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siete sopravvissuti?

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2018 16:11
22/06/2010 15:53
 
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Registrato il: 19/02/2008
Socio di AST-SIT, Responsabile Soci e Tessere
caro seek,
ti confesso che non mi riconosco nell'immagine di genitore (e di adulto in generale) che dai nel tuo post e sono sicura che non si riconoscono in tanti. Il travaglio interiore, il mettersi in discussione, la paura di sbagliare, il sentirsi inadeguati e non all'altezza ... sono pane quotidiano.
Comunque accetto il tuo sfogo perchè a ben guardarsi intorno sono tanti gli errori compiuti da genitori e quello che dici calza a pennello con ciò che si vede in giro..

Quando avevo i bambini piccoli avrei voluto due cose:
1)il corrispondente del telefono azzurro, per i genitori;
2) un corso di preparazione ad essere genitori.

Credo che la cosa più difficile per un genitore è pensare al figlio come a qualcosa che non gli appartiene.
Intendo dire che nella frase "è mio figlio", quel mio non deve essere vissuto come aggettivo possessivo.
Giorno dopo giorno, attraverso errori e ripensamenti, lotte interiori ed esteriori noi genitori ci sforziamo di educarci a pensare al figlio come una persona autonoma, con le sue esigenze, con i suoi diritti di privacy, con i suoi gusti, con i suoi successi e con i suoi insuccessi.

Accanto a questo c’è il peso della responsabilità ossia il sentirsi responsabile di tutto quello che succede al proprio figlio. E’ difficile riuscire a cogliere dove finisce la responsabilità e comincia il rispetto. Sono confini sottilissimi e incerti e spesso i due genitori (perché i genitori sono due) non si trovano d’accordo sul 90% delle questioni e il risultato è un compromesso.

Inoltre spesso i figli tendono a dare ai genitori più colpe e responsabilità di quelle che effettivamente hanno; sono più insofferenti, più intolleranti dei genitori.

Insomma è una bella lotta, un braccio di ferro, ma non sempre finisce male.

Hai detto bene tu bisogna sempre ricordarsi come si era da bambini e, ancora di più, da adolescenti. Non bisogna scordarlo mai.

La memoria… è uno strumento difficile, scomodo. Anche il figlio dovrebbe usarla.


La storia infinita: ho visto il film, ho letto il libro, ho visto il filmato che hai linkato. Ma questo non basta perché si può vedere ma non guardare, sentire ma non ascoltare…..
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