| | | OFFLINE | Post: 1.176 | Registrato il: 14/07/2007 | Socio AST-SIT | |
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“propongo al mio medio”
“propongo”, è un termine che adoro, specie in un contesto come quello che riporti.
“propongo al mio medio ( che anche se in grave crisi mi sembrava il più forte ) di allontanarsi da casa per andare in convitto. Lui non accetta subito, medita per mesi cercando la soluzione per i problemi di suo fratello e di tutta la famaiglia, ma quando vede che oltre a non trovarla sta anche lui sempre peggio, decide di accettare.”
Tutta questa sequenza mi piace, intravedo autonomia di processi tra genitore e figlio, quello che mi è tanto mancato, e ora che sto prendendo qualche decisione rilevante riguardo la mia vita, sento costantemente nel corpo un senso di angoscia e di abbandono. Il dato che mi conforta, è che ora riesco a collegare le sensazioni a fatti reali, dopo una vita, prima di depressione, poi di ansia e panico, in cui il malessere sembrava cadere dal cielo, senza un collegamento con i dati della vita reale. L’angoscia e lo stato abbandonico? Probabilmente, se mi fosse stata data la possibilità di assumermi gradualmente, in modo reale, la responsabilità di decisioni e scelte, ora sarei più “strutturatu”, più forte e sereno. Probabilmente.
Dunque non posso che apprezzare questo:
“Io vedo questa possibilità come un cambiamento importante e fiduciosa delle sue capacità decido di appoggiarlo anche se la cosa mi dava delle ansie pazzesche”
E questo:
“Sapevo che era arrivato il momento di cambiare in modo forte per evitare il pericolo di ritrovarsi imprigionati in catene con ruggini e incrostazioni ( le catene delle quali parli a proposito di tuo fratello ed i tuoi genitori ).
Infatti il mondo fuori spesso usa dinamiche diverse e per me è stato come confidare nell'intelligenza dell'universo che fa girare tutte le cose.”
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