarli ad affrontare il mondo ed a volte buttarli in mezzo ai problemi anche se desidereremmo solo proteggerli.
Un giorno ho visto un documentario di un popolo dove gli adolescenti venivano inviati tutti insieme fuori dal campo degli adulti e lì dovevano imparare a convivere tra di loro con semplici regole imparando a rapportasi anche con l'altro sesso . Mi ricordo che avevo trovato la cosa interessante.
Oggi si resta in casa troppo con i genitori e forse è per questo che poi i membri dello stesso sesso si trovano a competere.
Io sono contenta di aver concesso ai miei figli l'opportunità di fare esperienza fuori casa inviandoli entrambi in convitto con dei loro coetanei; sicuramente è servito a dargli una dose di realtà che spesso in casa non volevano vedere. Poi è servito anche a me per tagliare il famoso cordone. Ne avevo veramente bisogno e mi complimento con me stessa per esserci riuscita.

Ho scoperto che è molto salutare farsi dei complimenti e smetterla di criticarsi in continuazione.


Clod
11/09/2007 17:28
 
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Bella mossa, Clod...

...quella del convitto. Anche se io da adolescente l'avrei trovata inconcepibile, per me, insopportabile.

Se avessi dei figli, gli proporrei vari tipi di esperienze fuori casa.
11/09/2007 18:45
 
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attaccamento

Giglio, la questione attaccamento, e la relativa difficoltà a separarsi (e ad allontanarsi), merita di essere evidenziata in una discussione separata da quella dei fratelli. Infatti vorrei riprenderla proprio a proposito della sindrome di tourette.
SE me la metti altrove poi la riprendo.
Intanto vorrei informarvi che un mio studente sta per discutere una tesi sull'attaccamento nella quale un paragrafo é dedicato proprio alla sindrome di tourette, se lui mi autorizza la renderò scaricabile per i soci AST.

GFM
[Modificato da Gianfranco Morciano 11/09/2007 18:45]
11/09/2007 19:53
 
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va bene il titolo?

va bene qui, o in "altre caratteristiche"?

Forse dovevo partire dal precedente post di Clod?
[Modificato da GiglioDellaTorretta 11/09/2007 19:55]
11/09/2007 21:50
 
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Perfetto


...e grazie.

GFM
11/09/2007 21:59
 
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Bene, allora sappi che gli altri 29 utenti del forum ATTENDONO CON BRAMOSA ANSIA IL TUO POST SULL'ARGOMENTO [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237] [SM=g1362237]

[Modificato da owlly 05/04/2018 12:35]
11/09/2007 23:16
 
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Io ero un mammone allucinante, sempre con la manina da agganciare a qualcuno. Però, se in ambiente "protetto", sapevo stare molto per conto mio sin da bambino. Verso i 20 anni ho sentito il desiderio di vivere da solo, andavo a trovare i miei amici che studiavano in Università in città diverse e morivo d'invidia, ci andavo il più possibile. Poi, a 25 finalmente fuori casa! E' la mia dimensione più naturale. La TS che ruolo gioca? Aver tanto spazio riservato per tourettare liberamente!
13/09/2007 15:38
 
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Socio AST-SIT
Giglio tu dici che non saresti riuscito ad uscire da casa da dolescente,
ma vedi quando le dinamiche familiari diventano statiche e malgrado tutte le terapie ci si accorge che nulla si smuove... allora è necessario fare qualcosa di veramente opposto a quello che di solito si fa. Io ,una madre ossessivamente attaccata ai figli, propongo al mio medio ( che anche se in grave crisi mi sembrava il più forte ) di allontanarsi da casa per andare in convitto. Lui non accetta subito, medita per mesi cercando la soluzione per i problemi di suo fratello e di tutta la famaiglia, ma quando vede che oltre a non trovarla sta anche lui sempre peggio, decide di accettare.
( Scopro dopo il suo senso di colpa per aver lasciato solo suo fratello in un momento così difficile ).
Il grande vedendo suo fratello tornare la domenica contento della sua nuova esperienza , ci chiede di voler andare anche lui in un convitto. Io vedo questa possibilità come un cambiamento importante e fiduciosa delle sue capacità decido di appoggiarlo anche se la cosa mi dava delle ansie pazzesche (in quel periodo stava veramente molto male e faticava ad alzarsi dal letto).
Sapevo che era arrivato il momento di cambiare in modo forte per evitare il pericolo di ritrovarsi imprigionati in catene con ruggini e incrostazioni ( le catene delle quali parli a proposito di tuo fratello ed i tuoi genitori ).
Infatti il mondo fuori spesso usa dinamiche diverse e per me è stato come confidare nell'intelligenza dell'universo che fa girare tutte le cose.
Infatti come giustamente afferma Nicola il percorso interiore è personale, i genitori possono fare ben poco e spesso se sono troppo addosso fanno solo danno.

Clod
13/09/2007 16:48
 
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Registrato il: 14/07/2007
Socio AST-SIT
“propongo al mio medio”

“propongo”, è un termine che adoro, specie in un contesto come quello che riporti.

“propongo al mio medio ( che anche se in grave crisi mi sembrava il più forte ) di allontanarsi da casa per andare in convitto. Lui non accetta subito, medita per mesi cercando la soluzione per i problemi di suo fratello e di tutta la famaiglia, ma quando vede che oltre a non trovarla sta anche lui sempre peggio, decide di accettare.”

Tutta questa sequenza mi piace, intravedo autonomia di processi tra genitore e figlio, quello che mi è tanto mancato, e ora che sto prendendo qualche decisione rilevante riguardo la mia vita, sento costantemente nel corpo un senso di angoscia e di abbandono. Il dato che mi conforta, è che ora riesco a collegare le sensazioni a fatti reali, dopo una vita, prima di depressione, poi di ansia e panico, in cui il malessere sembrava cadere dal cielo, senza un collegamento con i dati della vita reale. L’angoscia e lo stato abbandonico? Probabilmente, se mi fosse stata data la possibilità di assumermi gradualmente, in modo reale, la responsabilità di decisioni e scelte, ora sarei più “strutturatu”, più forte e sereno. Probabilmente.

Dunque non posso che apprezzare questo:

“Io vedo questa possibilità come un cambiamento importante e fiduciosa delle sue capacità decido di appoggiarlo anche se la cosa mi dava delle ansie pazzesche”

E questo:

“Sapevo che era arrivato il momento di cambiare in modo forte per evitare il pericolo di ritrovarsi imprigionati in catene con ruggini e incrostazioni ( le catene delle quali parli a proposito di tuo fratello ed i tuoi genitori ).
Infatti il mondo fuori spesso usa dinamiche diverse e per me è stato come confidare nell'intelligenza dell'universo che fa girare tutte le cose.”
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