Anche questa volta Clod ha posto una questione importante, spesso incontrata da chi lavora nel campo sociale ed anche studiata in ottica sociologica e psicologica. La ricerca é entrata già da tempo nel merito e generalizzare si può e si deve!
In effetti può capitare che delle famiglie con un figlio con problemi si uniscano maggiormente e trovino addirittura risorse insperate, si sa persino di famiglie divise che nell'evento ritrovano senso ed unità...ma alcuni decenni di ricerca sistematica ci dicono che sono minoranze, e che comunque bisogna distinguere tra l'immagine esterna e le dinamiche interne, che spesso emergono nel lungo periodo essendo per lo più nascoste.
Nel libro delle edizioni Erickson (é la più importante casa editrice italiana di lavoro psico-educativo, sociale e riabilitazione) intitolato "la sfida dell'handicap e della malattia cronica" (non mi ricordo l'autore mi dispiace) si dà conto di alcune di queste ricerche, e di come tragiche vicende possano impattare sugli equilibri familiari e sulla visione di sè di ogni membro. Una forte fede può ad esempio considerare un segno divino l'arrivo di un membro con problemi, una messa alla prova a cui si é chiamati e quindi persino sprimere gratitudine per questo. E' la forza della fede, che però può nascondere sentimenti che non espressi si trasformano in sensi di colpa e frustrazioni che lavorano più lentamente...in primo luogo sugli altri figli. In questi casi il modello ufficiale che viene esibito (magari anche in pubblicazioni), può non corrispondere alle reali dinamiche.
Un altro importantissimo testo, che non ho mai mancato di segnalare nei miei corsi, intitolato "lavorare con i genitori di bambini handicappati" (ed. bompiani), da conto di ricerche specificamente mirate ai fratelli, cercando di definire alcune categorie reattive.
Dividerei la categorie in quattro:rifiuto, disistimia, spostamento e missione
1-Categoria del rifiuto:
ad esempio quella del fratello ribelle che dice "ora basta" potendo arrivare ad assumere un comportamento asociale, quella del fratello che cerca di attirare attenzione inventandosi esso stesso problemi (spesso scolastici) o addirittuta manifestando veri problemi psico-somatici.
2-Categoria della disistimia:
ad esempio quella del fratello o sorella che aqcusiscono un idea di sè depressiva e dubbiosa, bambini spesso chiusi e passivi. Rinforzati in questa posizione dalla vergogna per un'immagine sociale che considerano deficitaria.
3-Un altra categoria é quella dello "spostamento"
ad esempio del fratello (o sorella ovviamente) che si adopera alla cura di quello debole per ottenere riconoscimenti dai genitori, quello che pure si adopera ma per reazione ai sensi di colpa per essere fra i due quello sano, ancora quello che reagisce in senso accudiente per compensare il senso di colpa di odiare il fratello malato o di esserne invidioso.
4-L'ultima io la definirei "categoria missionaria"
é quella di quei figli ai quali implicitamente, cioè con messaggi più o meno espliciti, i genitori inviano la richiesta "tu dovrai occuparti dei tuoi fratelli quando noi non non ci saremo". Molti di questi fratelli diventano professionisti del sociale e tanti ne ho scovati nei servizi e nei colloqui di selezione per l'ammissione ai corsi. Non é che siano un problema, essi stessi possono divenire buoni educatori/psicologi/operatorui sociali, ma devono prima risolvere (per riuscire ad operare bene) gli eccessi di identificazione, perché ogni fallimento o difficoltà sul lavoro viene vissuto con grande drammaticità. I più patologici vogliono diventare professionisti esperti per il fratello, quelli che stanno meglio deviano su altre persone o su altra utenza bisognosa.
Naturalmente non ho messo le categorie nella quali i problemi (inevitabili) vengono ben gestiti, le quattro dette rappresentano quelle problematiche. Infatti ci sono le situazioni in cui, spesso per prove ed errori, chi nel conflitto aperto e chi nelle collaborazioni contrattate (cioè senza negare i problemi a sè e agli altri ma fronteggiandoli), si riescono a trovare buone forme di collaborazione a favore di sè e del fratello più sfortunato.
Queste ricerche sono per me un riferimenmto importante, che unisco ad un'esperienza ormai trentennale di lavoro sul campo, spesso con gruppi di familiari ed anche fratelli. Può sembrare che lo dica per dare più peso alla mie affermazioni, ed un po' é così in effetti, ma lo faccio perché la questione posta da Clod é importantissima e non va presa sotto gamba.
Noi siamo un'associazione sulla sindrome di tourette e le ricerche nel campo dell'handicap sono per quanto importanti, troppo ristrette, meglio sarebbe basarsi anche su quanto viene rilevato in ambito psichiatrico. Bene, pare che qui, nei fratelli prevalgono sopratutto le prime due categorie (ribellione e disistimia) ed importanti testi sono stati scritti per dare consigli alle famiglie, ma sono pochi. Uno é quello di Faloon intitolato "il lavoro con le famiglie integrato in psichiatria". Putroppo in psichiatria il peso del pregiudizio psicanalitico (mamma sempre negativa e supposte simbiosi) hanno impedito di fare sufficiente ricerca, almeno per quelk che a me é dato di sapere, dovesse esserci qualcuno che ha più informazioni magari ce le può fornire.
Sulla Sindrome di Tourette possiamo fare ricerca,ed io direi di accogliere la proposta di Clod...ognuno qui dica la sua: cosa vede, come fa, espedienti, sconfitte e vittorie. Qui abbiamo la possibilità, intendo sul forum, di avere il punto di vista di genitori, di tourettici e di fratelli, non limitiamoci a dire la nostra opinione (pur importante).
Usiamo questo spunto della nostra Clod per cotruire la conoscenza. Raccogliamo più dati possibili dal nostro contesto, analizziamoli e poi facciamo deduzioni, e perché no? Anche generalizzazioni.
Tocca farlo noi perché siamo l'unica associazione fondata in Italia da chi il problema o il non-problema lo vive e non l'ha solo studiato!
Passo un'idea allo staff e al direttivo: inviare una mail con una serie di domande a tutti gli associati, possiamo parlarne a Rimini nel prossimo fine settimana (Franca aggiungi all'ordine del giorno per cortesia).
Un abbraccio a tuttti e grazie per tutte le cose che continuate a farmi imparare, non c'é tempo qui per invecchiare.
GFM
PS
Siamo una massa di tourettici e noi le croste ce le strappiamo anche se fanno male, fino alla verità, anche se fa male ed anche se non ci piace e se sarebbe più comodo negarla. Può scattare odio nei fratelli e potrebbe non essere una cosa negativa, é la dialettica dei sentimenti.
[Modificato da Gianfranco Morciano 08/09/2007 18:04]