Forum Tic e Tourette - AST-SIT ONLUS (Associazione Sindrome di Tourette - Siamo In Tanti)

 
  Pagina iniziale Forum Regolamento del Forum Vai al Sito dell'AST-SIT 
Cerca nel Forum Come hai conosciuto il Forum? Associati all'AST-SIT
Discussioni recenti Guide per l'uso del Forum Contattaci

 

 

 

 

 

 

 

 


Bacheca

SOSTIENI AST-SIT CON IL TUO 5 x 1000 - Clicca qui!

Benvenuti nel forum AST-SIT

Problemi con il Login? Clicca qui!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Il senso di colpa verso i genitori

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2008 20:07
22/11/2008 09:37
 
Quota
OFFLINE
Post: 17
Registrato il: 03/03/2008
Socio AST-SIT
Nei momenti di crisi di mio figlio
tante volte mi sono chiesta cosa lui vedesse in me in quei frangenti.
Perché spesso preferirei che non sapesse leggere il mio smarrimento, la mia inadeguatezza, la mia voglia di scappare, l’irresistibile istinto di strappare, separare per un attimo la mia vita dalla sua.
Tante volte ho chiuso gli occhi davanti alle sue grida per nascondere la mia paura e la mia stanchezza.

Daniele da piccolo (scuola materna) era un bambino molto, molto difficile da gestire. Credo che in assoluto quello sia stato uno dei periodi più difficili e faticosi della mia vita.
C’era una cosa che Daniele amava fare: tornare a casa a piedi dalla scuola materna. Si faceva prendere per mano, camminava vicino a me( tutte cose apparentemente banali, ma per lui praticamente impossibili in contesti diversi ). E io avrei voluto che tutti vedessero quanto era bravo, e bello, mentre camminavamo verso casa. Avrei voluto che lo vedessero certi vicini, che si lamentavano delle sue grida e della sua agitazione, o certe mamme di alcuni suoi compagni, sempre là a bisbigliare.
E così con il passare del tempo aspettavo con incredibile ansia quel momento della giornata.Pensavo sin dal mattino a quei minuti meravigliosi in cui sarei andata a prendere Daniele all’asilo, e li ripercorrevo infinite volte nella mia mente. Erano diventati gli unici minuti belli della mia giornata.
Poi ho iniziato a pensare che essere “felice”vicino a mio figlio solo 10 minuti al giorno non mi bastava…
E’ vero, appartengo ad una generazione a cui è stato inculcato il manzoniano concetto che il dolore è il sale della vita. Ma non ci ho mai creduto e in quegli anni decisi che avrei lottato con tutte le forze contro quel dolore che mi stava stritolando. Nei momenti di gravi crisi del bambino mi concentravo sulle sensazioni che provavo durante il magico tragitto di ritorno dall’asilo, e sull’immagine del suo sguardo.Non dico che è stato facile, ma è come se avessi trovato in questo modo “viscerale” , primitivo ed anche egoistico, i miei primi, personali “strumenti” per rispondere alle difficoltà che la condizione di Daniele mi poneva di fronte.
Il nostro cammino è sempre in salita, ma abbiamo fatto molta strada.
Daniele fino a pochi anni fa (ora ha dieci anni) praticamente non parlava. E’ per questo che ho imparato ad osservarlo molto. Soprattutto gli occhi. Questi occhi belli che dicono, e soprattutto chiedono. Il fatto è che troppe volte non so rispondere…Conosco a memoria il modo in cui socchiude le palpebre, deluso, quando non capisco cosa vuole, cosa c’è. Ed è per me una specie di frustata il suo gesto di asciugare da solo le lacrime, rassegnato, perché non ho capito cosa voleva dirmi.
Quando riesco ad intuire come aiutarlo, comprenderlo, allora lui mi chiede”asciuga” ed io posso avvicinarmi e asciugargli le lacrime. Questo è il segnale di “crisi finita”, di ripresa dei contatti. E’ lui che finalmente cerca il mio sguardo, e per me è una colata di gioia.

Che dire della delusione di fronte a speranze/obiettivi falliti?Ho provato anche quella, profondamente. E’ stato cercando di osservare il bambino dall’esterno, in modo quasi “scientifico” che sono riuscita a far virare queste sensazioni verso un più generale atteggiamento di “curiosità”. Mi piace guardarlo e “sentirlo” per quello che è, capire quel tanto che basta per fare un altro passo insieme.

Ho letto questa serie di post con molta emozione.Ascoltare le vostre esperienze mi aiuta a capire, forse, un po’ di quello che anche mio figlio possa sentire.
So che molte cose lui non potrà/saprà mai dirmele.
Ma aspetto sempre il suo sguardo, come un’innamorata, per intuire qualcosa in più.

Scadidabè
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

     Discussioni Recenti


Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com