Ciao Minastra e benvenuta,
dispiace anche a me quando questioni importanti come quella che poni tu non accendano vivi dibattiti. Abbi pazienza, siamo ancora in pochi a partecipare attivamente al forum. Mi fa molto piacere il fatto che sia un’insegnante ad aprire un simile argomento.
Faccio parte del gruppo di quelli che hanno abbandonato la scuola superiore. Ai tempi non sapevo che cosa fosse la TS. Non avevo un’attività ticcosa molto elevata. Non so se avessi veri e propri pensieri ossessivi. Ricordo che avevo grossi problemi di concentrazione, sia a lezione che a casa. La testa vagava ovunque e le ore passate sui libri erano estenuanti e improduttive, riuscivo a studiare solo ciò che mi appassionava. I miei genitori hanno sempre avuto la pazienza di aiutarmi, ma al terzo anno di liceo sono esploso, anche perché ero molto coscienzioso, non sopportavo l’idea di presentarmi a scuola impreparato. Ero un adolescente mite, serio e introverso, non disturbavo in classe, non facevo notare i miei problemi, non avevo gli strumenti per o il carattere per chiedere aiuto agli insegnanti, o forse non lo ritenevo lecito. Era un problema mio, anzi, ero convinto che tutti avessero sempre la testa per aria, invasa di pensieri. Mi chiedevo come certi miei coetanei sapessero studiare impigando poco tempo, o riuscissero a divorare libri. Pensavo fosse normale essere invasi dal flusso di pensieri. Così ho deciso di dedicarmi solo agli studi musicali, proprio perché la passione mi ha sempre salvato dall’essere del tutto inconcludente.
Ora sono dall’altra parte della barricata. Insegno musica, però individualmente, e in scuole musicali, che consentono la totale libertà didattica, dunque una situazione assai diversa dalla tua. Non ho nessuna competenza pedagogica specifica. Ho e ho avuto alcuni allievi con disturbi dell’attenzione, uno forse è tourettico. La lezione individuale mi consente di costruire una relazione approfondita. Coll’esperienza ho capito che ai bambini con disturbi dell’attenzione non posso richiedere uno studio rigoroso e costante, come richiederebbe un corso di pianoforte che restituisca risultati soddisfacenti nel tempo. Rischia di generare frustrazione, abbandono, e disamore per la musica, quando spesso sono stati proprio cli stessi bambini a chiedere di studiarla. Mi barcameno, essendo comunque in strutture scolastiche che, per qunto non troppo rigide, non sono di regola di larghe vedute, e dunque bisogna in qualche maniera dimostrare che il bambino ha imparato a suonare qualcosa decentemente e poterlo esibire in occasione di quell’odioso rituale che sono i saggi scolastici. Tutti i bambini con disturbi dell’attenzione che ho incontrato (ma non solo quelli), hanno mostrato spontaneamente una propensione alla creatività. Ho sempre colto la palla al balzo, cercando di trasmettere lo spirito di libertà ed espressività che sono propri dell’arte. So bene che un’artista, di regola, per raggiungere un livello professionale, debba prima o poi riuscire a disciplinarsi e a lavorare intensamente e con costanza. Non so se questi bambini diventeranno professionisti musicali, ma non m’importa. Cerco di trasmettergli la gioia e la passione per la musica. Il pianoforte, in questo senso, è lo strumento più adatto, perché offre subito moltissime possibilità espressive, senza ostacoli tecnici, sin dal primo giorno. Col passare degli anni, può subentrare comunque la frustrazione, perché se non c’è crescita nell’abilità tecnica, non si va molto oltre lo stadio iniziale, e l’entusiasmo e l’interesse rischiano di esaurursi. Per questo ho introdotto anche negli esercizi di tecnica, un approccio creativo: s’inventano insieme, e successivamente li inventano loro, in base alle mie richieste. Questo consente di mantenere alto l’interesse, per quanto gli esercizi inventati possano somigliare ai classici esercizi subiti acriticamente, proprio perché il bambino è stato reso partecipe alla creazione.
Quando vedo che il bambino perde interesse o concentrazione, traggo spunto da un suo stimolo del momeneto per proporgli un’attività creativa o giocosa che interrompa la spirale della noia. Sono sempre attività che sottendono un obbiettivo formativo inerente alla musica, ma strettamente connesse al qui ed ora. Non so mai come possa procedere una lezione a priori, proprio perché parto dall’empatia e dalla relazione. Ovviamente non mi costa nessuna fatica empatizzare con bambini del genere. E’ un po’ faticoso perché devo essere molto attento e allocentrato, e attingere alla mia cratività. Devo essere in forma, per fare una lezione soddisfacente per me e per il bambino, e, ovviamente, questo non è sempre possibile. Si fa quel che si può. Ho il culto dell’improvvisazione (più il bagaglio di conoscenze è ricco, più è possibile farlo) e sono allergico alla lezione preparata.
Gli spunti più efficaci da cogliere, oltre a essere il più possibile legati al qui e ora, devono essere legati al mondo del bambino: un loro sogno, un cartone animato, un videogioco, un episodio, la stessa noia contingente. Se l’energia del bambino che è in me si unisce all’energia dell’allievo, le idee e le immagini si moltiplicano, fino a creare un mondo tutto nostro ed esclusivo. Una complicità che mi consente di fargli passare anche qualche richiesta meno divertente. Tutto può essere trasformato in musica, e, se l’argomento coinvolge il bambino, facilmente s’impegna a cercare soluzioni efficaci e originali, così il suo bagaglio espressivo e musicale si arricchisce. Se usciamo tutti e due contenti dalla lezione, penso di avere fatto un buon lavoro, L’importante è che l’adulto che c’è in me sia sempre vigile a non lasciare che la giocosità debordi e porti lontano dall’obbiettivo.
Minastra, non sono in grado di rispondere direttamente alle tue domande. Spero che la mia risposta ti possa essere in qualche maniera utile. Io mi auguro che il forum cresca, anche nell’ottica del mutuo aiuto. Ci sono tantissime cose da fare per l’AST, che deve uscire dalla dimensione quasi esclusivamente internet, e siamo pochissimi ad operare in tal senso. Morciano ci ha viziato con le sue perle quotidiane, ma non è fisicamente possibile che si prenda in carico tutti i tourettici d’Italia, nel forum e fuori forum. Dunque, tourettici taciturni, spero che partecipiate più attivamente a questi scambi d’esperienza sul forum. In alcune regioni (sicuramente in Lombardia) i tempi sono maturi per organizzare incontri di gruppo dal vivo. Siamo sempre un po’ con l’acqua alla gola per mandare avanti l’associazione (anche per tutte quelle noiose faccende burocratiche). Chissamai, che in occasione degli incontri dal vivo riusciremo a reclutare un po’ di manodopera fra i soci? Dai, vi faccio scappare?
Un bacio a tutti
Il Giglio Notturno
[Modificato da owlly 05/04/2018 10:57]