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..Come Halley..

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2018 12:02
01/05/2015 00:18
 
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Oxford, Martedì 21 Aprile 2015

Devo dire che mi sento un pò le farfalle nello stomaco..
Non l'avrei mai detto ma sono molto emozionato a ritrovarmi dopo tanto tempo in questo spazio.
E' però vero che ho pensato spesso di farlo, e come Halley ho sfiorato varie volte quest'orbita, ma forse fino ad ora non era ancora tornato il momento.
Col piede leggero ritorno per un istante a segnare un'impronta in questo luogo, che mi ha dato tanto e ha segnato una fase importante nella mia esistenza.
Ecco, di milioni di introduzioni possibili, mi tocca materializzarne una, ed eccola qua.
Sono nella sala da pranzo di una Guest House di Oxford, dove assieme alla mia ragazza "viviamo" in una stanza affittata per ospiti di lungo termine.
Lavoro qui in città da circa due mesi come aiuto cuoco in un bar e anche questa volta, anche qui, sto per lasciare solo un impronta prima di ri-partire per una nuova avventura, in questo trend che da quattro anni non si ferma.
Chi scrive in questo momento, dietro lo stesso vecchio utente "Seeking" è la stessa persona e allo stesso tempo una del tutto nuova. Beh, come un pò tutti d'altronde, nessuno resta uguale, volente o nolente, anche se spesso si fa di tutto per restare fermi e non muoversi di un millimetro. Ma la terra non è piatta, e avanzare non è solo “mettere un piede davanti all'altro per non cadere”; avanzare è segnare un percorso, esplorare una direzione in questa terra rotonda. E allora ci si riscopre, ci si rinnova e si spinge il limite, si forza ogni giorno un pò di più. Si percorre la scala, fino a tornare alla stessa nota ma nell'ottava superiore. Come una spirale ascendente.
Scrivo per tornare all'origine, alla vecchia orbita ma con qualcosa di nuovo, un carico accumulato in questi anni densi di esperienze.

Scrivo per raccontarvi il nuovo Seeking, il nuovo Ale e quello che ha scoperto in questi anni.

Siamo qui quindi in questa sala da pranzo, dopo una stupenda serata baciati da un bel sole al tramonto. Oggi era il mio penultimo giorno di lavoro e appena finito il sole e l'aria erano carichi di energia frizzante.. sarà che domani è l'ultimo giorno, sarà la nuova avventura che come ogni volta eccita un pochino e aiuta a distaccarsi dal luogo appena conquistato, ma oggi mi sento proprio in grazia di Dio. Usciamo a goderci questo sole e la testa viene mandata su di giri dall'anima in subbuglio, quel subbuglio buono che ti spinge su e fa sentire libero e magico. In questi anni abbiamo sperimentato l'alto e il basso. Viaggiare, quasi nomadi, tra lavori volontari e pagati, passando attraverso culture, lingue, costumi e sempre tanti riflessi interiori.. tutto ciò ti può mandare in orbita a toccare le stelle, come anche sbattere su uno scoglio appuntito come un povero polpo. Ma è questo in fondo che cerchiamo, e allora quando vivi da tanto così impari a godere dell'attimo, impari ad accettare l'instabilità della vita, e a fare tuo ogni istante regalato, a fare tua ogni esperienza e lezione vissuta.

Cinque anni fa ero ancora a Treviso, sempre immerso nel gruppo di Capoeira che già allora era per me una finestra sul mondo. Già allora molti viaggi in Europa e una volta anche in Messico erano partiti grazie agli agganci del gruppo a livello internazionale. Ma il destino stava lavorando sodo e a mia insaputa tramite il gruppo stava per mandarmi la chiave per sbloccare una storia, una visione che da tanto avevo nella mia mente. Ho conosciuto quella che ora è la mia “Complice” come ci piace dire – perchè ogni definizione formale e comune ci sta stretta – e subito avevamo capito che molti pezzi dei puzzle delle rispettive vite stavano per unirsi e dare un senso più ampio.
Abbiamo passato il primo anno a fare prove tecniche di liberazione mentale, praticando giornalmente piccole follie per anime felici. Ispirati da due autori autonomi e minimalisti amanti della libertà, abbiamo aperto le finestre e respirato aria nuova, frizzante e carica di profumi e aromi da tutto il mondo.
Ci sono stati però momenti duri, perchè nessuno dei due sapeva come tradurre quelle sensazioni e spinta in realtà...con che strumenti? Come esattamente?
Come si parte alla volta del mondo, con pochi soldi e senza dover trovare un lavoro? Come si fa tutto questo mantenendo un senso profondo, una condivisione con la gente e senza perdersi? Come si evita di cadere in schemi, etichette, definizioni rigide che bloccano quella magia che crea, che materializza?
La risposta ci è arrivata tramite una cara amica che ci ha segnalato per la prima volta un sito, una filosofia di viaggio che è stata per noi una svolta, un principio di vocabolario che ci mancava per saperci esprimere in questo nuovo linguaggio che cercavamo di imparare.
Il sito è Helpx.net, e assieme a altri dello stesso tipo è un sito che permette a privati di ospitare o essere ospitati in cambio di lavoro volontario. In pratica il vecchio concetto di “alla pari”.
Non c'è scambio di denaro, non c'è contratto di lavoro, c'è solo un mutuo accordo e rapporto tra le parti con lo scopo principale di uno scambio profondo umano e culturale.

In un nano secondo stavamo già spulciando il sito fantasticando ad ogni posto elencato in tutti gli angoli d'Europa. Ci era chiaro, quell'opportunità era un portale aperto, un dito sospeso sopra al mappamondo pronto a scegliere un luogo e materializzarne l'esperienza.

Allora dunque seguitemi e tuffiamoci nel vivo delle esperienze che da questo portale magico stavano per concretizzarsi..

Il dito infatti era sceso ed aveva scelto Madeira, un isola nell'Atlantico sopra le Canarie. A casa di una coppia Belga nella parte più remota dell'Isola. Isolati nell'isola. Il lavoro era aiutarli nel giardino tropicale sotto il sole laser di Giugno. Esperienza tosta, rapporti umani difficili e tanta voglia di scappare e magari tornare pure a casa. Il tutto era partito col piede sbagliato, e noi nella nostra insicurezza e ingenuità avevamo incassato e subìto quella difficile sintonia col la coppia.
Si era partiti con l'idea di stare 3 mesi, e si è finiti col starci un mese solo.
In quei giorni ci sentivamo uno straccio..tutta la nostra euforia si era infranta contro un muro e tutti i dubbi del mondo giravano liberi e felici nelle nostre teste. Il punto è che era davvero un salto quantico trovarsi di colpo ospitati da estranei, lavorando gratis per loro parlando Inglese e con culture diverse. Noi come sempre iper-critici pensavamo di non essere adatti a questo tipo di esperienze.
Tuttavia non potevamo arrenderci alla prima difficoltà e per riscattarci il dito stava già puntando un'altra meta. In pochi giorni noi giovani e spavaldi si stava per prendere un biglietto aereo Lisbona – Istanbul. Si esatto, dall'Atlantico alla Turchia!!
Seconda esperienza: INCREDIBILE. Eravamo in un centro Yoga e Arte sopra il paesino di Kas nella costa sud Turca. Il lavoro assieme a due Spagnoli e un Croato era prendersi cura di un campo di mandorli, circa 2 mila piante, che sotto quel sole e la siccità stavano morendo. Qui tutto era partito col piede giusto, i rapporti umani, il lavoro interessante e c'era un bel feeling col nostro ospite. L'Amicizia con i ragazzi, la sensazione di libertà ed avventura hanno resto questa seconda esperienza l'icona e trampolino di lancio per una serie interminabile e insaziabile di vagabondaggi ed esperienze in ogni dove. In quello stesso viaggio di circa 3 mesi la terza ed ultima meta sarebbe stata la Germania nella foresta nera, dove avremo lavorato in un hotel gestito da una coppia Tedesca che per 11 anni avevano vissuto in Nuova Zelanda ma che poi era tornata in Germania aprendo questo piccolo hotel. Gli intrecci si infittivano e i nostri occhi si spalancavano dalla meraviglia di conoscere così tante persone interessanti.
Il secondo viaggio, a tre mesi dal primo era una naturale conseguenza di questo e come prima meta vedeva un'ulteriore salto quantico: lavorare per 11 giorni in Austria come pastori con una famiglia di pastori nomadi. Ultima famiglia di pastori davvero nomadi in Austria, hanno una mandria di circa 1000 pecore più 2 capre. Qui il lavoro era aprire ogni mattina il recinto, perchè le pecore vivono da sempre all'aperto (alcune hanno 25 anni circa...); portarle a pascolare e cambiare posto chiedendo ospitalità ai locali e pascolando nei loro campi. Poi la sera richiudere il recinto e tornare al caravan al caldo. Era Dicembre e faceva freddo. Noi si dormiva in una roulotte senza riscaldamento e per quegli 11 giorni non abbiamo mai visto ne sapone ne doccia. Solo acqua tiepida per risciacquarsi le mani e semplice carte igienica per il bagno.

Poi di nuovo Germania nello stesso posto del primo viaggio. E qui arrivava una svolta, e cioè trovavamo tramite internet un lavoro in Islanda in una caffetteria in un luogo remoto ma super turistico. Non che ci piacesse il turismo di massa, anzi, ma questa era un opportunità imperdibile da molti punti di vista. Per il paese soprattutto, ma anche per la paga davvero buona, e che ci avrebbe poi dato modo di continuare i nostri viaggi senza dover ritornare in Italia per guadagnare qualche soldo. Ed era così quindi che iniziava l'esperienza Islandese, la prima stagione per 6 mesi, dopo la quale con i soldi guadagnati potevamo realizzare un ulteriore sogno che da tempo avevamo pronto, e cioè un lungo viaggio in Centro America. Un viaggio itinerante di 6 mesi dal Guatemala al Venezuela facendo del volontariato con i bambini e passando attraverso 7 diversi paesi con i loro popoli e culture. Un viaggio incredibile, un esperienza profonda che ci ha segnato e allargato ulteriormente gli orizzonti e la coscienza. Tornati da questo viaggio ci aspettava una seconda stagione di altri 6 mesi in Islanda nella stessa caffetteria, dove tornare ad una routine semplice e schematica in un luogo sempre da sogno. L'occasione per lasciar sedimentare le molte cose vissute in quel lungo viaggio, ritrovare il centro e capire come tutto questo ci aveva cambiato.

Nel frattempo in tutti questi viaggi imparavamo ad usare diversi strumenti di condivisione e apertura. Oltre infatti al concetto di lavoro volontario c'era il “couchsurfing” sito e modo di viaggiare venendo ospitati da privati per una o più notti a gratis. Si contatta un utente e e chiede ospitalità, e se la cosa va in porto si può dormire, a volte appunto in un “couch” o divano, a gratis, con l'unico intendo di conoscersi e avviare uno scambio umano culturale.
La prima volta che avevo sentito di questo sito mi sembrava un sogno, una cosa impossibile. E la prima volta che avevano provato è stato in Austria, ospitati da una ragazza Italiana che vive e lavora a Innsbruck. Assurdo trovarsi le chiavi di casa in mano dopo una breve chiacchiera di 15 min o meno, sentirsi dare tutta questa fiducia e il superare le barriere della proprietà privata in un istante.

Questa pratica del couchsurfing l'abbiamo usata un po' in tutta Europa, compreso in America Latina dove letteralmente ci ha salvato la vita.
Il nostro volo infatti era un biglietto di 6 mesi con andata e ritorno da Caracas, considerata una delle città più pericolose del Sud America. Arrivavamo alle 23.00 e a quell'ora chiunque avrebbe avuto solo un opzione, e cioè pagare 100 dollari per una notte in hotel, il quale veniva a prenderci con un bus navetta. Noi però volevamo iniziare il viaggio con il piede giusto, quello dell'apertura e della fiducia, e infatti abbiamo pensato di provare anche li couchsurfing e metterci nelle mani di qualche locale. La mossa è risultata essere la migliore in assoluto, perchè siamo stai accolti all'aeroporto da un ragazzo Venezuelano di circa 20 anni che abitava in una città vicina all'aeroporto. Ci ha “scortato” fino a casa sua, schermandoci così dall'essere iper visibili, noi che belli freschi, puliti e carichi degli zaini sembravamo avere una scritta ENORME con su scritto “siamo turisti, vulnerabili e un po' storditi dal viaggio”. Cioè dico, avete idea di cosa voglia dire anche solo uscire dall'aeroporto in un luogo così diverso? Immaginate, tempo di volo circa 9 ore, dopo le quali già così si esce belli storditi. Appena incontrato il nostro amico che ci ospita usciamo dall'aeroporto e li...BOOM, un salto quantico e ci troviamo in un altro mondo. Per chi ha viaggiato in America Latina, o Asia o altri paesi poveri capirà quello che intendo. La temperatura innanzitutto..un caldo afoso, umido, robe da pieno Agosto. Noi che si passava dal Novembre Italiano, al clima neutro e finto dell'aereo e dell'aeroporto, fino a questo saldo carpiato dei 35 gradi..di NOTTE!! Bene, suoni, odori, vista...tutti i sensi trovavano riferimenti e sensazioni diverse. Ovunque si sentiva musica truzzissima a palla..puzza di gas di scarico e visibili nuvole ogni volta che passava un qualsiasi mezzo a ruote. Le macchine poi, erano la cosa più curiosa..tutte la vecchie automobili Americne anni 70 80 le trovavi li, cadute per gravità dall'America del Nord ai paesi dell'America Latina..
Tutte super elaborate o solo colme di ruggine e coi pezzi che cadono, ma comunque con tante storie da raccontare. I cavi elettrici tutti a cielo aperto, tirati tra pali della luce dai quali partivano dei grovigli che sembravano dei veri e propri rebus.
Potete immaginare quindi, il nostro sguardo come poteva sembrare del tutto perso, catturato dalle molte informazioni che arrivavano ai sensi...
Il nostro amico ci ha portato a casa sua, ci ha presentato alla sua famiglia con la quale abbiamo mangiato e parlato un sacco. Il giorno dopo ci ha di nuovo scortato alla stazione dei bus di Caracas assicurandosi fino alla fine che saremmo stati al sicuro. Con lui, seppur continuassimo ad esser turisti, abbiamo mostrato di essere in contatto con la gente del posto, di essere guidati ed avere amici locali.

Di esperienze con couchsurfing ne abbiamo fatte tante, ma considero questa di Caracas la più forte proprio perchè esprime la bellezza dell'aiutarsi gli uni con gli altri. Ovunque si vada quindi si possono avere degli amici, non sentirsi mai del tutto soli e ricevere preziosi consigli e direzioni direttamente dagli abitanti. Questo secondo me è qualcosa di incredibile e che tuttora dopo 4 anni di esperienze se ci penso mi fa venire i brividi.

Dopo la seconda volta in Islanda le esperienze continuano sempre sulla stessa onda, ma ora solo in Europa. Siamo stati in Danimarca, Svizzera, Francia, Toscana e infine Inghilterra dove siamo ora ma che stiamo già per lasciare di nuovo. Ad ogni paese un luogo che seppur per poco abbiamo spesso chiamato casa, ad ogni luogo amici storie incontri nei quali abbiamo sempre riversato tutti noi stessi e accolto il liquido denso dell'esperienza che ti cambia e mette in discussione.
Ad ogni nuova situazione la sempre presente amica insicurezza dell'iniziare sempre daccapo, ma che ti tiene umile e recettivo, sempre pronto a cambiare e ad imparare qualsiasi cosa.
Se ripenso a questi anni ho un film in testa..momenti, attimi, paesaggi spettacolari e momenti duri e davvero pesanti in cui ti chiedi se tutto questo non sia inutile. Momenti di pura gioia e senso di libertà, come quelli che si provano da adolescenti nelle prime avventure e scoperte. Momenti di profonda connessione e di “sensazione di destino” cioè che ci sia forse qualcosa che ci guida e faccia arrivare i momenti chiave dei quali noi, inconsapevoli, abbiamo bisogno.
Sincronicità più che destino, o forse solo cocciutaggine nel materializzare le nostre visioni e i nostri personalissimi esami. Una delle cose che più si impara così credo sia la pazienza. La pazienza con noi stessi e con il nostro viaggio della vita, che spesso troppo spesso vorremmo si sviluppasse subito e desse i suoi frutti, quando invece noi per primi non ne saremmo pronti. I pezzi del puzzle, se si fa col cuore vanno col tempo a posto da soli, a noi è spesso “solo” richiesto il coraggio di tenere gli occhi aperti, la mente sveglia e il cuore caldo. La vita in fondo si sa, è un viaggio e non una destinazione.

Gli ultimi mesi qui sono stati infatti l'ennesima alchimia che in questi anni abbiamo più volte visto accadere sotto i nostri occhi. Siamo arrivati in Inghilterra a Febbraio con un lavoro pagato come assistenti domiciliari con gli anziani, un nuovo salto e avventura questa volta proprio tosto. Partiamo dall'Italia pesanti come macigni dopo una brutta notizia di un incidente ad un familiare giunta a due ore dal volo. Lavoriamo una settimana sola, quanto basta per vivere stupende e indimenticabili lezioni di vita, ma anche per capire che la compagnia fa soldi sui pazienti e soprattutto sui dipendenti.
Lasciata la compagnia passiamo tre settimane in ostello dormendo in dormitorio, per poi trovare entrambi lavoro e casa e finalmente, dopo un po' che non si faceva vedere, ritrovare un po' di stabilità e leggerezza e con tutto questo il rifluire dell'entusiasmo e della magia.

Ora, alla fine di questa parentesi Oxfordiana, stringiamo in mano un biglietto di sola andata per la Norvegia dove abbiamo trovato un ottimo lavoro super pagato in un Hotel nella zona dei fiordi ovest vicino a Bergen. Sarà fino a Settembre...e poi...beh come al solito si vedrà..come sempre ci sono tante idee, tra cui la più forte è di tornare a Oxford. La verità però è che la nostra casa è il mondo e la laurea che entrambi stiamo studiando è di “essere come l'acqua”, che prende la forma di ciò che la contiene, fluisce e scava canali e collegamenti, e alla fine, col tempo, arriva sempre dove vuole.

Dopo tutte queste esperienze sentiamo di dover portare un messaggio. Il messaggio è che il mondo non è ancora spacciato, ed esistono molte persone che spingono il limite sempre un po' più in la, animate da compassione ed apertura e seppur ognuna coi suoi limiti sono tutte in viaggio nel cammino della vita. Collegarsi a questo tipo di persone, scoprirle reali e attorno a noi è un emozione stupenda che ci ridà calore e speranza.
Semplificare le nostre vite, tornare alle basi e senza la zavorra che spesso ci portiamo appresso. Dare più linfa alle radici, e da li salire in alto ed espanderci in tutte le direzioni. Disegnare fuori dalle linee ed aprire nuovi sentieri e connessioni tra sinapsi. Accogliere l'ignoto e lasciarsi sconvolgere, seguire la spirale ascendente e capitare in spazi interiori dove nessuno è ancora stato.
Ho voluto riscrivere in questo luogo perchè per è stato un passaggio fondamentale, qui ho preso davvero in mano la mia unicità e ho iniziato ad esplorare un territorio che a me era ignoto anche se era ed è in realtà il mio motore. Qui ho trovato il coraggio di essere completamente me stesso e ho preso coscienza delle mie qualità, spesso nascoste dalla timidezza e insicurezza che spesso blocca chi come noi vive e sente fuori dalla media. Voglio portare positività ed un esempio di come nonostante le difficoltà e titubanze, il sentirsi così diversi e non compresi, possa diventare motore di indipendenza e unicità che chi canta nel coro, ben nascosto dalla sua “normalità” e mediocrità, mai arriverà a sperimentare.

Prima di chiudere vorrei lasciarvi alcuni siti da consultare e che potrebbero essere utili, come lo sono stati per noi, per aprire nuove strade per voi e i vostri figli.
I siti sono quelli che abbiamo usato noi in questi anni, più un nostro blog che ora è fermo e non aggiorniamo più, ma che per i primi 3 anni è stato il nostro diario di viaggio.

www.helpx.net

Il sito che abbiamo usato per la maggiore. Qui si trovano lavori e ambienti di tutti i tipi. Dalla famiglia in campagna a quella in città, dal giardinaggio ai lavori di manutenzione. Basta cercare e sapere un po' l'inglese, oppure cercare solo all'interno dell'Italia.
Per vedere la pagina completa di ogni host (ospite) bisogna iscriversi pagando 20 euro per due anni di iscrizione.

www.workaway.info

Molto simile al primo, l'abbiamo usato anche se un po' di meno.
Anche questo richiede i 20 euro per due anni.

www.couchsurfing.com

Sito per venire ospitati da privati a casa loro. Del tutto gratuito e sicuro, sempre magari cercando di leggere bene i profili e referenze di ogni utente.

www.wwoof.it/it/

Associazione davvero datata e una volta presente sotto forma di giornale, che lavora sull'agricoltura. Gli host sono tutte fattorie che accolgono chiunque voglia tornare al lavoro della terra, però con l'ottica del biologico, biodinamico, permacultura e tanto altro.
Questa richiede iscrizione individuale per ogni paese ed annuale di circa 35 euro.

Il nostro blog:

www.seekandpeace.blogspot.com

Bene, spero proprio di non avervi annoiati troppo..è difficile mettere in parole 4 anni di storie, condensare le emozioni ma soprattutto, ed è ciò che ci tenevo a far passare, la positività e la speranza che il mondo alla fin fine è anche un posto stupendo e a volercisi sintonizzare c'è tanta energia.
Resto a disposizione per qualunque curiosità o domanda specifica, mi farebbe molto piacere.

Un abbraccio

Ale
[Modificato da Seeking 01/05/2015 00:23]
05/05/2015 21:14
 
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[post rimosso dall’autore]
[Modificato da owlly 01/04/2018 22:24]
05/05/2015 21:45
 
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Seekeeng!!! Anch'io ti abbraccio prima di leggere! Bentornato!!!
05/05/2015 22:11
 
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Accidenti quante esperienze e che voglia di vivere mi fai venire! A leggerti, mi dico: ma che vita noiosa che faccio! Interessante per affrontare superare le paure...

Bella la metafora dell'ottava superiore :-)

chi sono gli autori autonomi e minimalisti?

Vado a dare un'occhiata ai siti e al tuo blog

05/05/2015 23:30
 
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[Modificato da owlly 01/04/2018 22:25]
06/05/2015 17:26
 
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invece io non ho potuto fare a meno di leggere subito quello che hai scritto.
Bello il chiamarsi "complici". E' così che deve essere.

Che dire, dopo tutte quelle parole non ne resta più nessuna per me [SM=g1362237]

Anch'io, come altri [SM=g7566] , ho pensato che dovresti scrivere ma il mondo dell'editoria non è più pulito del resto e ad averci a che fare ti fai il fegato marcio.

Però, dalla tua esperienza si può forse pensare che anche in quel mondo non tutto è perduto.

Grazie per la condivisione. Forse è proprio il mondo che hai conosciuto tu in questi anni che ci salva quotidianamente dalla distruzione.

un abbraccio


ps segnalerò quei siti alle mie figlie, per me ormai è troppo tardi [SM=g7554]

[Modificato da owlly 05/04/2018 12:00]
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25/05/2015 17:40
 
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Ciao Ale non ci conosciamo ma complimenti per la vostra esperienza, anche se penso che la miccia del tuo cambiamento e di tutto sia partita quando vi siete riconosciuti ed innamorati... ricordo come l'esperienza più importante della mia vita, prima della nascita dei miei figli, sia stata quando ormai diversi anni fa feci una cosina anch'io simile alla tua, solo più breve e meno lontana perché rimasi in Europa, però estremamente importante per comprendere a fondo il senso ultimo dell'esistenza, al di là dei luoghi comune impostici dalla società dove abbiamo il privilegio o la sfiga di nascere.
Mucha merda
14/06/2015 02:55
 
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quindi?
Finito tutto? Bastava l'applauso?
15/06/2015 21:05
 
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Ehm...no... [SM=g7535] [SM=g7535]
uff cattivone...e malizioso..
..se era solo per l'applauso non mi sforzavo neppure di passare quei concetti..scusa ma, l'hai letto e ricevuto il messaggio positivo??

Ho la risposta pronta da ormai un mese..ma qui la quotidianità è tra le più dure degli ultimi tempi/esperienze..e non mi sentivo più l'onda..ci tenevo a rispondere bene e per quello non ho più scritto una riga...mi spiace.. [SM=g7531]

Uè, non è che adesso sono una persona quadrata nè! Le mie difficoltà ce le ho sempre e lotto sempre con il perfezionismo..

Cmq avete ragione, mea culpa, tra oggi e domani finisco la risposta e la posto...
17/06/2015 16:45
 
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Eccomi finalmente..

Ho in bozza questa risposta dai primi giorni in cui eravamo arrivati qui in Norvegia...e giorno dopo giorno è volato un mese senza riuscire a trovare più il momento giusto per completarla.

Cmq andando al post, troppo buoni ragazzi!!

Grazie per le vostre gentili parole, soprattutto per l'esservi immedesimati e aver surfato l'onda che vi ho mandato..
Abbraccio anch'io tutti voi!!

Per Giglio: gli autori minimalisti si chiamano "Troglodita tribe", (https://trogloditatribe.wordpress.com/) e sono due Milanesi scappati e trapiantati nelle Marche in mezzo alla natura. Creano libelli cretivi con materiali di riciclo, con testi ispirati, liberi e matterelli di quella piccola follia buona atta a rompere catene e limiti. E' stato il nostro diapason, per trovare la nota che già in noi da sempre ha suonato. Hehe, ancora metafore musicali.. :D

Sul libro e sullo scrivere, non finirò mai di ringraziarvi, e di certo se mai dovesse davvero accadere vi nominerei nei ringraziamenti. Scrivere mi piace molto, ma per ora è molto libero e di istinto, e faccio ancora fatica a prendermi sul serio nell'idea di un libro. Inoltre scrivere qui per me è sempre stato magico, è un luogo che mi ha sempre fatto sentire libero di esprimermi, soprattutto libero anche nei confronti della tourette che spiega molto del mio mondo.

Tuttavia avete ragione, soprattutto dopo questi 4 anni sento di avere tanto da raccontare e tanto che altrimenti andrebbe perso, e voi lo sapete, in parte ho sempre scritto per creare un precedente, per dare qualcosa..
Vi farò sapere ;))

Devo dire che mi ritengo fortunato ad avere una compagna come la ts. Certo soprattutto negli ultimi anni ho imparato a conoscermi sempre meglio fino a ridurre molto gli effetti almeno esteriori. Dentro però il motore c'è sempre e scalpita. Alcuni tratti interiori sono come “peggiorati” quasi a compensare ciò che a livello esterno si è attenuato..(tra le varie cose, non sopporto e mi fa impazzire qualsiasi tipo di cursore lampeggiante, ci vorrebbe un opzione per disattivarlo e renderlo statico..qualche idea??). Tuttavia se da un lato questa compagna sa dar noia e può rendere la vita un pò difficile, dall'altra parte dona un potere, un unicità e una forza uniche. Il mio eterno sentirmi diverso, fuori da ogni standard e se vogliamo un po' speciale mi ha sempre fatto, e mi fa tuttora prendere strade diverse, mi ha sempre fatto cercare soluzioni originali e pensare in maniera laterale. (E qui il famoso orgoglio tourettico al suo meglio.) Più passa il tempo e più mi libero di limiti e imposizioni. Più rompo schemi e ovvietà e più mi sorprendo da solo per come cambio e passo sopra ad auto definizioni e modelli di me stesso che avevo creato in passato.
Qualcuno una volta ha detto che noi tourettici SIAMO il movimento, mai statici in tutti i sensi, sempre in bilico e alla ricerca di continui nuovi equilibri, toccando e giocando con i nostri limiti e beffandocene spesso nonostante i pericoli. Siamo una scommessa, siamo un potenziale, un fronte che avanza e spinge in la il confine del territorio conosciuto. Siamo l'antidoto contro il conformismo, l'etichetta, la mediocrità comoda e svilente delle capacità umane. Mi ritrovo tantissimo in tutto questo e sento che è parte del mio essere in questo mondo, essere come un tornado che scoperchia vecchie case ammuffite e porta aria nuova e fresca.
Certo tutto questo ha anche il suo prezzo e il suo lato negativo. Come ben sappiamo questo mondo promuove la mediocrità, l'essere nella media oppure geniale ma nei canoni che sono “consentiti e convenienti” al sistema. La critica, le menti sveglie e spesse, il trovare tempo per fermarsi e guardare questa giostra girare e risucchiare coscienze non è cosa gradita al sistema. Chiunque si faccia troppe domande diventa un problema per se stesso e per gli altri. Spesso infatti sento anche tutto il peso di questa realtà e mi sento un dannato, un lupo solitario che uscito dal branco deve sempre lottare per sopravvivere. Certo, nel post iniziale vi ho dipinto un mondo stupendo, una società viva e vibrante, ma certo è la minoranza e non sempre ci si vive accanto e anzi, come ben sappiamo, il più delle volte viviamo accanto a zombie. In gran parte abbiamo sempre cercato la sintonia e quindi posti e persone che fossero nella nostra dimensione, ma per esperienza e per opportunità nel viaggio ci siamo anche a volte infilati in posti dove eravamo le mosche bianche. Abbiamo lottato spesso per mantenere vivi i nostri ideali, le nostre visioni, soprattutto perchè le abbiamo vissute personalmente, conosciuto molti come noi e crediamo profondamente in questo cambio e questo futuro. Abbiamo anche entrambi una spinta che ci fa spesso andare contro noi stessi ed uscire dalla zona di confort, anche sapendo che andremo ad impelagarci in situazioni a noi estranee.

Come qui per esempio.

Lavoriamo in un Hotel super lusso in mezzo alle montagne in un fiordo della Norvegia. Pare di essere sotto le armi per i ritmi di lavoro e il rigore. In tanti anni e tante esperienze questa è davvero qualcosa che ci ha preso in contropiede. Per moltissime ragioni. Anche la semplice sussistenza base è per noi complessa. Siamo infatti vegetariani da alcuni anni, e da un paio siamo vegano tendenzialmente crudisti. Ciò significa che il nostro cibo base consiste in chili di frutta e verdura. Per l'appunto ogni settimana dobbiamo andare a 45 min di bus dall'Hotel a comprare nella prima cittadina. Si parla di 8kg di carote (da far centrifuga), 6-7 kg di arance, 2 di mele e altre chilate tra patate e verdure fresche varie. E' così tanta roba da doverci andare in due. Il problema è che inoltre i nostri orari di lavoro sono spesso sfasati e siamo spesso l'uno l'ombra dell'altro. Riusciamo per il rotto della cuffia ogni 6 7 giorni a fare la spesa, ma arriviamo spesso a pelo con il cibo. L'Hotel offre del cibo per lo staff (pagato a peso d'oro..) che sono in realtà gli avanzi dei vari buffet. Ovviamente è già raro che sia vegetariano, figurarsi vegano e soprattutto che ci sia frutta e verdura. Ci son giusto due mele e peperoni solo per raffigurare un po' di “natura morta”. Poi tutta questa eleganza e formalità non sono proprio per noi, ma compre sempre un po' per slancio emotivo e un po' per esperienza ci buttiamo a volte senza pensarci troppo.
Sono un inguaribile ottimista, ma allo stesso tempo dannato e spesso con i piedi dentro la mia stessa palude. Sono così e in fondo è come siamo tutti. Siamo tutti fatti di infinite sfumature e personalità che tentano ognuna di sovvertire il potere e andare al trono anche solo per un istante. Ci sono continue lotte e rivoluzioni dentro di noi e la parte che vince dipende spesso da noi e da come ci sintonizziamo. Ma non è mai per sempre, è casomai una tendenza. L'equilibrio interiore e statico credo che in questa vita non lo vedrò e raggiungerò mai per i motivi più assortiti. So però che paga davvero la direzione della luce e che spesso anche quando ero nelle nubi più fitte prima o poi rivedevo i raggi del sole e un po' di cielo azzurro. Per questo siamo qui, perchè in qualche modo pur non essendo per noi ci farà imparare qualcosa anche se non è facile praticamente ed emotivamente.

L'anno scorso un mio carissimo amico, il quale non vedevo da qualche anno, ha deciso pacatamente e lasciando uno scritto a quanto pare molto lucido, che non ne poteva più di tante cose e si è buttato sotto un treno. Per almeno 6 mesi ogni singolo giorno ho pensato a lui e a quanto si diano tante cose per scontate ma come invece ogni giorno va preso come unico e irripetibile. Sembra assurdo ma questa storia, oltre che tanta tristezza, mi da molta forza e ancor più desiderio di vivere a fondo ogni cosa momento e incontro dando la mia parte più profonda e più vera. Chi spesso ci perde sono io, perchè questa parte profonda e vera viene sciupata e non capita dal mondo delle maschere.

Un piccolo appunto al commento di Gianfranco e riguardo questo forum..
Per ironia, pure qui che dovrei essere al sicuro in qualche modo sono stato dipinto come protagonista. C'ho ripensato e proprio non mi è piaciuto questo commento. Non me lo merito perchè ho sempre scritto per dare un servizio e questo lo sapete benissimo, non certo per diventare un personaggio e questo giudizio ricordo che era già successo in passato. Pare quasi che tu neppure l'abbia letto ma in compenso sei subito andato a conclusioni, magari è anche questo atteggiamento che allontana più che avvicinare e accogliere.
Sono davvero molti anni che non frequento nessun forum, e già quando scrivevo qua era l'unico che frequentavo. La “vita sociale da forum” non è mai stata per me, e tra l'altro non ho neppure facebook per lo stesso motivo. Un forum specialmente come questo dovrebbe essere informativo, è il primo contatto e il primo rompere il ghiaccio di una argomento che fa troppo soffrire e che è tabù per tutti noi come ben sappiamo. Anche se non è frequentato intanto serve da avanposto per l'eplorazione di questo mondo da chi ne affetto o da chi ne vuole capire di più. A me il forum ha salvato la vita ed è per quello che mi son impegnato a scrivere così tanto di me, oltre ovviamente al lato auto-terapeutico di tale pratica.
Se poi chi legge non scriverà mai, non è secondo una tragedia, forse non è questo lo scopo di questo forum. Il mio l'ho fatto e sento di aver dato un giro di ruota e materiale per chi ha bisogno di confrontarsi, di sentire parlare la stessa lingua così come altri per esempio Sisifo. Resto dello stesso avviso sulla vita quotidiana da forum e non credo che mi fermerò per molto.
Se ho scritto questo post è perchè volevo andare contro la tendenza di passare di qua solo per parlare del negativo e non dare mai testimonianza dei momenti migliori. Ho la fortuna di star vivendo un sogno, ben concreto però e che mi sta aprendo gli occhi su molte cose..e sento che è mio dovere condividerlo con gli altri. Ben piccola e penosa è la considerazione che l'avessi fatto solo per l'applauso, e anche fosse stato per dire è davvero triste mancare il messaggio e buttarla in vacca così.
[Modificato da Seeking 17/06/2015 16:53]
17/06/2015 19:04
 
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Non te la prendere... magari aveva il solito saturno contro!
Anch'io penso tu abbia doti innate di scrittura, coltivale, insisti, sei molto bravo e se anche tendi ad essere o sei "protagonista" chissenefrega! Nel campo dell'arte è una marcia in più non una in meno voler stare al centro dell'attenzione.
Sono d'accordo con te riguardo all'uso terapeutico che fai dello scrivere, credo sia fondamentale per incanalare parte della tourette in ambiti compiacenti, innocui e lenitivi. Va benissimo, come altri fanno nella musica o nelle arti figurative.. è importantissimo e aggiungo fortunato chi trova queste dimensioni, perché essendo prive di regole formali sono l'eden di qualsivoglia disturbo neurologico.
18/06/2015 22:44
 
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[post rimosso dall’autore]
[Modificato da owlly 01/04/2018 22:26]
19/06/2015 11:16
 
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Grande Owlly! Che belle parole
... ricordo ancora quanto fu importante per me avervi scoperto... che lavoro magnifico avete iniziato...
[Modificato da owlly 05/04/2018 12:02]
04/09/2015 15:34
 
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..che dannata ironia la vita..
Nell'ultimo mese è successo di tutto, e la mia vita è cambiata di colpo.

Sono seduto e cerco di trovare una naturalezza, un flusso che non riesco proprio a trovare.
Ho bisogno di scrivere quello che sto vivendo, ma non so davvero come iniziare.
Vorrei esprimere tutto ciò che ho dentro, ma è troppo e blocca il canale, e mi sento meccanico e forzato. Cerco seeking, la parte più espressiva di me, che in questo forum si è sempre sentita libera di “tirare fuori”. Quel seeking che è per ora l'unica manifestazione espressiva che ho, che abbia mai avuto e che è stata profondamente terapeutica. Grazie a lui ho scoperto la scrittura, grazie a lui e a voi mi sono potuto lasciare andare, senza timore della forma, del contenuto, di nulla.
Cerco quel seek perchè ora ne ho disperatamente bisogno. Sono fuori sintonia, come una tv fuori frequenza. E questa sintonia che cerco è vitale ora, per esprimere tutto ciò che ho dentro...

C'è stato un taglio netto, un esplosione sorda, e con un gran tonfo mi son trovato in una stanza biua, da solo e inerme. Il 20 Luglio questa bomba mi esplodeva tra le mani in un normalissimo giorno libero durante la stagione di lavoro in Norvegia.
Eravamo sul letto, si scherzava e tutto era normale..quando Irene ad un certo punto cambia espressione e guardandomi con uno sguardo che mai scorderò mi dice: “Devo dirti una cosa..sento che qualcosa è cambiato..”

Raccontavo così, un paio di settimane fa, le emozioni di quei primi momenti in Norvegia e del rientro in Italia..

“...Tutto è iniziato così..come dopo lo scoppio ravvicinato di una bomba...l'udito manda solo un lungo silenzioso sibilo e null'altro, la vista è accecata e i sensi tutti ingolfati di informazioni e allo stesso tempo non più integrati dalla coscienza. Accade tutto in un istante, un fulmine che colpisce e svanisce in un lampo. La mente attonita elabora e cerca un centro, ma tutto è nuovo, ogni sensazione ogni pensiero sono inesplorati. Il dolore arriva per primo alla mente, rapido, come una freccia si conficca e non si toglie più.
Ineluttabile..inarrestabile qualcosa di definitivo sta accadendo. Come una slavina che fino a poco prima di staccarsi pareva terra stabile e sicura, ora l'ultima bava di ragno che la tratteneva si stacca...e inizia la sua folle corsa a fondo valle. Scende travolgendo tutto, senza distinzione e lasciandosi dietro confusione e sbigottimento.
Difficile razionalizzare, la mente vacilla, il panico sale e si impossessa di tutto..
Quei primi giorni, ancora in Norvegia si viveva all'istante.
In un primo momento sembrava solo una brutta crisi, e io cercavo di scordare quel presagio di qualcosa che accadrà, inamovibile.
Si cerca distanza, per calmare la mente e pensare al rientro anticipato. Ma ogni giorno deteriora ancor più quella struttura già compromessa, e allora si da l'annuncio soli giorno di anticipo per recidere il contratto.
Qualcosa stava accadendo e non potevo farci niente, mi trovavo sopra quella terra sicura, che di colpo era diventata valanga. Ogni istante era una morsa di ansia e dolore. L'istinto di sopravvivenza e il tentativo di salvare il salvabile lavoravano frenetici spingendo mente e spirito al punto di rottura. L'alito dell'inevitabile sul collo.. dolorose proiezioni piegavano la mente e la sua razionalità, forzandola ad accettare il peggio. Tentativi di simulare l'abbandono, di tracciare fin da subito un me stesso senza lei per non farmi trovare impreparato.
Seguivo la barca, ma con le gambe in acqua, per evitare di affondarci assieme.
Tutto però accadeva troppo rapidamente, dal nulla e senza spazio di manovra.
In quei giorni mi sentivo come un pesce caduto per errore fuori dall'acquario, annaspavo alla ricerca di ossigeno e stringevo i denti per tirare avanti un secondo in più.
Alti e bassi continui e passaggi da intimità a indifferenza in un istante, come vivere in un continuo ottovolante. Stringevo i denti per tenermi assieme ma perdevo pezzi ad ogni istante.
La speranza è l'ultima a morire si dice sempre, e infatti è ciò che mi ha tenuto vivo in quei giorni, la speranza di poter risolvere, di avere ancora un ruolo in questa situazione. Una volta tornati a casa però ho realizzato che non avevo avuto nessuno ruolo dall'inizio, nessuna influenza.
Un rientro in Italia fulmineo, rapido pareva proprio stessimo rimpatriando un corpo in fin di vita..
In pochi giorni dal rientro la sua decisione definitiva, il tonfo finale e l'inizio del conteggio delle ossa rotte. Beh, in quasi tutti i sensi..perchè quando la testa non c'è più, il corpo si muove goffo, diventa un burattino in mano alla gravità e ai riflessi nervosi casuali. E infatti è così che saltando un fossetto la caviglia fa crack, e che ci si procura un taglio profondo sull'altra gamba e due punti di sutura.
In quei giorni i muscoli erano ormai vuoti e mi sentivo continuamente scuotere. Annaspavo avvelenato da angoscia e dolore ma per fortuna trovavo un oasi nella quale fermarmi e cercar di far passare quella brutta bufera. Un Ashram, centro di yoga, meditazione e tante altre attività parte dell'associazione della quale fa parte il mio gruppo di Capoeira. L'anno scorso c'avevamo lavorato assieme, come lavoro alla pari, in occasione della vacanza di una settimana che viene proposta ogni anno ad Agosto.
Il giorno dopo partivo presto e andavo a rifugiarmi in questo Ashram per starci fino a qualche giorno fa..”

La vita è terribilmente ironica... solo qualche mese fa raccontavo le avventure che con Irene stavo vivendo e la meravigliosa storia che ci legava e ora ne scrivo stando seduto sulle ceneri ancora calde di quel rapporto.

Mi ha lasciato. Forse dovrei “ci siamo lasciati” perché pure io vedo tante cose, motivazioni ecc, e il fatto che il rapporto in qualche si stava deteriorando..ma io avrei fatto di tutto per salvare il salvabile, per riparare e riprovare. Per lei no, era troppo tardi..

La crisi è nata da un lavoro super stressante, quasi militare, come se fare i camerieri fosse salvare il mondo.. orari sempre diversi un giorno dall'altro, orari diversi tra noi due...ci ha diviso in molti modi. E a fare da grilletto a tutta una serie di disagi, di situazioni pregresse e non risolte tra noi due,

La simbiosi troppo forte e un po' fine a se stessa dell'ultimo anno, il pensare più all'avventura, l'esperienza e il viaggio che la coppia in se, e la perdita del potente entusiasmo dei primi 3 anni, hanno minato la stabilità interna. Come una struttura che appare integra esternamente ma all'interno sta venendo corrosa, anche noi non ci siamo accorti di quanto stava accadendo e non abbiamo saputo intervenire prima. Lei in particolare, già lo sapevo dal primo giorno, tende a “tarparsi” le ali della sua individualità, fondersi nella coppia e perdere il suo centro senza rendersene conto...accumula in questa direzione, e poi basta poco, per stappare il sistema, esplodere e riprendersi tutto in un istante. A quel punto non è più controllabile, lei stessa ne è vittima e viene spinta da questo enorme tsunami.
Ma di piccole grandi cose, dettagli che spiegano varie cose ce ne sono tanti.
Di certo da parte mia ho fatto diversi errori. Ho dato per scontata la solidità del rapporto, e ho dato per scontata pure lei.
In parte ho perso quello smalto e forza dei primi tempi in cui andavo oltre tante piccole paranoie e dubbi, difettucci e altro per dare il meglio del meglio di me.
In questo le mie “stranezze” non mi hanno mai aiutato. Col tempo non sono più riuscito ad arginare tante piccole paranoie, quel mio essere un po' ricorsivo, e di certo tutto questo ha un po' ha fatto il suo.

C'è una cosa inoltre che mi ha sempre condizionato nei rapporti umani, non solo quelli di coppia (anche se li risulta più evidente..). Ho una fobia che da poco sto affrontando con forza, ma che ho da sempre, da quando avrò avuto circa 7 anni. In realtà secondo me coincide circa con la comparsa dei tic e molto probabilmente è collegata. Questa fobia è per me sempre stata un tabù, un po' come parlare dei tic ma più forte e che ha tuttora un suo pesante carico di energia. La prima persona con la quale ne avevo parlato era stato Gianfranco Morciano, che già allora mi suggeriva di affrontarlo in vari modi, cosa che non sono mai più riuscito a fare andando al contrario in evitamento dopo quell'enorme sforzo dell'aprire il discorso. L'Oggetto di questa mia fobia e tabù sono i “nei”, e qualsiasi altra caratteristica della pelle tipo macchie, voglie ecc. Ecco solo a scriverne mi sento come nudo, un verme. E' assurdo lo so, fa sorridere dall'esterno e sembra davvero banale. La verità è che non ho idea del perchè sia così, anche se intuisco che c'è dietro molto di più. Sento che è come collegato con una mia lieve “repulsione” per questo nostro essere fatti di un corpo biologico, di umori e odori, questo nostro essere “animali”. Sono ben cosciente che forse è ormai giunto il momento di affrontare questa cosa con un aiuto professionale. Non ne scrivo qui per trovare una soluzione, ma per continuare a sgonfiare e ridicolizzare sta cosa parlandone e magari ridendoci sopra. Più passa il tempo più penso che mi piacerebbe fare un breve percorso con una figura professionale, ovviamente anche attenta a tutto il lato tourette, per unire tutto quello che già so e vedo di me in un senso più ampio e provare a dare il colpo di grazia a vecchi crucci.

Questa rottura, questo passare attraverso la cruna dell'ago, oltre al dolore e le ferite, mi sta facendo lasciar giù un sacco di zavorra. Questo mio tornare alla ribalta nell'affrontare di petto questa fobia e molti altri lat, è alla fine grazie allo shock iniziale vissuto, nel momento in cui ancora credevo di poter salvare la situazione.

A volte mi sento in balia di me stesso e della mia mente che proietta molte cose. Dall'altro canto sento tanta forza, tanta vitalità ed energia e voglia di canalizzarla per goderne, goderne come in una specie di orgasmo esistenziale forse. Ho spesso paura però di perdere questa forza e soccombere a mille piccole, magari lievi, stranezze mie interiori che però so che mi rallentano, mettono in difficoltà.

E ora sono qui... e tutto è cambiato e sta cambiando. Ho scritto questo post e più riprese, e in fasi diverse in quest'ultimo mese. Varie volte ho pensato che non avesse poi senso postarlo davvero..un pò per imbarazzo di quello che racconto, un po' per non voler “rovinare” quella positività e messaggio di speranza del primo scritto. Alla fine però, come sempre, ho deciso di lasciare questa impronta. Non è vero poi che è solo negativa..c'è dolore si, ma vedo anche un lieto fine..
E in fondo è ciò che unisce davvero secondo me, sentire che alla fine siamo tutti molto simili, che tutti soffrono e provano dolore e paura, ma non solo, sentire anche che nell'altra faccia di dolore e sofferenza c'è forza e vitalità, c'è luce e gioia e che davvero vale sempre la pena esserci e imparare a godersi il paesaggio, anche se a volte ci fa passare attraverso delle valli oscure. Forse la vera “fede” che ci viene chiesta è di credere nell'oscillare della vita, nell'impermanenza di tutte le cose e nel fatto che quando siamo in quella valle oscura, svalicando ci lasceremo alle spalle quel buio e andremo verso la luce del giorno.

Guardo il mio nick sul forum e quello rimane lo stesso, ma io, come tutti poi, sono e sto profondamente cambiando. Resto profondamente grato a questi anni di viaggio, alla meravigliosa storia che ho vissuto e che mi ha fatto crescere molto.
Questi meravigliosi 5 anni mi hanno dato un sacco di strumenti, hanno fatto fiorire tante mie abilità, qualità e forza. Ora però la sfida è portare il tutto ad un nuovo livello, quello dell'autonomia e indipendenza interiore. Rifiorire da solo, portando la luce che ho conosciuto nelle mie zone d'ombra unire i mie frammenti e riflessi per ricostruire l'Uno.

..solo due parole per Gianfranco. Ti stimo molto e so bene quanto fai per gli altri e posso solo immaginare i tuoi mondi interiori, i tuoi dolori, il tuo vissuto con le immense gioie e le cadute libere e rispetto tutto questo. E' in gran parte grazie a te se posso godere di questo spazio e liberare ciò che sento, e soprattutto dell'unione di persone che sentono come me. Mi aveva irritato il tuo commento e penso tuttora che potevi risparmiarti la frecciatina, ma io ho sbagliato a prendermela. Sono cacchiate, suvvia, e si rischia così di perdere il punto importante. C'è del lavoro da fare, parlando per me e su di me, e allora giù di badile e rovistiamo nel fango!!
04/09/2015 16:58
 
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Non ho capito il passaggio sui nei... e scusa ma non mi sembra neanche così sconvolgente o sconveniente, con tutto quel che combina un tourettico... te ne vergogni perché?
Mio figlio ha repulsione per tutto ciò che è tondo: pallini, pomodorini e pertanto anche nei, ma tu in che senso?
PS. Mi spiace per la fine della tua storia. Sai? E' un bel carburante nella vita... ma tu continua a scrivere!
16/09/2015 00:24
 
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..Per Aspera ad Astra..


Eh..bella domanda..è un pò un mistero anche per me...
Non è che sia sconveniente ne sconvolgente...è per come lo vivo io, e quello che sottende - perchè di certo non è nell'oggetto della mia fobia il problema - che è carico di forza e ha potere su di me. Influenza il mio rapporto con gli altri perchè principalmente vedo gli altri e non me...e cmq a me ci sono ormai aihmè aibtuato, agli altri no. Capisco tuo figlio col discorso dei pallini...nel mio caso credo in parte sia un discorso di "punti di discontinuità", che in parte mi intrippano a livello visivo perchè devo guardarli in un "certo modo" che mi soddisfa solo quando "sento che è giusto" per poi, come in un tic, ridoverlo fara già poco dopo. Boh, è però più sottile di questo...c'è qualcosa che non afferro e forse per questo, come dicevo, avrei bisogno di una visione esterna a me.

Cmq c'è una novità importante...e cioè che sto per partire per un viaggio.
E' successo tutto un pò da solo..io come "Ale" ho solo accompagnato il nascere di questi eventi, gli ho dato sostanza spinto da qualcosa che sento dentro chiamare.
Parto domani sera per...l'Africa...!!!
Andrò in Uganda per qualche mese, vedrò li tante cose come si metteranno e deciderò man mano.
Perchè Africa? Perchè mi sta chiamando...è da tanto che lo fa..e io ho spesso fatto finta di non sentire..ne ho sempre avuto un certo timore..e non mi sentivo come pronto per questo salto..
Ora però per vari motivi è giunto il momento..ho gli strumenti e la forza per questo nuovo livelo, questo viaggio da solo con me stesso.
L'Africa è un ritorno alle origini, alla fonte..all'essenziale..al ritmo della vita, il battito primordiale. L'Uganda è ancora un paese semplice, poco o per nulla rovinato dal turismo. Ne so poco lo ammetto, a livello storico e sociale, ma forse è meglio..cercherò di catturare quello che vedo e sento, lavorando più sulle emozioni e la sintonia che sulle considerazioni politico-sociali..

Mi sento come una specie di rapace che è stato ferito da un colpo di fucile..è stato salvato e rimesso assieme e ora dopo la convalescenza è pronto a rifare quel salto e tornare a volare..più forte di prima, con lo sguardo più penetrante e pregno di esperienza.
[Modificato da Seeking 16/09/2015 00:24]
10/10/2015 21:35
 
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Ciao a tutti!!

Volevo solo dire che sono vivo, e scrivo da questa magica terra che è l'Africa, l'Uganda!!
Se vi va di seguirmi vi comunico che da sole tre settimane ho un account facebook. Uso anche instagram per le foto che cmq pubblico su facebook. E se volete leggere qualche storia e riflessione ho un blog.

Qui i vari username e link:

Facebook: "seeking ale"
Instgram: seeking78
Blog: seekingale.blogspot.com

Sarei onorato se vi andasse di seguirmi, specialmente sulla parte blog dove posso esprimermi di più.

[SM=g7566]
03/12/2015 08:36
 
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Bentornato! Scusa il ritardo, mi sono persa tra i "tourettici"!

Mancava il tuo sentire, il tuo scrivere è un grande godimento, per chi tutti giorni cerca di spiegare, far comprendere che oltre al tic c'è molto altro.

Siamo con te in questo viaggio
18/12/2015 15:09
 
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Ciao Chiara!!

Grazie mille davvero, mi fa molto piacere!
Scusa il ritardo, ma sono stato in altre dimensioni..

Sono tornato ieri più o meno a quest'ora..le prime 24 ore a casa.
Mi sento davvero strano, come un'altra persona e allo stesso tempo negli stessi spazi, negl stessi stampi di una vita.
Il mio culo nella stessa sedia dei milioni di Ale passati di qui.
Ma non è più un problema, sono morto e rinato, e ormai so di essere magico, di essere forte e avere le chiavi per milioni di mondi e dimensioni.

Il lavoro ora è integrare, fondere..unire.. ed è delicato..
22/12/2015 18:43
 
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A cavallo tra due mondi..
Ok..raga, mi fa persino strano scrivere, da questo luogo così distante da quello che era solo qualche giorno fa. Sento il timore di essere incoerente, di contaminare quell'entusiasmo che ho mostrato e che c'è, anche se in un altra frequenza da quella dalla quale trasmetto ora. Come dite? Vi chiedete dove sono? Il mio culo non si è spostato di un millimetro...è la sintonia che è cambiata del tutto. Ebbene si, ieri e oggi sono ripiombato di peso in quell'angolo di frequenze impregnate del mio passato, di quel mio liquido amaro-triste-stagnante che ora mi sale come un rigurgito fino alla bocca e poi al naso e al cervello. Qui a casa dei miei, in realtà casa mia, sono ospite di tutti gli Ale che si sovrappongono, e che arrivano da tutti i lati della mia galassia personale. E ora sono preda, e cerco di scappare, di cambiare sintonia..ma Cristo, non è mica una vera radio sta cosa, non c'è mica la manopolina e cambiare stazioe e rimanerci non è facile. Mille domande mi affollano la mente, tutte domande scottanti e mi chiedo se sia giusto tornare ogni volta qui dopo così cambi e scarti così profondi. Cerco per natura il cambiamento, e per disciplina nuove prospettive, nuovi punti di vista. Cerco ogni volta di addentrarmi sempre più in profondità nella tana del bianconiglio. Ma è il ritorno che mi frega. Quell'unire proprio non mi riesce..c'è qualcosa qui, un sapore, una nota che suona struggente, una nenia mortale che risuona e mi cattura..mi trascina in basso e come la criptonite per super-man annulla le mie forze. Poi mi divincolo, mi scuoto e questa patina, questa vernice blu mi si scrolla di dosso e torno a scintillare, rivedo la mia luce e torno a crederci. Si perchè in quei momenti, quella criptonite mi toglie pure la memoria, mette in dubbio ciò che SO di aver vissuto, ciò che SO di avere dentro. E' come se qui mi trattenessi...come se tenessi dentro la mia forza, la mia luce...come se la mortificassi per non spaventare, per non diventare inopportuno, per stare nei ranghi. Cose che coscientemente non cerco di certo, ma forse ne sono condizionato in maniera incosciente. Gli amici, apparte uno in particolare, non capiscono veramente..non sfiorano neppure la superficie di ciò che vorrei esprimere. Questo mare, questo oceano che sento dentro lo possono capire solo in pochi, e quella speranza che sento, quel potere che vedo manifestarsi lo conosciamo in due o tre. Di certo non sono fatto per una vita normale, questo lo so da tanto e mi ammalerei se mai dovessi tentarla. Apro varchi, scosto il sipario ed entra luce, abbagliante pura e calda...stupendo. Vedo scene, sento amore..il buio è lontano e anche la notte brilla di luminose stelle che segnano la via. Vedo nitidamente la mia forza in quella sintonia.
Ma il sipario ritorna in posizione appena lo mollo..e sul palco, tra il sipario e le quinte torna in scena il mio dramma, la mia storia fatta di tanti personaggi. C'è mia nonna, un anno fa a quest'ora ignara dell'ictus che l'avrebbe fatta sprofondare in una dimensione sconosciuta nel giro di poche settimane. C'è Ire che è sempre più presente..e che sta sulla soglia di quel lato oscuro..quel mio buio, quel mio dolore..quel freddo che sento. Sono ancora potente, ho ancora quella magia, ma è dura da qui dentro...ed è forse la mia sfida in questo momento. Appunto integrare, fondere..unire. Ma quella ferita tira e si apre, è ancora troppo fresca e ora sa di quel sapore amaro. Poco male, avanzo e sputo questo sangue, questo saporaccio. So di non funzionare nelle mezze misure, ma di vivere solo gli estremi. Ho una metafora che mi piace e mi aiuta.. e cioè che le misure nella vita non sono mai segmenti, ma circonferenze. Muoviti lungo l'odio e troverai l'amore, muoviti lungo la felicità e troverai la tristezza..è tutto collegato e noi ignari ci muoviamo nel mondo senza saperlo perchè nessuno ce lo spiega. Allora ecco perchè vivo a cavallo di due onde, perchè dove gli estremi si toccano si incrociano due mondi all'apparenza così diversi.
Capisco in particolare cosa mi sta mettendo in crisi nonstante arrivi da un viaggio così stupendo. E' la mancanza di Ire che per la prima volta dopo 5 lunghi anni mi rituffa nella solitudine di casa mia, senza la sua costante presenza che colorava ogni mio istante.

Ho capito anche una'altra cosa nel tempo..e cioè che più che di "tensione nervosa" ho sempre sofferto di "tensione emotiva". Viaggio a ritroso col pensiero e vedo da sempre forti emozioni, ondate emotive di potente entusiasmo e profonda malinconia, e spesso le due si fondono in emozioni per le quali non esiste vocabolario. Ho sempre cercato a modo mio quelle forti onde di luce brillante, che cavalcano con fiducia verso il futuro, verso panorami mozzafiato. Solo di recente sto iniziando a comprendere meglio questa mia natura. Fino a prima l'ho sempre subita. Ora so che è questione di canalizzare, di dare direzione a quella forza emotiva che vuole uscire, che spinge. E' delicato però, perchè è un attimo, soprattutto qui, far prendere a quella spinta il canale sbagliato..
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